Africa, cresce l’economia non il benessere della gente

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redazione

2 Marzo 2015
Reading Time: 3 minutes

Convegno a Pordenone

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È l’Africa subsahariana la vera sorpresa fra le economie emergenti della Terra: «eppure pochi economisti hanno evidenziano che, nel 2014, a dispetto della crisi internazionale l’Africa sub-sahariana ha registrato una crescita economica intorno al 5%». Lo sottolinea Arrigo Pallotti, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università di Bologna, primo relatore della nuova serie di incontri di cultura economica promossa dalI’IRSE – Istituto Regionale Studi Europei del FVG, a cura della presidente Laura Zuzzi: un’articolata riflessione intorno ai temi clou legati all’economia ‘glocal’, globale e locale, del nostro tempo.

“Squilibri. Globali, europei, locali” è infatti il tema portante dei dialoghi 2015, quest’anno enucleati a partire dall’Africa anziché dall’Europa: «Una prospettiva – spiega la curatrice Zuzzi – che aiuta a focalizzare le dinamiche che hanno messo a dura prova la tenuta delle fragili nuove democrazie, facendo scoppiare ulteriori conflitti armati, come in Mali e Nigeria. Laddove sembrava che stessero finalmente evolvendo le sorti di un continente intrappolato nel sottosviluppo».

“Africa: Vecchi e nuovi squilibri. Democrazie incerte. Quale modernizzazione?” è il tema dell’incontro inaugurale, giovedì 12 marzo (ore 15.30, Auditorium del Centro culturale Casa Zanussi di Pordenone). Protagonista sarà proprio Pallotti, autore fra l’altro di “Alla ricerca della democrazia. L’Africa sub-sahariana tra autoritarismo e sviluppo”, (Rubettino 2013) e “Le parole dello sviluppo. Metodi e politiche della cooperazione internazionale” (con Mario Zamponi – Carocci, 2014). «Ad investire nei Paesi africani ci sono le nuove potenze emergenti – anticipa Pallotti –  come Cina, India, Brasile, tutte alla ricerca di materie prime e di mercati per le esportazioni. Ma la performance economica, del tutto squilibrata, si è finora tradotta in un miglioramento molto modesto degli indicatori sociali: addirittura in alcuni Paesi africani il reddito pro capite e l’indice di sviluppo umano sono oggi più bassi di quanto non fossero negli anni Ottanta». Squilibri, quindi, e l’inevitabile portato: corruzione, guerre, ulteriori emigrazioni verso l’Europa, tragedie nel Mediterraneo.

Intanto, fra austerity e percorsi per rilanciare la crescita viene sottovalutato, soprattutto in Italia, il grave ritardo nelle conoscenze informatiche e nella digitalizzazione: il Digital Divide nella Pubblica Amministrazione, che frena non poco le riforme annunciate. Nei giorni in cui il Governo italiano ribadisce di voler individuare nello sviluppo digitale una delle priorità della sua azione e si concentra sulla banda ultralarga, IRSE propone, mercoledì 18 marzo, l’incontro sul temaLa Rete nuova agorà democratica. Contraddizioni e squilibri: ne tratterà, Guido Scorza, docente di nuove tecnologie e comunicazione, ma anche avvocato che si occupa da oltre dieci anni di politica dell’innovazione e di difendere i diritti civili in Rete, convinto che Internet debba divenire la nuova agorà democratica del Paese.

Vacillano, un po’ in tutta l’Europa centrale e del sud, le politiche sociali; gli investimenti nel welfare – istruzione compresa – vengono considerati più un costo che un investimento. Ne tratterà martedì 31 marzo Chiara Agostini, del Centro Luigi Einaudi di Torino, intervenendo sul tema: Tagli al sociale: vecchi e nuovi squilibri sulle spalle dei giovani”. Sarà questo il terzo incontro del ciclo IRSE 2015, che culminerà con due convegni legati ai nuovi scenari a nord-est: mercoledì 6 maggio (ore 17.30, Auditorium del Centro culturale Casa Zanussi) i riflettori saranno puntati su “Digitale&Nuova Manifattura. Binomio chiave per RilancimpresaFVG”, il confronto dedicato ai nuovi squilibri sul territorio e alla crisi del manifatturiero. Dialogheranno Stefano Micelli, docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore scientifico della Fondazione Nord Est, la presidente di Banca FriulAdria Crèdit Agricole Chiara Mio, docente di Economia aziendale, e con loro diversi operatori economici e amministratori pubblici, coinvolti in una comune riflessione su come riutilizzare contenitori e aree cementificate lasciate vuote, e come ripensare centri cittadini e periferie. Ma lo squilibrio che si configura davvero “sottotraccia” è quello di cui si tratterà nel convegno conclusivo, giovedì 4 giugno (ore 17.30), dedicato a “Mafie in movimento: globalizzazione, nuovi territori, emergenza Nordest Italia. Ospite dell’IRSE sarà Federico Varese, docente di criminologia presso l’Università di Oxford, considerato uno dei maggiori analisti del crimine organizzato, delle reti sociali della corruzione. Nel suo libro “Mafie in movimento”, pubblicato in inglese e tradotto in italiano per Einaudi nel 2012, ha analizzato come il crimine organizzato stia conquistando nuovi territori con vere e proprie operazioni di “trapianto”. «Lezioni davvero cruciali – afferma l’autore – si possono trarre dalle storie dei successi delle mafie e, tanto più, dei loro insuccessi, se vengono divulgate senza insabbiature».

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