Requisire la spiritualità in funzione della fede: è un’accusa di accaparramento rivolta spesso alle religioni.
Secondo Haim Baharier l’accaparramento è facile quando la spiritualitàè intesa come aspirazione all’universalismo. Esiste un riferimento alternativo: che la spiritualità non si lasci catturare dalla fede ma recuperi il legame primitivo con la terra, con i presupposti sociali, economici e geopolitici che la terra reclama dai suoi residenti. La Bibbia dice di costruirsi un altare di terra. Ovvero dalla terra deve nascere ogni processo identitario…“Che le tue necessità materiali siano i miei bisogni spirituali” (I. Salanter).
In una città storicamente e culturalmente aperta, multireligiosa, come è Trieste una simile riflessione è sembrata molto opportuna, soprattutto se indotta da una figura preparata e carismatica come quella di Haim Baharier, protagonista di affollatissime conversazioni a Milano, Venezia e in molte città europee dove è celeberrimo per le sue parole chiarissime e stimolanti anche sugli argomenti più complessi.