Che fine fa il lavoro di un critico all’epoca dei talent show, dei social network e dei televoti? C’è posto per le ragioni di un recensore quando basta un certo numero di “like” su facebook per assicurare un momento di gloria? Che importa se poi dura come un cerino al vento... Viviamo nel mondo dei proclami lanciati sulle pagine virtuali, dei pensieri mal riassunti via SMS ed espressi in un linguaggio deprecabilmente contratto: niente spazio per le motivazioni di un critico, per la riflessione, per l’arricchimento attraverso un articolo – magari non condiviso appieno – ma capace di spiegarci tanto, regalarci strumenti d’interpretazione preziosi e prima sconosciuti. Una realtà sconfortante, che gli appassionati di teatro patiscono e conoscono bene... Come non essere, dunque, completamente dalla parte di un critico che dopo quaranat’anni di onoratissima carriera e oltre 2.500 recensioni di concerti, va in palcoscenico e proclama Io odio i talent show!?
Il Politeama Rossetti non può che essere a sua completa disposizione: soprattutto se il critico in questione ha la statura e la classe del triestino Mario Luzzato Fegiz, che sale sulla scena dopo una ineguagliabile esperienza costruita al Corriere della Sera e in Rai (e affinata poi in veste di saggista, giurato, conduttore e autore radiofonico e televisivo, docente all’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, direttore editoriale...).
Con la collaborazione di Giulio Nannini e Maurizio Colombi (che ne firma anche la regia), Mario Luzzato Fegiz ha scritto un testo piacevolissimo, in cui spiega ironicamente come lui, abituato a occuparsi di Elton John e dei Beatles, abbia preso a odiare i talent show perché hanno posto fine alla dittatura della (sua) critica. Così, in un crescendo tragicomico, racconta leggende, fatti e svariati misfatti vissuti in prima persona insieme ai grandi protagonisti degli ultimi 40 anni di musica in Italia. In un’ora e mezzo Fegiz, accompagnato dai musicisti Roberto Santoro (voce, chitarra ed effetti) e Vladimir Denissenkov (fisarmonica russa), in una sorta di delirio-vendetta-sfogo percorre un folle viaggio fra canzoni celebri e aneddoti che riguardano tanto le leggende come Tenco, De Andrè, Dalla, Michael Jackson, quanto gli artisti più popolari degli ultimi decenni, come Vasco, Pausini e Ramazzotti, fino agli odierni idoli da talent come Alessandra Amoroso, Arisa, Giusy Ferreri e Marco Carta, di cui racconta gustosamente i Festival di Sanremo con i suoi retroscena e tutto ciò che ci si può aspettare da chi ha incontrato e conosciuto un migliaio di star della musica.