Con le ali ai piedi

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Michele D'Urso

31 Luglio 2015
Reading Time: 5 minutes

Walter Bonati e lo Skating Club Pontebba

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La prima volta che ho visto un pattinatore di velocità mi è subito tornato in mente la figura mitologica del dio romano Mercurio. I pattini mi ricordavano le sue particolari calzature alate, i Talari di Mercurio, che lo facevano correre velocissimo, tanto da farne il messaggero degli dei. Da quella proverbiale velocità trae poi origine il detto: con le ali ai piedi.

Veloci come frecce vedo passare davanti a me gli atleti dell’associazione sportiva Skating Club di Pontebba, degni eredi di cotanta mitologia. Il mio interlocutore è il vicepresidente del sodalizio, Walter Bonati, la cui quasi omonimia con il famoso alpinista (Walter Bonatti) evoca nella mente il ricordo di leggendarie imprese sportive.

Facezie a parte, com’è gestire un’associazione sportiva a Pontebba, luogo incantevole ma sotto-popolato e con risorse limitate?

«Le difficoltà sono principalmente di due tipi: la prima, che noi riteniamo più importante, è legata al numero di atleti praticanti. Lo spopolamento della montagna ha ridotto notevolmente la presenza di bambini, di conseguenza anche il numero di giovani atleti sui quali lavorare; considerata anche la presenza di altre discipline che assorbono i ragazzi, quali hockey, pattinaggio artistico e sci, la nostra squadra può contare su un bacino di 25 pattinatori, con età che vanno dai 5 ai 17 anni. Davvero poco. La seconda difficoltà è legata al ‘vil denaro’, ovvero un territorio economicamente povero come il nostro offre poche attività disposte a sponsorizzare le squadre sportive, che di soldi ne hanno bisogno, e quindi, a parte qualche prezioso ma esiguo contributo pubblico (Comune, Provincia), tocca alle famiglie coprire tutti i costi».

Sport per passione. E da lì siete nati voi…

«Pontebba vanta da anni la passione per il ghiaccio e per tutti gli sport che ne ruotano attorno. Fin dagli anni ‘60, intrepidi volontari passavano le fredde notti invernali a bagnare campi per creare il terreno ghiacciato. Da questa passione e dalla tenacia di chi ne ha seguito le orme, negli anni ‘90 è stata costruita la ‘Ice halle’, ovvero il Palaghiaccio».

Una struttura che è vanto e orgoglio per l’intera Val Canale.

«All’interno del palaghiaccio ‘Claudio Vuerich’ ruotano tre società per le tre diverse specialità legate al ghiaccio: oltre al nostro Skating Club che segue lo ‘Short Track’, ovvero la velocità su pista corta, c’è l’Artistico Ghiaccio, che vanta una sessantina di atleti, specialmente bambine, e l’Hockey. Quest’ultimo, miracolosamente, riesce a coprire, con tre squadre dai piccoli dell’under 8 agli amatori, quasi tutti i settori di età. C’è da specificare che gli amatori attualmente giocano il campionato nella vicina Carinzia».

Gli addetti ai lavori dicono sempre di privilegiare lo sviluppo personale degli atleti in senso lato ai risultati; secondo lei è un proposito rispettato o una bugia per celare un agonismo esasperato?

«Lo sport è agonismo, sempre e a qualsiasi livello; questa è la mia opinione. Ovviamente non tollero le violenze, ma comprendo lo spirito competitivo. Per quanto concerne il nostro, è uno sport di fatica, tanta fatica; solo una grande volontà individuale permette agli atleti di affrontare allenamenti impegnativi, gare combattute e lunghe trasferte. Ma questo è lo sport. E lo sport prepara ad affrontare le sfide della vita, a non aver paura di mettersi in gioco. I risultati possono arrivare o meno, ma le soddisfazioni ci sono per tutti, sempre».

Agli inizi degli anni ‘80 correva la leggenda che le gambe più forti del mondo fossero di Eric Heiden, pattinatore americano di velocità sul ghiaccio. È davvero così? O oltre alla forza è anche una questione di tecnica?

