Il territorio diventa arte

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Elisa Fucina

20 Maggio 2016
Reading Time: 3 minutes

Viaggio nella terra dell’oro

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Fotografie e video documenti per raccontare “Viaggio nella terra dell’oro”: è questo il progetto espositivo di narrazione del territorio e di approfondimento di alcuni degli artisti più significativi del Friuli Venezia Giulia, proposto dal photoreporter Luigi Vitale nella mostra che verrà inaugurata il 20 maggio a Villa Manin – Esedra di levante – di Passariano.

Un’esposizione realizzata con il sostegno, fra gli altri, della Regione, della Fincantieri e delle Fondazioni Carigo e Crup, curata da Moreno Gentili, autore anche del saggio in catalogo.

Due le sezioni in cui si sviluppa il percorso, la prima fotografica per individuare, conoscere e rendere protagoniste le eccellenze di natura, arte, archeologia industriale, artigianato del Friuli Venezia Giulia; la seconda, dedicata ai video-documenti, dà voce e vita alla narrazione della creatività e del pensiero degli artisti Attiliana Argentieri, Giorgio Celiberti, Serse, Gustavo Zanin e Toni Zuccheri.

La scelta di abbinare fotografie e video nasce dalla necessità prima di documentare e poi di approfondire. «Le oltre 40 immagini a colori di grande e medio formato – spiega Luigi Vitale – raccontano, come già nella collana di volumi nelle quali sono state pubblicate, il territorio, le sue bellezze e le eccellenze uniche di luoghi, uomini e donne, l’originalità dell’arte, la sapienza innovativa dell’industria e dell’artigianato, del passato e del presente. I video sono stati un necessario strumento di approfondimento della personalità e dell’opera di alcuni fra gli artisti più straordinari di questa terra». Strumenti diversi al servizio di una filosofia espressiva differente. «Se con la macchina fotografica – aggiunge – creo un’immagine nella quale chi guarda cerca una lettura personale del soggetto, con il video prendo per mano lo spettatore per accompagnarlo in una narrazione filmica definita dalla sceneggiatura».

La scelta di raccontare l’opera e il pensiero di artisti poggia sulla convinzione di Vitale che siano loro i photoreporter dell’attualità in cui operano con capacità straordinarie di cogliere e anticipare il segno dei tempi.

Nella sezione fotografica sono rappresentate tutte le provincie, da Trieste a Pordenone, da Gorizia a Udine, attraverso scorci urbanistico-architettonici, insediamenti di archeologia industriale, ma anche mostrando tradizioni e feste antiche o mestieri in via di estinzione, come accade per la produzione di formaggi nelle malghe in montagna. Un amalgama di presente e passato. «Credo che l’immagine simbolo di questa terra – afferma Vitale – siano le colline destinate alla produzione vitivinicola. Quasi tutto può essere delocalizzato, non certamente le vigne e il microclima che producono vini fra i migliori al mondo».

Nella sezione video ognuno dei cinque documenti è realizzato in forma di dialogo sia interiore, sia a due o più persone, fuori dagli usuali schemi giornalistici di intervista, creando una libertà intima dell’artista di raccontare sé e il suo lavoro. In alcuni casi la sceneggiatura, per meglio rappresentare il protagonista, è nata durante la ripresa di un piano sequenza lungo 35 minuti. Ciò è accaduto con Gustavo Zanin, restauratore e costruttore di organi da sei generazioni a Codroipo, che ha svolto una lectio magistralis, tra storia e fantasia, dalle origini della musica a oggi.

Anche l’artista triestino d’adozione Serse si è mostrato nell’intimità dei luoghi dove nasce la sua opera, riflettendo sul rapporto con la natura, musa primigenia del suo lavoro minimalista e essenziale, originale e di forte impatto.

La creatività pura della fiber artista Attiliana Argentieri Zanetti di Udine è stata la nota dominante del suo racconto, ripercorso dalle origini alla contemporaneità di quest’arte, antica e giovane, nel suo caso slegata dalle leggi del mercato. Qui i piani sequenze hanno seguito l’alternarsi dei materiali e delle tecniche di realizzazione di sculture e arazzi.

Per il pittore e scultore friulano Giorgio Celiberti si è trattato di un dialogo a tre, centrato su domande eterne, quali il significato dell’arte, il suo rapporto con l’amore e con il territorio. Nel suo studio ne ha parlato con tre intellettuali: lo scrittore Paolo Maurensig, la giornalista Margherita Reguitti e il geografo e docente universitario Mauro Pascolini.

Infine la magia fragile e fantastica delle sculture in vetro del pordenonese Toni Zuccheri, riprese nella sua casa-museo di San Vito al Tagliamento. Un artista capace di rendere caldo e palpitante, nei colori e nelle forme, una materia considerata fredda e fragile. Figlio di Luigi, pittore famoso per i soggetti di natura e animali, Zuccheri nel segno paterno ha dato anima e volto alle sculture di uccelli, l’upupa in particolare, prediletta da Casanova.

La mostra resterà aperta con ingresso libero fino al 16 luglio.

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