Ronchi, il Festival del Giornalismo fa il pieno di applausi

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redazione

28 Settembre 2020
Reading Time: 5 minutes

Conclusa la sesta edizione

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Si è chiusa la sesta edizione del Festival del Giornalismo, organizzata da Leali delle Notizie dal 22 al 26 settembre a Ronchi dei Legionari. Mille persone hanno reso possibile una buona riuscita della manifestazione culturale tra spettatori, ospiti, volontari, istituzioni, tecnici e partner.

La maggior parte degli incontri del Festival si sono tenuti per la prima volta in Piazzetta dell’Emigrante, in un palatenda allestito appositamente per l’occasione: sia per garantire il rispetto di tutte le normative ministeriali e regionali contro il Coronavirus e preservare la salute di pubblico, ospiti e volontari; sia per le condizioni metereologiche di settembre che avrebbero altrimenti rovinato tutta l’organizzazione della manifestazione culturale ronchese.

«Un grande Festival, per nulla semplice, alcune volte in forma ibrida tra presenza e streaming, ha riempito culturalmente cinque giornate nella nostra Ronchi dei Legionari. Un’edizione sicuramente coraggiosa e faticosa, al fine di garantire a tutti la possibilità di assistere agli incontri in condizioni di totale sicurezza – ha affermato Mauro Benvenuto, assessore alla cultura del Comune di Ronchi dei Legionari –. Un luogo di incontro rappresentato da ospiti nazionali e internazionali, contraddistinto per quantità e molta qualità, tenendo la barra su molti temi importanti e sensibili, e soprattutto senza censure, senza bavagli e senza nessun tipo di controllo politico. La nostra è una comunità con un’anima, che con entusiasmo e vitalità, ha saputo apprezzare il grande lavoro svolto da Leali delle notizie. Siamo grati all’associazione che ha portato oltre che un valore aggiunto anche un ottimo ritorno di immagine a Ronchi dei Legionari».

23 incontri, 6 presentazioni letterarie, 2 mostre e 82 ospiti hanno arricchito la sesta edizione del Festival del Giornalismo con una partecipazione in media fra i 150 e i 200 spettatori a serata.

La lotta contro la mafia e la situazione della libertà di stampa nel mondo sono stati temi centrali, in quanto si legano al Premio Leali delle Notizie in memoria di Daphne Caruana Galizia e a tutte le attività che l’associazione svolge da anni nella difesa della libera informazione.

La cerimonia di consegna del premio è stata presentata dalla corrispondente di guerra e scrittrice Barbara Schiavulli, che ogni pomeriggio ha mandato in onda sulla sua Radio Bullets tutti gli aggiornamenti della manifestazione culturale ronchese con il programma Live @ Festival.

«Chi affronta la fatica di mettere su un festival del giornalismo in tempi di coronavirus, chi è qui in una serata che sembra quasi invernale, chi riceve un premio in nome di una persona uccisa perché voleva combattere la corruzione di un governo, sceglie, magari senza saperlo, un giornalismo diverso – ha affermato Schiavulli alla cerimonia di consegna del Premio –. Questo mestiere si fa per tutte quelle persone che non hanno voce. Persone che vivono vite difficili. Quelli che la vita la perdono e di cui noi raccogliamo l’eredità. Si fa giornalismo per ricordare che non siamo uno, ma tutti. Ed è nostro dovere proteggere chi ha bisogno, che sia in prigione per un tweet o insultato da un razzista».

Il premio, realizzato dall’artista locale Franco Milani, è stato consegnato dalla sorella di Daphne, Corinne Vella, alla vincitrice Fabiana Pacella, giornalista che per amore della sua terra, la Puglia, non ha esitato a svolgere indagini e reportage sul panorama politico, imprenditoriale, economico e criminale pugliese. Tra le inchieste di cronaca, quella che ha portato al commissariamento per infiltrazioni mafiose del Comune di Carmiano. In questa occasione il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti, ha sottolineato come Ronchi dei Legionari sia diventata un punto di riferimento per la libertà di stampa e di espressione grazie alle iniziative di Leali delle Notizie. «Le attività svolte dall’associazione Leali non sono inutili, in quanto si schierano a favore di Daphne, Giulio Regeni e Patrick Zaki chiedendo verità e giustizia per loro e per tutte le persone che vengono minacciate perché svolgono il proprio mestiere – ha affermato Giulietti –. L’articolo 21 della nostra Costituzione afferma il diritto e dovere di essere informati. Vivere sotto scorta è una disgrazia e in un paese civile i giornalisti non dovrebbero essere privati della propria libertà perché svolgono la propria professione seriamente».

Il Festival del Giornalismo si è chiuso poi con l’incontro “La mafia uccide, il silenzio pure. L’attualità delle parole di Peppino Impastato ucciso a 30 anni da mano mafiosa”. Il panel è stato introdotto e moderato da Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia, che ha dialogato con Giuseppe Antoci, presidente onorario della Fondazione Caponnetto ed ex presidente del Parco dei Nebrodi, Antonella Napoli, giornalista e analista di questioni internazionali, Vincenzo Rubano, giornalista professionista, Sandro Ruotolo, vincitore del “Premio Leali delle Notizie – In memoria di Daphne Caruana Galizia” nel 2019 e Corinne Vella.

Il Festival non ha parlato solo di libertà di stampa e di espressione ma ha anche affrontato in questa edizione diversi temi di attualità: la migrazione, i meccanismi della mente umana attraverso l’analisi dei serial killer italiani più spietati, le buone notizie e il Coronavirus. Giornalisti internazionali del The Times, della BBC, tra cui il direttore della BBC Europa Richard Colebourn, e di molte altre testate e media stranieri, si sono recati a Ronchi dei Legionari e hanno raccontato come viene vista l’Italia all’estero, sottolineando come il nostro Paese sia stato quello che è riuscito a gestire meglio a livello mondiale la pandemia di Coronavirus. L’incontro coi giornalisti stranieri è stato uno dei più apprezzati dal pubblico assieme a quello sulla strage di Ustica, sulla situazione delle carceri italiane e sulla situazione politica in Italia a vent'anni dalla morte di Bettino Craxi con la senatrice Stefania Craxi. L’incontro che ha riscosso però in assoluto più successo è stato quello sull’evoluzione del femminismo, riempiendo tutti i 200 posti del palatenda.

«Il Festival del giornalismo è un luogo aperto, in cui si confrontano le opinioni. Personalmente non amo i monocolori e questo è un evento che apprezzo perché è 'variopinto': del resto, se si vuole condividere e ampliare la conoscenza occorre ascoltare le voci più diverse – ha affermato l'assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, l’ultima sera del Festival –. È un'occasione di incontro, dove è garantita la massima libertà di espressione, necessario e imprescindibile strumento di crescita per i cittadini e per gli operatori dell'informazione».

La vincita del bando triennale promosso della Regione per le attività culturali ha permesso infatti a Leali delle Notizie di ingrandire la manifestazione e di cercare di organizzare un Festival di qualità in tempi di pandemia.

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