Due sindaci, una città

imagazine_icona

redazione

12 Marzo 2021
Reading Time: 6 minutes

Rodolfo Ziberna e Klemen Miklavič

Condividi

Lo scorso 18 dicembre è stato ufficialmente assegnato il titolo di Capitale Europea della Cultura 2025 alla candidatura congiunta presentata da Nova Gorica e Gorizia. Un verdetto destinato a mutare lo scenario delle due città, sempre più unite nella reciprocità transfrontaliera.

Ne abbiamo parlato con i due sindaci, Klemen Miklavič e Rodolfo Ziberna, in un’intervista inedita a due voci.

Quale significato ha per le vostre città la nomina congiunta di Nova Gorica e Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025?

Ziberna: «Ero molto fiducioso sulla possibilità di vittoria, perché l’idea della candidatura transfrontaliera, che racchiudeva la storia molto travagliata del confine, era sicuramente la più forte e originale. Ciò non toglie che sia stato faticoso e molto impegnativo, perché ci si è messo di mezzo anche il Covid-19, con conseguenze devastanti, fra cui una nuova erezione di barriere confinarie che la gente ha vissuto con sofferenza e rabbia. Ma abbiamo tenuto duro perché sapevamo che vincere questo titolo avrebbe significato far compiere un grande passo avanti al nostro territorio, anche sotto l’aspetto economico. Cosa non secondaria considerando che Gorizia, con la caduta del confine, ha perso migliaia di posti di lavoro e un importante segmento della sua economia. Adesso possiamo davvero guardare al futuro con nuove speranze, perché le prospettive aperte dalla capitale porteranno non solo nuove risorse a Gorizia ma anche nuovi insediamenti di carattere economico e, quindi, nuova occupazione».

Miklavič: «Nel 2025 avremo l'opportunità di presentare i nostri punti di forza e attrarre investitori e visitatori. Potremo ambire a fare progressi in tutti i settori, non solo in quello culturale. Per questo sarà fondamentare proseguire nella disponibilità di entrambe le parti a collaborare e a sostenere il progetto. Questo è ciò che conta davvero, un desiderio comune di sviluppare la regione, quindi crediamo che questo titolo ci porterà molto e ci aiuterà a fare un passo avanti storico».

Questa assegnazione quali prospettive apre per il futuro delle due città?

Z: «Oltre agli scenari economici, entro il 2025 troveranno concretezza nuove prospettive sociali e culturali, che si protrarranno negli anni a venire. Le prime avvisaglie già ci sono con la riapertura convinta di un nuovo albergo, la volontà di altri investimenti e i continui progetti che arrivano in Comune, collegati proprio alla capitale. Non solo. Anche la riqualificazione urbanistica della città godrà di nuovo impulso perché vogliamo cogliere questa occasione per rendere Gorizia ancora più accogliente e attrattiva e con servizi di livello europeo. In questo senso abbiamo già diversi progetti avviati e altri in fase di definizione».

M: «Il desiderio essenziale è quello di non essere una periferia, ma di diventare il centro dello sviluppo. Ecco perché ci siamo uniti e siamo diventati prima una capitale informale e ora una capitale formale. Questo ci dà ancora più coraggio per crescere sotto tutti gli aspetti. Penso che l'unificazione di Gorizia sia un ottimo esempio per l'Unione europea, a dimostrazione che l'unificazione non può avvenire da Bruxelles o altrove, ma deve avvenire dal basso verso l'alto. È necessario rispettare l'identità comune che le persone sentono. Sono territori che hanno vissuto insieme, hanno memorie storiche ed eventi comuni, una cucina simile, così come simili sono le tradizioni contadine e i costumi. Anche se parliamo lingue diverse, conosciamo la lingua dell’altro».

Nel discorso agli italiani di fine anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è complimentato pubblicamente con le comunità di Gorizia e Nova Gorica per il risultato ottenuto. Cosa avete provato ascoltando quelle parole?

Z: «È stato davvero emozionante, anche perché inatteso. Il presidente Mattarella ha colto perfettamente la valenza di questo titolo e il lavoro che è stato fatto per conquistarlo. Sul confine goriziano si sta costruendo l'Europa più vera, quella dei cittadini e che il nostro territorio venga citato come esempio dal capo dello stato è significativo».

M: «Sono state parole molto importati, soprattutto in senso simbolico, in quanto l’Italia è uno dei quattro grandi paesi europei e uno dei fondatori dell'Unione Europea. Aver convito la giuria internazionale che la nostra fosse la miglior candidatura per la Capitale europea della cultura 2025 è importante per l'intera Unione e per il futuro dell'integrazione europea, che sappiamo significa pace e prosperità».

