Il Liceo Scientifico “Paolo Diacono” di Cividale è salito sul gradino più alto del podio alla XVII edizione de “I Colloqui fiorentini”, concorso nazionale dedicato quest’anno a Eugenio Montale, col titolo Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto. Al Palazzetto dello sport Mandela Forum di Firenze, le alunne della II B, Alice Bozzi, Michaela Luzzatto e Camilla Medves, guidate dalla docente Paola Parpinel, si sono aggiudicate il primo premio con una tesina sul poeta ligure.
Quest’anno erano presenti 3.180 studenti e 430 docenti, provenienti da circa 200 istituti superiori italiani. Ideato dall’associazione “Diesse - Firenze e Toscana”, in collaborazione con il MIUR - Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il progetto vuole promuovere l’approfondimento culturale e valorizzare le capacità espressive di studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Le giornate di Firenze sono il culmine di un lavoro iniziato in classe mesi prima, perché sull’autore proposto i ragazzi devono preparare una tesina che, poi, viene valutata e premiata. Tra i nomi chiamati a guidare i lavori, Davide Rondoni, poeta, e alcuni docenti universitari, come Costantino Esposito, Gianfranco Lauretano ed Enrico Rovegno.
Questa la motivazione della giuria che ha assegnato il riconoscimento alle studentesse del Liceo scientifico ‘Paolo Diacono’: “Quando uno è chiamato in causa non può fare a meno di ascoltare è la bella e profonda constatazione di questa tesina. E tale lavoro si è effettivamente disposto ad ascoltare attentamente Montale, anche in virtù di alcuni raffronti non scontati affatto con la sua cerchia di familiari conoscenti, e farsi così accompagnare dalla voce del poeta laddove forse, da soli, non ci spingeremmo. Ad accorgersi che tutto e niente possono non contrapporsi, se persino paure e limiti possono condurti a vivere un attimo dell’esistenza in cui sei povero di tutto, ma capisci e intuisci.”
“Imparare è sempre un’esperienza e al convegno di Firenze – dichiara il rettore del convitto Patrizia Pavatti – non ci si avvicina alla letteratura attraverso un’astratta analisi culturale, ma lo studio di un autore conduce alla scoperta delle esigenze del proprio cuore di uomini, attiva attenzione e curiosità per la realtà della vita. Per queste giovani ragazze l’esperienza fiorentina segna sicuramente un traguardo importante e porta una soddisfazione positiva, ma rappresenta anche per tutti coloro con cui è stato condiviso il progetto, un importante momento di riflessione, di scambio e di crescita formativa che al Convitto vengono valorizzati”.
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