Da Browning a Hitchcock, a Pordenone il grande cinema muto

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redazione

18 Agosto 2022
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Le prime anticipazioni

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Tornano dal 1° all’8 ottobre 2022 al Teatro Verdi di Pordenone, per la 41a edizione, le Giornate del Cinema Muto, una settimana di proiezioni con musica dal vivo, seminari, presentazioni, conferenze, incontri, masterclasses e premiazioni, tutto finalmente in presenza anche se non mancherà una selezione di proposte online per chi anche quest’anno non potrà raggiungere il Friuli per una full immersion nel cinema muto.

A inaugurare ufficialmente il festival, sabato 1° ottobre, sarà la prima assoluta del nuovo restauro di The Unknown (Lo sconosciuto, 1927) di Tod Browning (regista anche di Dracula e Freaks, fra gli altri), forte di una memorabile interpretazione di Lon Chaney affiancato da una ventitreenne Joan Crawford. Il film, una storia d’amore a tinte fosche ambientata in un circo, è uno dei titoli cult della storia del cinema, presentato a Pordenone nel 1994 con il memorabile accompagnamento al pianoforte dell’ex Velvet Underground John Cale. Rispetto a quella e alle altre versioni finora conosciute, la novità di queste Giornate è la nuova copia, più lunga di dieci minuti, ritrovata al Národní Filmový Archiv di Praga e restaurata dal George Eastman Museum di Rochester, contenente numerose sequenze inedite che aggiungono spessore ai personaggi e alla vicenda. Come sottolinea il pianista e compositore messicano José María Serralde Ruiz, uno dei musicisti internazionali che ogni anno si esibiscono a Pordenone e a cui è stata commissionata la nuova partitura, “il restauro è davvero sorprendente perché porta ai nostri occhi un film nuovo”. Eseguirà l’accompagnamento l’Orchestra San Marco di Pordenone.

Non si ricorda spesso che la carriera di Alfred Hitchcock iniziò negli anni Venti e che prima dell’avvento del sonoro girò una decina di film, in molti dei quali sono già presenti i principali topoi della vasta produzione del futuro re del brivido. A chiudere le Giornate sabato 8 ottobre sarà quindi l’ultimo film interamente muto di Hitchcock, The Manxman (L’isola del peccato, 1929), tratto dal romanzo del 1894 di Hall Caine. Sullo sfondo dell’Isola di Man, l’avvocato Philip, il marinaio Pete e Kate, figlia di un oste amata da entrambi gli uomini, si dibattono tra i pregiudizi di classe e il dilemma fra amore, lealtà e amicizia. Nei panni di Kate, un’intensa Anny Ondra, la bionda attrice ceca che il regista vorrà anche nel suo film successivo, Blackmail. La nuova partitura del musicista britannico Stephen Horne è stata orchestrata da Ben Palmer e sarà eseguita, sotto la sua direzione, dall’Orchestra San Marco di Pordenone a cui si aggiungono alcuni musicisti specializzati in musica celtica. L’evento è sostenuto dalla Sunrise Foundation for Education and the Arts e sarà replicato domenica 9 ottobre, sempre al Teatro Verdi di Pordenone.

Gli eventi speciali cominciano già venerdì 30 settembre con la preapertura che, come da tradizione, riporta per una sera le Giornate del Cinema Muto a Sacile, nel Teatro Zancanaro, che ha ospitato il festival dal 1999 al 2006. Sullo schermo la commedia Up in Mabel’s Room (Nella camera di Mabel, 1926) di E. Mason Hopper accompagnata dalla Zerorchestra diretta da Günter Buchwald. Tratto dall’omonima commedia di Broadway del 1919 scritta da Otto Harbach e Wilson Collison, il film, di cui farà un remake nel 1944 Allan Dwan, mette in scena le astute manovre di Mabel (Marie Prevost in un mirabile saggio della sua verve) per riconquistare il marito da cui ha divorziato e le peripezie di quest’ultimo, fidanzato con un’altra donna, per recuperare dalla propria ex un regalo compromettente. Si replica giovedì 6 ottobre al Teatro Verdi.

