Da Londra a Udine per ripartire dal populismo

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redazione

18 Aprile 2017
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Nuova proposta per “vicino/lontano”

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Sarà Utopia il filo conduttore di vicino/lontano 2017, 13^ edizione del festival in programma a Udine dall’11 al 14 maggio. Nato con l’intento di promuovere momenti di riflessione pubblica su questioni aperte e temi cruciali del nostro tempo, vicino/lontano, constatata la crisi delle ideologie che sostenevano le grandi utopie dei secoli scorsi, vuole quest’anno provocare l'immaginazione di tutti con una domanda decisiva: perché non proviamo – con il coraggio della discontinuità – a immaginare e pensare il futuro come diverso dal mondo che conosciamo?  Incontri, dibattiti, conversazioni, conferenze, lezioni, letture, mostre, spettacoli e proiezioni occuperanno ancora una volta, per quattro giornate, il centro storico della città friulana, con un centinaio di appuntamenti che coinvolgeranno 170 protagonisti della cultura e dell’informazione.  

Novità è la collaborazione attivata con il prestigioso e autorevole Institute of Ideas di Londra, che ha scelto il festival di Udine per realizzare il primo evento “satellite” in Italia del festival “Battle of Ideas”, ogni anno di scena a Londra al Barbican Centre. Tema del confronto tra i relatori, e con il pubblico, sarà il fenomeno del nuovo populismo, che pone a chi non voglia accontentarsi di spiegazioni semplificate o pregiudiziali, interrogativi e analisi non banali. Negli Stati Uniti di Trump, nella Gran Bretagna della Brexit, in Europa e in Italia soffiano sempre più impetuosi venti di populismo. Possiamo accontentarci di pensare che sia semplicemente una risposta alla paura determinata dall’incertezza dei tempi? Possiamo pensare che costituisca solo una minaccia per la stabilità di sistemi politici consolidati? O potrebbe diventare un’occasione per invertire il processo di declino della partecipazione politica come l’abbiamo conosciuta? Ne analizzeranno ragioni e prospettive, giovedì 11 maggio in apertura di festival (Chiesa di San Francesco, ore 19.45) tre osservatori di geopolitica ed editorialisti britannici: Mary Dejevsky, Frank Furedi, Andrew Spannaus e Angela Giuffrida, coordinati da Alastair Donald, direttore associato dell’Institute of Ideas.

MARY DEJEVSKY Scrittrice e giornalista, si occupa di una vastissima gamma di questioni nazionali e internazionali. È stata corrispondente da Washington, Mosca, Parigi e inviata speciale in Cina. Già editorialista per The Independent, testata per cui ora firma una rubrica, interviene regolarmente come esperta alla radio e in televisione.  È Honorary Research Fellow all’Università di Buckingham.

FRANK FUREDI Sociologo con sede nel Regno Unito, scrive sui fenomeni culturali chiave della società contemporanea, occupandosi in particolare di nuove tecnologie e nuovi media, terrorismo e paura. Tra i suoi saggi, tradotti in molte lingue: Culture of Fear (2002); Invitation to Terror: Expanding the Empire of the Unknown (2007); On Tolerance (2011); Authority: a sociological history (2013); Power of Reading: From Socrates to Twitter (2015). In italiano ha pubblicato Il nuovo conformismo (Feltrinelli 2005); Che fine hanno fatto gli intellettuali (Cortina 2007); Fatica sprecata. Perché la scuola oggi non funziona (Vita e Pensiero 2011).

ANGELA GIUFFRIDA Giornalista freelance, scrive di politica, Europa, economia e migrazioni. Ha collaborato con The International New York Times, The Huffington Post’s World Post e il Guardian intervenendo come commentatore alla BBC, Sky News e CNN. In qualità di direttore responsabile ha tenuto a battesimo The Local Italy, sito d’informazione in lingua inglese sull’attualità italiana. 

ANDREW SPANNAUS Giornalista americano attivo in Italia e a livello internazionale. Come analista strategico di geopolitiche globali, presta particolare attenzione al ruolo degli Stati Uniti e alle vicende del Medio Oriente. Nel 2013 ha fondato il servizio Transatlantico.info, che fornisce analisi e consulenza di economia e geopolitica. Collabora a Consortiumnews.com (Usa) ed è autore del profetico Perché vince Trump (Mimesis 2016).

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