Patrimonio della gente

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Margherita Reguitti

19 Novembre 2014
Reading Time: 3 minutes

Gianluigi Chiozza e la Fondazione Carigo

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Dal 1992 la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia è tra i protagonisti della crescita culturale, sociale ed economica dell’Isontino. Punto di riferimento per enti pubblici e associazionismo privato che operano nel volontariato e nell’assistenza alle categorie sociali più deboli, che la crisi locale e globale mette a dura prova ogni giorno.

La storica sede del palazzo del Monte di Pietà di via Carducci 2 a Gorizia ospita mostre d’arte di livello internazionale, mentre nella sala convegni Della Torre si svolgono seminari, incontri e conferenze. La Fondazione è motore di traino per attività culturali autonome così come in collaborazione con altre realtà per la valorizzazione dei beni ambientali.

Per tracciare un bilancio dell’anno che volge al termine, e per comprendere le strategie future, abbiamo parlato direttamente con il presidente, Gianluigi Chiozza.

Presidente, quale è stato l’impegno della Fondazione nel 2014?

«A oggi l’impegno della Fondazione Carigo sul territorio nei diversi settori nei quali siamo partner e sostenitori ammonta a circa 3 milioni e 200 mila euro. Rispetto al 2013 vi è stata una lieve flessione, frutto della crisi che si ripercuote anche sulle nostre casse».

La crisi come ha inciso nella programmazione dei vostri interventi?

«Già nel 2013 la Fondazione aveva approvato uno spostamento delle percentuali di intervento a sostegno di ambiti diversi, proprio per andare incontro alle diverse esigenze della società isontina sempre più in difficoltà per la crisi sistemica oltre che industriale e produttiva. Quindi, sull’orientamento già tracciato, il Consiglio di indirizzo (nominato da enti pubblici, associazioni culturali e del volontariato, ordini professionali, università – dunque i nostri “azionisti” di riferimento) ha aumentato gradualmente dal 12% al 22% la quota destinata al sociale. Abbiamo mantenuto il 4% per interventi nella sanità, il 23% a sostegno del mondo della scuola e formazione per un importo di 736 mila euro. Non dimentichiamoci che negli anni abbiamo erogato oltre 6 milioni di euro per le università presenti in città, direttamente e tramite il Consorzio Universitario Goriziano».

Rispetto al 2013 quali sono state la variazioni più significative?

«Nel 2014 vi è stato un lieve calo delle risorse destinate alla cultura, scese dal 28% al 27%, che in termini numerici ammontano a circa 864 mila euro. Le cifre non sono ancora definitive: solo con il bilancio consuntivo di fine anno avremo il quadro preciso. Va inoltre tenuto presente che nel 2013 i progetti che abbiamo sostenuto sono stati 564 con una mobilitazione complessiva di 14 milioni di euro».

Dai numeri ai contenuti: quali sono stati i progetti più significativi nel settore del volontariato e della beneficenza?

«Molti davvero, in quanto non è superfluo ripetere che le emergenze crescono di giorno in giorno. Vorrei citare il progetto “Sollievo”, in collaborazione con gli Ambiti Alto e Basso Isontino, per portare aiuto – attraverso strutture cooperative – alle famiglie di malati gravi, disabili o anziani, assistiti in casa. Siamo inoltre al fi anco della Caritas provinciale, in prima linea nel tendere la mano a famiglie che non arrivano a fine mese, con una percentuale sempre più alta tra loro di nostra gente».

La Fondazione Carigo è sempre attenta anche all’ambito culturale: in questo momento che esposizione ospitate nella vostra sede?

«È stata inaugurata lo scorso settembre e resterà aperta fi no all’8 febbraio la mostra “Oltre lo sguardo. Fotografi a Gorizia prima della Grande Guerra. Gli atelier fotografi ci goriziani nella Belle Époque (1860-1914)”, un progetto che mira a far conoscere e valorizzare un patrimonio di immagini da cui emerge come Gorizia sia una città dove, nel passato e oggi, si sono sviluppati valenti fotografi, professionisti e non. Una scelta in linea con la nostra missione, anche perché attraverso il progetto “Specchi della memoria”, abbinato alla mostra, intendiamo sollecitare i nostri concittadini a portarci le foto di quell’epoca, conservate nelle loro case, così da rendere l’attuale esposizione un vero work in progress, contribuendo ad arricchire l’archivio di immagini della Fondazione. Con questo ultimo appuntamento le esposizioni allestite nella sede della Fondazione dal 2007 sono state diciassette, con oltre 80 mila visitatori».

Quali sono i progetti per il futuro?

«Fare della Fondazione sempre più la casa degli isontini, gestendo al meglio e con totale trasparenza un patrimonio accumulato con sacrificio dai nostri avi, lavorando affinché continui a essere una ricchezza per queste genti e queste terre».

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