Cosa ha significato per voi lavorare reciprocamente fianco a fianco in questi mesi di preparazione?

Z: «Con Klemen Miklavič è nato subito un rapporto di amicizia e collaborazione spontanea. Anche nei momenti più difficili, quando il governo sloveno ha collocato nuovamente le barriere confinarie durante la prima fase del Covid19 siamo andati avanti senza esitazione. Anzi, insieme abbiamo fatto pressione sui rispettivi governi per migliorare la situazione».

M: «Abbiamo stabilito un contatto molto genuino con il sindaco Ziberna. Apprezzo molto la sua sincerità e il suo impegno per il progetto transfrontaliero. Ci siamo fatti prendere dall'idea che non vogliamo più essere la periferia di Roma e Lubiana, ma vogliamo essere il centro di una regione transfrontaliera che ha un significato europeo. Abbiamo imparato a gestire determinate situazioni insieme, come due sindaci di un'area urbana, lavorando insieme per obiettivi comuni».

Nel 2025 Nova Gorica e Gorizia si presenteranno al mondo come un’unica città: sarà uno scenario che durerà 365 giorni o che potrà cambiare in modo stabile e duraturo il rapporto tra le due realtà?

Z: «Il rapporto fra le due città è già cambiato perché si è capito che insieme siamo più forti e possiamo raggiungere risultati eccezionali. Tutto ciò nel rispetto della diversità e dell'identità di ognuno. Ecco perché sostengo che un primo grande successo sia stato rappresentato dalla candidatura, prima ancora che dalla vittoria».

M: «Ci aspettiamo che quanto costruiremo in questi anni porterà a un nuovo status delle nostre città, della nostra unica area urbana e dell'intera regione transfrontaliera. Ci aspettiamo di convincere il pubblico nazionale ed europeo che meritiamo un riconoscimento speciale, che questa specialità deve essere coltivata e rafforzata. Per questo, se dimostreremo di saper gestire insieme questo progetto, dopo il 2025 ambiremo a una zona economica speciale dell'UE, che ci darebbe l'opportunità di svilupparci come un'unica entità economica».

Fino allo scorso dicembre, l’obiettivo era conquistare la nomina di Capitale Europea della Cultura. Ora, in attesa del 2025, qual è il nuovo obiettivo di questo percorso?

Z: «L’obiettivo, come già con il Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale), è conseguente: dare a un territorio straordinario la prospettiva che merita. Oggi abbiamo la possibilità di diventare un sito turistico di livello europeo con l'arrivo di un numero eccezionale di turisti cui far conoscere la nostra storia e le nostre eccellenze. Su questo fronte stiamo giocando anche la carta della canditura UNESCO con Collio-Brda. Ma abbiamo anche altri progetti collegati alla valorizzazione dell'autoporto e di altri segmenti economici, con risvolti positivi per l'occupazione. Importante è quanto stiamo facendo per poter istituire anche a Gorizia una Zona Logistica Semplificata che possa attrarre nuovi imprenditori e aiutare l’imprenditoria che è già presente, a beneficio dell’economia e dell’occupazione. Analoghe riflessioni sono in atto per la possibilità di dare vita, a cavallo del confine, a una Zona Economica in cui poter usare la leva fiscale europea per attrarre capitali, imprese e occupazione».

M: «Ogni anno in questo percorso di avvicinamento sarà fondamentale. Dovremo tracciare tutti i principali progetti e avviare alcuni importanti investimenti. Ci aspettiamo inoltre che, da qui al 2025, l’aumento della visibilità a livello nazionale ed europeo porti a un aumento anche del numero di visitatori e, conseguentemente, di investimenti, con una crescita delle strutture ricettive, turistiche e del mondo della ristorazione».

Come vi immaginate Gorizia e Nova Gorica fra quattro anni?

Z: «Le immagino piene di vita, orgoglio e speranze. Le immagino come un territorio che grazie a una conurbazione cresce insieme e i cui i cittadini possano usare servizi ed esercizi al di qua e al di là del confine, quasi come se questo non ci fosse. Credo che con la Capitale si sia riusciti a fermare quello che sembrava un irreversibile declino di questo territorio con prospettive nuove e straordinarie per noi, per i nostri figli e i nostri nipoti».

M: «Tra quattro anni immagino Nova Gorica e Gorizia come una moderna città europea, dove il desiderio di progresso, alta tecnologia, lavori ben retribuiti e un'alta qualità della vita si mescolano con la creazione culturale, la creazione scientifica, lo sport e altri elementi di luoghi di attrazione tra il mare Adriatico e le Alpi. Un'area urbana in cui si respira la millenaria tradizione europea».

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Condividi