Italiani e giornalismo, rapporto di amore e odio

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redazione

13 Aprile 2017
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Indagine “Newsparade”

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Si intitola Newsparade l’indagine prodotta dal festival Link, Premio Luchetta incontra 2017 insieme con SWG che verrà presentata venerdì 21 aprile, in anteprima a Link 2017, nell’ambito dell’incontro introduttivo della 5^ edizione del festival, in programma fino a domenica 23 aprile nella Fincantieri Newsroom di Piazza della Borsa a Trieste.

Newsparade si apre registrando un dato sorprendente: il primato della politica italiana nell’interesse dei cittadini quando si tratta di informarsi attraverso i canali più vari, dalla tv alla stampa – cartacea e online – dalla radio ai social network.  È la politica italiana il tema che resiste al top del gradimento, nella hit delle notizie. Non quindi i temi caldi della Brexit e dell’America di Trump, non gli attentati in Europa, non il rush finale del campionato di calcio. Ma altrettanto sorprendente si profila il tema che conquista la piazza d’onore, quello legato ad ambiente – salute – benessere: gli italiani non solo dichiarano di monitorarlo in modo privilegiato, ma si lamentano anche di trovarlo agli ultimi posti nella frequenza o nella visibilità dei temi trattati da notiziari tv, stampa cartacea e web.  Fra i temi che riscuotono maggiore interesse quando accendiamo la tv o clicchiamo a pc spiccano anche le grandi questioni sociali del mondo, immigrazione innanzitutto. E poi le arti, intese come l’insieme degli eventi di spettacolo e cultura del nostro tempo, e gli stili di vita a cominciare da tutto quel che ruota intorno al cibo. Molti i distinguo fra uomini e donne: i primi più attenti a sport, finanza e politica, le seconde colpite dagli eventi di cronaca, dalle notizie che toccano la vita delle persone e dalle novità legate al microcosmo culturale.  Dato non trascurabile è quello anagrafico: fra gli over 55, 6 su 10 sono ipnotizzati dalle news legate alla politica nazionale.

L’indagine sarà illustrata dettagliatamente nell’incontro di prolusione a Link 2017, venerdì 21 aprile alle 15. Ne converseranno il direttore della RaiTGR Vincenzo Morgante, il direttore del Giornale Radio Rai e Radiouno, Andrea Montanari, il direttore del quotidiano Il Piccolo Enzo D’Antona e il presidente Swg Maurizio Pessato, coordinati dal responsabile della redazione ANSA Trieste Alfonso Di Leva

La ricerca ha inoltre focalizzato l’affidabilità delle fonti di notizia, in rapporto all’immediatezza delle news. Dove cerchiamo ogni giorno le nostre “ultim’ora” per sentirci aggiornati con quel che succede nel mondo e intorno a noi? Per quasi 1 italiano su 3 la tv resta riferimento immediato e affidabile per il procacciamento delle notizie: per il 32% nel caso di avvenimenti esteri, per il 30% nel caso della cronaca italiana, per il 28% nel caso della politica, per il 25% rispetto ai temi sociali e solo per il 21% in rapporto all’economia. Al secondo posto, per una fascia che gravita dal 19% al 13% secondo i temi, l’affidabilità della fonte premia i quotidiani online. Gli altri media, fatta eccezione per i settimanali in tema di economia, si spartiscono con minore incidenza l’attenzione dei cittadini, i social in particolare risultano di esiguo interesse quando si tratta di andare a cercare le ultime notizie.

Questo scenario cambia tuttavia all’irrompere di una breaking news (ultim’ora): quando nei modi più vari ci arriva notizia di una catastrofe, di un evento terroristico o di altre notizie sconvolgenti, è alle news tv che ci rivolgiamo anche più del solito  – quasi 7 italiani su 10 – mentre i siti dei quotidiani e i social network sembrano spartirsi la fetta residua degli italiani a caccia della grande notizia.

Passata l’emergenza e appresa la notizia, se vogliamo approfondirla stiamo ancora incollati alla tv oppure andiamo sui siti web dei quotidiani (1 italiano su 2), ma anche i social network si dimostrano competitivi e in grado di fornirci i dettagli che cercavamo.

Nei fatti, oggi, cosa si intende per “buon giornalismo” e chi può permettersi ancora di farlo? Ancora a sorpresa, sull’immediatezza della notizia vince, di misura, la capacità di approfondirla secondo gli italiani. Vale per 9 italiani su 10, mentre 1 italiano su 2 ritiene che non abbia alcuna importanza la capacità del giornalista di dare una propria interpretazione dei fatti. 

Dateci la notizia e i suoi contorni, sembrano dire gli italiani, a farci un’idea ci pensiamo noi: tanto più che il 92% degli intervistati ha deprecato la tendenza a caricare l’informazione di elementi che ‘accrescono la reazione emotiva’.  E quasi 7 italiani su 10, il 68%, sottolineano che ‘basta un po’ di prudenza’ per non commettere errori macroscopici senza aver verificato correttamente le fonti, Come dire: prendetevi un minuto in più, ma raccontate i fatti per quello che sono. Gli italiani danno i voti al giornalismo, quindi: il 56% dimostra di avere ancora fiducia nel giornalismo, ma quasi 6 italiani su 10(59%) sono concordi nell’affermare che i media non svolgono bene il loro compito di fornire un’informazione adeguata e libera.

Sono i giornali di carta a vincere il primato nella percezione dei cittadini, con il 71% di affidabilità secondo gli intervistati, mentre le tv e la radio seguono a un’incollatura, totalizzando il 67%. Fanalino di coda nel buon giornalismo percepito sono i talk show, dietro persino i social network intesi come ‘agorà’ di confronto sulle notizie apprese.

A proposito di informazione ed emotività, gli italiani dimostrano tuttavia una certa ambivalenza: se richiedono sobrietà nel modo di dare la notizia, restano saldamente ancorati al rito della ‘tv del dolore’: 3 italiani su 4 (76%) dichiarano di apprezzare i programmi che espongono la vita e gli eventi drammatici delle persone, anche se il 91% si dichiara consapevole della spettacolarizzazione di questo modo di fare tv.

L’indagine Newsparade. Il buon giornalismo, la hit delle notizie è stata realizzata da SWG per LINK FESTIVAL 2017 fra il 28 e il 30 marzo 2017, sulla base di un campione di 1.500 soggetti maggiorenni rappresentativi per area geografica, genere ed età. È stato utilizzato il metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview). 

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