Alle radici del Friuli

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redazione

27 Febbraio 2020
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Palazzo Altan e l’esposizione permanente della collezione di Diogene Penzi

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Nato dalla febbrile e instancabile attività di collezionista di Diogene Penzi, insegnante, preside ed etnologo, il museo a lui dedicato è allestito in una delle barchesse di Palazzo Tullio Altan, dimora gentilizia tra le più illustri del territorio di San Vito al Tagliamento.

Il complesso si fregia anche di un giardino all’italiana e di un parco, rinomati per bellezza e ricchezza delle fioriture. L’allestimento museale si articola su più piani e affronta il tema della vita contadina, a partire da tutti gli aspetti legati al quotidiano: la famiglia, l’arredo domestico, la cucina, l’abbigliamento, per arrivare a tutte le attività destinate al sostentamento e alla produzione di reddito. L’esposizione abbina agli oggetti un ricco corredo iconografico che ne chiarisce contesto e uso.

Il percorso si apre con gli ambienti domestici: il cuore della vita familiare, cioè la cucina con il suo fogolâr, poi la camera da letto con i pagliericci imbottiti di foglie di mais. Le ricostruzioni sono corredate dalle più svariate suppellettili, molte delle quali, ormai desuete, destando la curiosità dei visitatori.

Ci sono poi gli ambiti legati alla sfera della famiglia, come la cura dell’infanzia e la preparazione degli alimenti. Ma c’è spazio anche per le sezioni dedicate sia all’autoconsumo sia alla produzione di un reddito integrativo, soprattutto “al femminile”: bachicoltura, filatura, tessitura e confezione di indumenti. Tra queste sezioni si distingue per ricchezza quella dedicata alla gelsibachicoltura, che espone le più svariate tipologie di bozzoli. Tra gli indumenti spiccano invece per bellezza la biancheria ricamata e gli scarpez, calzature femminili con la tomaia in velluto nero ricamato e la suola di tessuti trapuntati, elemento del costume tradizionale friulano che negli ultimi anni la moda ha riscoperto.

L’allevamento del bestiame nei suoi aspetti materiali e simbolici rappresenta un capitolo importante dell’allestimento del Museo di San Vito, affrontando temi quali la fienagione, la mungitura e la lavorazione del latte, la macellazione e la lavorazione della carne, ma anche l’impiego degli animali quali mezzi di locomozione e trazione, tema legato a quello dei mezzi di trasporto, quali calessi e carri agricoli.

Innumerevoli attrezzi in mostra sono legati alla lavorazione della terra, visto che l’agricoltura costituiva, nell’ambito delle attività produttive, la principale occupazione e fonte di reddito per le famiglie contadine. Agli attrezzi manuali, quali zappa, vanga e piccone, si affiancavano quelli trainati dai buoi, quali l’erpice e aratri di diverse tipologie a seconda dell’uso. Specifiche sezioni sono dedicate alla maiscoltura e alla vitivinicultura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sede – Palazzo Altan

Incorniciato da uno spettacolare giardino all’italiana, Palazzo Altan è stato edificato nel corso del Seicento sulle spoglie di un modesto edificio acquistato dalla famiglia dei Conti Altan, a cui – nella seconda metà del Settecento – sono stati aggiunti la Torre Grimana e un oratorio neoclassico di recente costruzione. Delimitato da due barchesse e completato a est da un’esedra, presenta degli interni resi interessanti dai lacerti di pittura seicentesca attribuibili al pittore tedesco Anton Joseph, dagli stucchi e affreschi che ornano la biblioteca settecentesca e, soprattutto, dal ciclo di affreschi a tema letterario che ornano il soffitto della camera da letto di Leandra Altan.

 

Il Museo della Vita Contadina “Diogene Penzi” è gestito da Erpac FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale. Ingresso gratuito. Orari e giorni di apertura: dal martedì al venerdì 9-13; sabato e domenica 10-18. Museo della Vita Contadina “Diogene Penzi”, via Antonio Altan, 86 – San Vito al Tagliamento; tel: 0434 833275

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