«La forza e l’esplosività sono doti fondamentali per i pattinatori; però, negli ultimi anni, la tecnica ha assunto un ruolo predominante. I campioni del momento esprimono un mix fra potenza, agilità e tecnica, favoriti anche dall’impiego di nuovi materiali. Anche i pattini hanno una grande importanza. E a testimonianza delle qualità produttive della nostra regione, una fra le aziende leader nella produzione di pattini da velocità e accessori ha sede a Maniago».

Quanti Enrico Fabris – vincitore di due ori e un bronzo alle Olimpiadi invernali di Torino – ci vorranno prima che sport come questo possano ottenere maggiore considerazione da parte dei media?

«Il nostro sport non avrà mai costantemente le luci della ribalta; da sempre lo ‘Short Track’ ha regalato medaglie olimpiche e mondiali, ma come avviene per tutti gli altri sport minori, l’attenzione si esaurisce con lo spegnimento del braciere olimpico».

Lei ha organizzato dei ‘campus’ di allenamento in cooperazione con altre società italiane e con la Nazionale ai quali hanno partecipato anche rappresentative giovanili di altre nazioni; oltre all’arricchimento tecnico, che effetto le fa portare lustro a Pontebba?

«La nostra società è fra le più importanti d’Italia ed è ben considerata dalla Federazione; nel mese di luglio organizzeremo uno ‘Short Track Camp’ per i giovani atleti, fra i quali ci saranno diversi elementi appartenenti alle varie nazionali. Il Camp vuole essere un’occasione di allenamento, ma anche di incontro e scambio di esperienze. Inoltre, la possibilità di avere il ghiaccio nei mesi estivi è anche un indotto economico per Pontebba e per l’intera vallata, dato che sono numerose le società che soggiorneranno qui per garantire ai propri atleti una settimana di ghiaccio».

L’ennesima occasione per portare il nome di Pontebba all’estero.

«I nostri atleti più grandi partecipano alla Coppa Europa e quindi scivolano sul ghiaccio degli stadi più importanti d’Europa, ottenendo risultati prestigiosi. Nel mondo dello Short Track tutti sanno dove sta Pontebba e se ne avremo la possibilità è nostra intenzione ospitare una prova di Coppa Europa».

Ha citato i vostri atleti: chi sono?

«Abbiamo molti campioni italiani o comunque atleti che nelle diverse categorie rientrano fra i primi tre a livello europeo. Abbiamo raccolto numerosi podi con Michele Cecon, Valentina Bonati e Camilla Baron, e per loro è giunta anche la convocazione con la Nazionale e conseguente partecipazione alle finali europee».

A proposito di ali, cambiamo per un attimo sport: le Aquile di Pontebba torneranno a volare?

«Le Aquile sono state un importante momento per gli sport del ghiaccio a Pontebba, che purtroppo difficilmente potremmo rivedere. Si è dimostrato impossibile soprattutto dal punto di vista economico competere con realtà più grandi o con vere metropoli come Milano, Torino o Bolzano».

Dallo sport all’attualità: alla fine la funivia per Pramollo si farà o no?

«Il turismo e la funivia che collegherà Pontebba a Pramollo sono l’unica via per rilanciare la nostra comunità e l’intera valle; se ne parla da cinquant’anni e ormai sono in pochi quelli che ci credono ancora. Ma io sono fra questi. Ho avuto un’esperienza di dieci anni in Amministrazione comunale e ne ho seguito il lungo iter; credo, e spero, che nei prossimi anni il sogno di rilancio di Pontebba si realizzerà».

E questo è ottimismo puro, che agli agonisti e ai leader quale Walter Bonati è, non deve mancare mai. Il dio Mercurio è stato indicato anche come protettore degli atleti: non mi resta che augurare a tutto lo Skating Club, con ilare ottimismo, che Mercurio abbia un occhio benevolo per loro, sì che il futuro porti sempre nuovi successi da raggiungere… con le ali ai piedi!

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