Nell’edizione delle Giornate in cui ricorre il suo centenario non poteva mancare – e sarà presentato domenica 2 ottobre – Nanook of the North (Nanuk l’Eschimese), realizzato dal regista ed esploratore Robert Joseph Flaherty. Il film, considerato una pietra fondante del documentarismo, genere cinematografico che oggi gode di grande fortuna, mette in risalto le doti narrative di Flaherty e soprattutto la fascinazione che le popolazioni artiche avevano su di lui. L’accompagnamento composto dal musicista canadese Gabriel Thibaudeau, oltre ai flauti e alle percussioni prevede il canto di gola tipico degli Inuit, un suono quasi ultraterreno, per il quale arriveranno dal Canada a Pordenone due cantanti Inuit.

Il tradizionale evento musicale di metà settimana (mercoledì 5 ottobre) è un’epopea danese del 1920, Saga Borgarættarinnar, il primo lungometraggio girato in Islanda, con meravigliose vedute del paesaggio islandese. Il film è stato recentemente restaurato dal Danske Filminstitutet con il National Film Archive of Iceland. Per l’accompagnamento musicale arriveranno dall’Islanda il compositore Þórður Magnússon e Bjarni Frimann, che dirigerà nell’esecuzione un ensemble di nove elementi.

Attesa da qualche anno, prende avvio (e proseguirà nel 2023) la retrospettiva “Ruritania”, un’ampia raccolta di film provenienti da tanti paesi diversi ma che in comune hanno l’ambientazione in regni di fantasia localizzati nei Balcani, in Ruritania, appunto. A partire dal romanzo di fine Ottocento Il prigioniero di Zenda di Sir Anthony Hope, questo filone prese piede nella cultura popolare sotto forma di romanzi, operette e film. Se il lavoro di Sir Anthony ha avuto nel corso del tempo ben sei trasposizioni cinematografiche, il successo internazionale del genere, destinato a riecheggiare per molti decenni a venire (si pensi a Vacanze romane) è testimoniato qui da titoli come l’italiano Sui gradini del trono (1912), l’americano Three Weeks (1924), lo svedese Hans kunglig höghet shinglar (1928) e il britannico The Runaway Princess (1929) di Anthony Asquith e Fritz Wendhausen, dal romanzo di Elizabeth von Arnim The Princess Priscilla’s Forthnight. Nel programma anche parodie, con grandi comici come Stan Laurel, Harold Lloyd, Charley Chase e, per esplorare il rapporto tra realtà e finzione, alcuni cinegiornali sulle autentiche famiglie reali dei Balcani.

A lungo considerata una delle più importanti attrici drammatiche americane dell'epoca muta e popolarissima in quegli anni, Norma Talmadge era un'interprete versatile, altrettanto capace in ruoli comici, che impersonò soprattutto all'inizio della sua carriera. Molti dei suoi film sono rimasti difficili da reperire ma grazie alla collaborazione tra la Library of Congress, Cohen Media e le Giornate del Cinema Muto è possibile presentare una rassegna di riscoperta che permetta di riportare questa straordinaria attrice nel pantheon dei grandi. Accanto alle prime commedie alla Vitagraph si rivedranno pellicole di grosso budget – e di grande successo – che realizzò insieme al marito produttore Joseph Schenck per la Norma Talmadge Film Corporation, fra cui The Forbidden City (1918) di Sidney FranklinWithin the Law (1923) di Frank LloydThe Lady (1925) di Frank Borzage.

Altre importanti riscoperte e nuovi restauri completano il programma della 41a edizione, cui si aggiungono il già annunciato omaggio per i 90 anni della Mostra del Cinema di Venezia, molti film di viaggio, documentari sulle eruzioni dell’Etna dei primi anni Venti del Novecento, film coloniali olandesi, i titoli del canone (fra cui lo stesso Nanook) e alcuni fra i più antichi reperti cinematografici.

 

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