I bambini e gli usi sociali del denaro

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redazione

12 Marzo 2018
Reading Time: 4 minutes

I risultati del progetto nazionale

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I bambini in Italia dimostrano di avere opinioni abbastanza precise sul valore del denaro: se da un lato esso è ritenuto importante da più della maggioranza (59%), dall’altro la frase “i soldi danno la felicità” è vera solo per il 27%. Quindi: i bambini sanno – come indicato da molti studi sugli adulti – che il reddito non è sempre correlato al benessere. È quanto emerge dalla ricerca “I soldi fanno la felicità? I bambini e gli usi sociali del denaro”, presentata in anteprima nei giorni scorsi in una conferenza a Roma, e inserita nel progetto scientifico “La torta dell’economia”, del quale il responsabile scientifico è stata Emanuela Rinaldi, sociologa dell’Università di Udine.

Lo studio ha coinvolto circa 1.300 alunni delle scuole primarie italiane, analizzando l’atteggiamento verso il successo economico, le abitudini di scambio di denaro in famiglia, l’interesse verso l’economia dei bambini. Accanto alla ricerca, nella conferenza sono stati illustrati i risultati del progetto “La Torta dell’Economia”, che rappresenta il primo percorso di educazione finanziaria in Italia dedicato al risparmio, al dono, alla progettualità e alla solidarietà, svolto con un gruppo di 30 classi di bambini di 8, 9 e 10 anni.

Tra gli altri dati dello studio, l’affermazione “per diventare una persona rispettata da molta gente bisogna guadagnare molti soldi” è ritenuta abbastanza o completamente falsa da circa l’80% del campione; per quasi 4 allievi su 10 (38%), è consolidata la pratica del denaro “on demand” (“ne chiedo quando ne ho bisogno”), mentre decisamente meno frequente è l’utilizzo della paghetta settimanale.

La propensione al risparmio nel complesso è buona: dichiara di cercare “di non far fare ai miei genitori spese inutili” spesso o sempre il 43% del campione e qualche volta il 29%. È stato svolto, inoltre, un approfondimento sulla rappresentazione dei meccanismi di mobilità sociale ascendente e discendente. Alla domanda: come si diventa ricchi? La risposta su cui tutti concordano è “lavorando molto” (85%), seguita da “risparmiando sempre” (68%) o “sposando una persona ricca (55%) oppure nascendo in una famiglia ricca o ricevendo un’eredità” (54%).

Invece, “studiare a lungo” è un fattore che consente di diventare ricchi solo secondo la metà degli alunni intervistati, valore di poco superiore al vincere alla lotteria (46%). La povertà è un concetto di comprensione più difficile per i bambini. Dall’indagine si nota come i fattori più legati a questa condizione siano il “lavorare poco” (73%), “risparmiare poco e sprecare i soldi” (73%), ma anche cause esterne come il licenziamento (77% maschi vs 68% femmine) o se i ladri rubano in casa (51%).

«La ricerca – spiega la responsabile del progetto Emanuela Rinaldi – evidenzia in linea generale che i bambini In Italia oggi vivono in un contesto sociale caratterizzato da un lato da incertezza economica e crisi occupazionale, e dall’altro da una forte pressione al consumo e richiami mediatici che spesso associano la felicità alla ricchezza e all’acquisto di beni e servizi. Allo stesso tempo – aggiunge – l’indagine mostra che valori come amicizia, affetto, fiducia stiano crescendo di importanza nelle nuove generazioni. Ecco perché abbiamo dedicato il progetto di educazione finanziaria non solo al risparmio per sé ma anche all’utilizzo del denaro per gli altri, sotto forma di dono o solidarietà».

Progetto e ricerca sono stati realizzati grazie alla collaborazione di un team interdisciplinare di esperti dell’associazione Fareconomia, dell’Università degli Studi di Udine e della Cooperativa Sociale Pandora Onlus, e sono stati promossi da Orizzonti Tv, la prima web tv dedicata all’educazione finanziaria con il sostegno di Federlus (Federazione BCC Lazio Umbria, Sardegna) e del mondo della cooperazione grazie al contributo di Fondosviluppo.

Al percorso didattico è stata abbinata anche una valutazione contro-fattuale svolta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, intesa a misurare l’impatto del progetto nella sua prima annualità di sperimentazione (anno scolastico 2016/2017), confrontando un gruppo di studenti che hanno partecipato al progetto (30 classi) e un gruppo controllo (30 classi).

«Il progetto – sottolinea Emanuela Rinaldi – ha raggiunto alcuni degli obiettivi prefissati. Nello specifico, promuovere la conoscenza e l’interesse verso lo studio dell’economia e della finanza e favorire un orientamento pro-sociale sensibile ai bisogni e ai desideri dei componenti del gruppo di riferimento e alla collettività allargata. Inoltre la ricerca ha indicato che esistono differenze tra maschi e femmine già dagli 8-9 anni nel rapporto con il denaro, e che i bambini sono molto incuriositi dalla materia. Ci auguriamo che questa ricerca contribuisca ad arricchire lo studio dei processi di socializzazione finanziaria e a migliorare i progetti di financial education in Italia».

L’executive summary della ricerca è disponibile scrivendo a redazione@orizzonti.tv

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