Digitale & Manifattura binomio chiave per innescare la ‘terza Rivoluzione industriale’ indotta dalle nuove tecnologie digitali’ e concorrere a un vero ‘Rinascimento’ imprenditoriale. Insieme al Programma RILANCIMPRESA FVG, si prefigurano come un punto di partenza decisivo anche i ‘dieci comandamenti’ del Manifesto del Nuovo Manifatturiero lanciato nei giorni scorsi in Veneto, grazie all’impegno del direttore scientifico della Fondazione Nord Est, Stefano Micelli.
Per iniziativa dell’IRSE, l’Istituto Regionale Studi Europei del Friuli Venezia Giulia, l’economista sarà a Pordenone mercoledì 6 maggio, alle 17.30, nell’Auditorium del Centro Culturale Casa Zanussi, protagonista del convegno dedicato a “Digitale & Manifattura: binomio chiave per rilanciare impresa e formazione”, organizzato nell’ambito del ciclo di cultura economica 2015 “Squilibri. Globali, europei, locali”.
Con Stefano Micelli, docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Venezia, si confronterà nel corso del convegno Chiara Mio, docente di economia aziendale nonché nuova presidente di FriulAdria Crédit Agricole. Il dialogo sarà coordinato dal giornalista Giuseppe Ragogna e integrato da vari interventi e testimonianze di realtà imprenditoriali innovative e del mondo della scuola.
«Vorremmo dare segnali concreti, non solo ai cosiddetti opinion leaders ma anche ad un pubblico vasto e alle famiglie che, pur nelle difficoltà, a Pordenone e sul territorio si portano avanti idee e progetti per il futuro, mettendo nel contempo sul tappeto anche difficoltà e ostacoli», sottolinea la presidente IRSE Laura Zuzzi.
Arricchirà l'incontro la partecipazione di dirigenti di Istituti Tecnici e Licei dove sono attivi programmi sperimentali di alternanza scuola - lavoro, oltre alle voci di neo diplomati ora inseriti in realtà innovative e startup.
«I grandi temi del Manifesto del Nuovo Manifatturiero tracciano il perimetro delle sfide dell’industria e dell’economia del futuro – sottolinea Micelli – : fattore strategico è il capitale umano, da promuovere attraverso lo sviluppo di approcci didattici innovativi, l’interazione fra il mondo della scuola e le comunità professionali che operano sul territorio, il confronto e l’interazione fra saperi tecnico-scientifici e saperi umanistici. Ma indispensabile anche una radicale semplificazione burocratica per dare garanzie finanziarie di investimento, per dare reale corpo a start up innovative».