I giovani cercano la fede, non la Chiesa

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Presentato a Gorizia il rapporto dell’Istituto Toniolo. Solo il 32,7% crede nella religione cattolica, ma cresce il bisogno di spiritualità

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Paola Bignardi (con la sciarpa) assieme al gruppo del Settore giovani di AC della Diocesi di Gorizia

GORIZIA – Una cena tra amici. È questa l’immagine della Chiesa immaginata e desiderata dai giovani, che emerge dalla indagine “Cerco, dunque credo? I giovani e una nuova spiritualità” (edizione Vita e Pensiero, 2024) curata dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e coordinata dalla pedagogista Paola Bignardi.

Questo lavoro ha interessato un campione di 101 giovani di età compresa tra i 18 e 30 anni intervistati a livello nazionale, e scelti tra giovani che hanno smesso di frequentare associazioni, parrocchie, movimenti ed ascoltando anche la voce di chi è rimasto.

La ricerca è stata presentata a Gorizia in un incontro organizzato dal Settore giovani di AC della Diocesi.

Ospite della serata proprio Paola Bignardi che ha interloquito con 5 giovani, rispondendo alle loro domande ispirate ai risultati e tesi proposte dalla ricerca.
Tra i dati emerge il costante calo dei giovani che dichiarano di credere nella religione cattolica (nel 2013 erano il 56%, nel 2023 scendono al 32,7%). Se il trend continuerà allo stesso modo, nel 2050 i giovani credenti saranno il 5%.

Un calo che non evidenzia una scelta di ateismo: la ricerca del trascendete in realtà è molto forte, ed emerge – sostiene l’indagine – una ricerca da parte dei giovani di una forte esperienza di spiritualità.

Emerge in tal senso la voglia di abbandonare un modo tradizionale e codificato di credere. I giovani sono alla ricerca di un’esperienza religiosa diversa il cui cuore è costituito dalla spiritualità e da una ricerca di relazioni autentiche.
In merito al rapporto con la Chiesa, questa non viene vista dai giovani intervistati come un luogo nel quale si alimenta un rapporto con Dio.

“La Chiesa è vista dai giovani intervistati – ha evidenziato Paola Bignardi – come «vecchia, lenta e lontana». L’età più critica dell’abbandono della esperienza ecclesiale è tra i 16 e i 17 anni. Ed è in questa fase della vita, l’adolescenza, che il più delle volte i giovani iniziano una ricerca spirituale tutta loro che conducono in solitudine una fede fai da te, senza comunità”.
Dall’analisi sul rapporto con la fede delle giovani donne, emerge che nel 2013 si erano dichiarate cattoliche il 61% delle intervistate, nel 2023 la percentuale scende al 33%. Si è di fatto interrotto quel rapporto stretto tra mondo femminile e fede che ha sempre contraddistinto la storia ecclesiale.
Tutti i dati possono sembrare negativi. “Anche no – ha sostenuto la ex presidente nazionale di AC –. I risultati della ricerca sottolineano quanto rimanga forte una ricerca di senso, il desiderio di un passaggio da una fede infantile a una fede matura ma personale. Quello che i giovani chiedono oggi è spazio, essenzialità, protagonismo, ma soprattutto un mondo adulto credibile”.

“I giovani – ha concluso Bignardi – chiedono alla Chiesa un cambiamento epocale per diventare una realtà autentica, accogliente e inclusiva, capace di mettersi a fianco ai “cercatori di speranza” dove non sempre l’abbandono della Chiesa corrisponde all’abbandono della fede”.

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