Nel febbraio 1918, i marinai della squadra austriaca di Cattaro si ammutinarono ai loro ufficiali seguendo l’esempio della Russia sovietica. Marina Rossi ricostruisce quella breve vicenda rivoluzionaria che unì marinai italiani, croati e sloveni in un’esperienza densa di rivendicazioni nazionali e politiche.
La rivolta militare scoppiata nel febbraio del 1918 fra gli equipaggi della squadra navale austroungarica alla fonda nelle Bocche di Cattaro è stata a lungo sottaciuta o perfino ignorata dalla storiografia italiana; eppure essa rappresenta uno dei momenti più alti di rivendicazione politica nel quadro delle lotte che scossero il vecchio impero asburgico negli ultimi mesi di guerra. Non solo l’aspirazione alla pace, ma anche la volontà di riscatto nazionale e sociale furono infatti alla base di quel movimento, promosso da numerosi marinai, in massima parte croati, sloveni e italiani, confinati sin dall’inizio delle ostilità in quell’estremo lembo costiero della monarchia danubiana.