Andare al lavoro in bici migliora la salute

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Studio dell’Università di Udine. Effetti benefici anche con brevi tragitti oltre alla riduzione di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera

Il test con metabolimetro portatile
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Il test con metabolimetro portatile

UDINE – Andare a lavorare ogni giorno in bicicletta, anche per distanze relativamente brevi – circa 8 chilometri di andata e ritorno da casa, più o meno mezz’ora al giorno – è associato a un miglioramento della “fitness cardiovascolare”.

Ma anche della funzione dei piccoli vasi sanguigni e dell’endotelio, cioè del sottile strato di cellule che riveste la superficie interna dei vasi, la cui alterazioni sono un fattore di rischio per patologie cardiovascolari, intolleranza al glucosio, sviluppo di diabete.

È quanto dimostra uno studio del Laboratorio di Fisiologia dell’esercizio del Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine grazie a un progetto cofinanziato, con un dottorato su temi green, dall’Unione europea.

La ricerca è diretta dal responsabile del Laboratorio, Bruno Grassi, docente di fisiologia.

Lo studio, condotto nell’area metropolitana di Udine in collaborazione con l’associazione Fiab aBicitUdine, ha riguardato una sessantina di volontari, sani, di 40 anni di età media.

In una prima fase sono stati messi a confronto un gruppo di soggetti che andavano abitualmente a lavorare in bicicletta e uno che andava abitualmente a lavorare in auto. In una seconda fase le persone che usavano l’auto sono state convinte a usare per sei mesi la bicicletta.

I risultati verranno presentati a fine maggio al principale congresso mondiale di Medicina dello sport organizzato dall’American college of sports medicine (Acsm) che si terrà a Boston. L’uso della bicicletta è risultato soddisfare i fabbisogni minimi settimanali di attività fisica previsti dall’Acsm.

Lo studio

Durante il viaggio in bicicletta, con un metabolimetro portatile, è stata inoltre misurata l’emissione di anidride carbonica (CO2) con l’aria espirata da parte del soggetto che pedalava.

Il metabolismo dell’uomo infatti consuma ossigeno e produce CO2. Dai risultati è emerso che l’emissione di CO2 è risultata 15 volte più bassa di quella associata a un viaggio con un’auto a benzina di piccola cilindrata lungo lo stesso percorso.

«L’uso della bicicletta come mezzo di trasporto, anche su tratte relativamente brevi – riassume il professor Grassi – favorisce uno stile di vita attivo e rappresenta una protezione nei confronti dello sviluppo di patologie croniche, soprattutto cardiovascolari e metaboliche. Contemporaneamente ha effetti positivi sull’ambiente, riducendo la congestione veicolare e le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Lo studio dovrebbe sperabilmente continuare in futuro, grazie ad un finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, nell’ambito del progetto “Casa scuola lavoro in bicicletta” dell’Ateneo friulano, coinvolgendo un numero più elevati di soggetti, di età diversa, seguiti per periodi più lunghi, lungo percorsi più impegnativi».

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