A Trieste il G7 del mare

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redazione

29 Maggio 2017
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Da martedì a giovedì

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Dal 30 maggio al 1 giugno a Trieste si fa il punto sullo stato di salute dei mari, in preparazione del G7 Scienza: summit che si svolgerà a Torino il 28 e 29 settembre. Il meeting triestino – dal titolo “Progettazione condivisa di un sistema efficiente e sostenibile per l’osservazione dei mari costieri nei paesi in via di sviluppo” e in programma presso la sede dell’ICTP di via Grignano – riunisce 15 esperti provenienti dai Paesi del G7 e da Paesi emergenti.
I lavori sono coordinati dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e dal britannico National Oceanography Centre e vogliono contribuire all’agenda del G7 (quest’anno è il turno della presidenza italiana) in tema di sostenibilità ambientale, nell’ambito dell’iniziativa G7 ‘Il futuro dei mari e degli oceani’, evidenziando il ruolo essenziale dell’osservazione di tutti i mari per la conoscenza dello stato di salute del cuore blu del pianeta: motore del clima e volano dell’economia.

“La salute degli oceani – puntualizza Maria Cristina Pedicchio, presidente dell’OGS – è considerata cruciale anche per lo sviluppo economico e il suo monitoraggio è un prerequisito fondamentale per promuovere la salvaguardia e l’uso responsabile delle risorse marine e, in generale, uno sviluppo sostenibile, anche attraverso la creazione di nuove professionalità in campo marino e marittimo”.

“Per questo vogliamo impegnarci nel realizzare una rete più capillare ed efficace di osservazione scientifica di tutti i mari (mari regionali e oceani) attraverso un'azione a lungo termine e coordinata a livello internazionale che coinvolga anche i paesi in via di sviluppo” aggiunge l’oceanografo Alessandro Crise, dirigente di ricerca dell’OGS, ricordando che l’Istituto triestino ha sempre rappresentato l’Italia, insieme alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e al Cnr, in questo tavolo di esperti.

Oltre a proseguire dunque con le osservazioni già in atto nei paesi del G7 (che si avvalgono di satelliti, alianti sottomarini, boe robotizzate, sottomarini autonomi…), si vogliono promuovere e sostenere nuove attività di monitoraggio dei mari nei Paesi in via di sviluppo. “Questo significa favorire l’acquisizione delle competenze e delle tecnologie oceanografiche compatibili con le capacità economiche e l’expertise dei singoli Paesi” prosegue Crise, sottolineando che “sviluppare capacità osservative per il monitoraggio continuo dello stato del mare è strategico sia a livello locale (è utile sapere qual è la qualità dei propri mari per il turismo, la pesca, l'acquacoltura, la sicurezza in mare…) sia per contribuire alla valutazione globale dell’ecosistema marino: ovvero all’iniziativa World Ocean Assessment delle Nazioni Unite”.

Per questo, nel corso dell’incontro verranno esaminate le buone pratiche adottate nelle attuali reti di osservazioni costiere e oceanografiche e verranno valutati i problemi e le esigenze specifiche dei sistemi di osservazione marino e costiero nei Paesi emergenti, per individuare i requisiti minimi, gli strumenti e le infrastrutture necessarie per un monitoraggio coordinato e coerente in funzione delle loro priorità socio-economiche e scientifiche.

Al termine dei lavori verrà prodotto un documento di sintesi per definire un approccio economico e sostenibile per l’osservazione dei mari regionali per i Paesi in via di sviluppo per i quali l’economia blu gioca un ruolo chiave. Il documento verrà infine integrato con le azioni previste dall’iniziativa G7 “Future of Seas and Oceans”. “L’obiettivo – conclude Pedicchio – è mettere a punto una procedura condivisa per perseguire lo studio di mari e oceani e supportare così lo sviluppo di politiche adeguate e coordinate atte a garantire un uso sostenibile delle risorse marine”.

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