Dalla burocrazia al calcio: dove sta andando l’Italia?

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redazione

2 Maggio 2014
Reading Time: 4 minutes

La prossima settima il via a “Vicino/Lontano”

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Il festival Vicino/lontano 2014, dall’8 al 18 maggio accompagnerà il pubblico a scoprire “che mondo fa”: e l’indagine si sposta sul piano del racconto scenico con molti protagonisti capaci di indagare il presente e trarne storie, rimandi, spesso visioni prospettiche o addirittura ‘profetiche’ per immaginare il futuro, per raccontare come e perché stanno cambiando le nostre vite di cittadini globali sotto il profilo economico, politico, culturale, psicologico.

Partendo da una parola antica, burocrazia: termine divenuto il muro dove si infrangono i tentativi di cambiare il corso delle cose, in Italia, e velocizzare l’evoluzione del Paese. Vicino/Lontano 2014 ospiterà per l’intera giornata di sabato 10 maggio (Chiesa di san Francesco, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30) il convegno Oltre la burocrazia. Per un’amministrazione efficace e responsabile, in collaborazione con Multiverso e l’Associazione culturale Giorgio Ferigo.  E lunedì 12 maggio  (Chiesa di San Francesco ore 21)  saranno l’attore Paolo Rossi e il giornalista Gian Antonio Stella, editorialista e inviato del Corriere della Sera, a trasporre in scena l’assurdità della nostra burocrazia nel dialogo Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli, un viaggio semiserio attraverso un’Italia stretta nella morsa dei commi, degli articoli, degli azzeccagarbugli che ogni giorno rendono più complicata la vita dei cittadini. Sarà una serata in cui condividere lo sgomento di un grande editorialista e farsi delle risate di fronte alla comicità stralunata di un attore di talento che insieme, in un duetto sorprendente, complici e divertiti, mettono in scena l’assurdità della nostra burocrazia.

Ma Vicino/Lontano rifletterà anche sul  ‘gioco più bello del mondo’, a un mese dall’inizio dei mondiali di calcio in Brasile, per  congedarsi dal suo pubblico con una divertente e provocatoria verifica sui pregiudizi legati al ‘pallone’, croce e delizia delle nostre domeniche: Quando il gioco si fa brutto (domenica 18 maggio, Chiesa di San Francesco ore 21). Il calcio è davvero il gioco più bello del mondo? O piuttosto è il gioco maggior portatore sano di messaggi malati? Il calcio è il gioco più maschilista del mondo? Il calcio è il gioco con i peggiori tifosi del mondo? A questi interrogativi, coordinati da Paolo Patui, curatore di LeggerMente, sulle musiche live della Pordenone Big Band, risponderanno Alessandro Birindelli, per molti anni difensore titolare della Juventus, Gianpaolo Ormezzano, voce storica del nostro giornalismo sportivo, Massimo Priviero, rocker genuino e nemico dello show business, e Sara Simeoni, campionessa olimpica a Mosca nel 1980, prima donna a valicare l’asticella posta a oltre i due metri nel salto in alto, una delle atlete più importanti e significative e dell’intera storia dello sport italiano.

Al festival molti altri eventi scenici: domenica 10 maggio (Chiesa di San Francesco, ore 21) torna “Accento”  100 minuti di idee & musica, a cura di p.én.lab. La serata quest’anno mette a fuoco l’obiettivo sul terzo settore: 100 minuti di progetti, visioni, sogni, idee e realizzazioni. 10 oratori, ognuno dei quali ha a disposizione 7 minuti per parlare, presentare, mostrare, mettere in scena, raccontare il proprio lavoro, la propria visione o la propria filosofia. Ogni volta, allo scadere dei 7 minuti, la musica live dello Strike Back Trio suona per 3 minuti. Oratori e musicisti compongono un quadro complessivo coerente e armonico. La voce narrante fuori campo che fa da fil rouge tra gli interventi è di Matteo Ciotta.

Domenica 18 maggio (Chiesa di San Francesco, ore 16.30) i riflettori saranno puntati sulla performance teatrale di Generazione Disagio, “Dopodiché, stasera mi butto”, per la regia di Riccardo Rainer Pippa,Premio Giovani Realtà del Teatro 2013, proposta in collaborazione con la Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe. Una scanzonata, irriverente, grottesca gara al gioco dell’oca tra tre giovani “marginali” (un dottorando, un precario, un bamboccione casalingo) che, guidati da un cinico presentatore, possono aspirare, come ultima chance, al suicidio. Un gioco coinvolgente che riesce, utilizzando i codici del varietà o del vaudeville, a coniugare il drammatico al comico in una generale dimensione ludica che mette in evidenza il disagio di una generazione”. Gli allievi del primo anno di corso della Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe diretti da Claudio de Maglio con la collaborazione di Alessandro Conte saranno i protagonisti della performance teatrale “Incursioni utopiche” (chiesa di san Francesco, venerdì 16 maggio, ore 21). Contro il monoteismo del dio denaro, attingendo al serbatoio delle utopie che hanno animato i grandi del passato, cercheranno di trasmettere, con una gestualità provocatoria, l’idea che l’utopia debba tornare ad essere una necessità morale che chiede di appartenere al quotidiano per ispirare le nostre azioni concrete e collettive.

Giovedì 15 maggio, al Teatro San Giorgio alle  21 appuntamento con Canti – Cjants – Dall’America, lo spettacolo teatrale da Cjants da la Meriche di Nelvia Di Monte, ideato da  Stefano Rizzardi con Maria Ariis, Gabriele Benedetti, Giulia De Paoli, Stefano Rizzardi e le voci registrate di Fabiano Fantini, Alessandra Pergolese, su musiche di Aleksander Ipavec. La produzione di Nelvia Di Monte, una delle maggiori scrittrici viventi in lingua friulana. Quattro monologhi interiori, pieni di dolore e di speranza, di quattro emigranti friulani che hanno attraversato l’immensa pianura d’acqua dell’Oceano Atlantico.

E sempre al Teatro San Giorgio, venerdì 16  maggio, alle 21 sipario su “Terra dei re”, la performance teatrale realizzata con i richiedenti asilo del Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Gradisca d’Isonzo, su progetto e regia di Riccardo Vannuccini, con Elisa Menon. Venti persone in scena provenienti da Pakistan, Afghanistan, Mali, Nigeria, Palestina – insieme agli attori italiani di Fierascena e ArteStudio – per raccontare le possibilità dell’azione teatrale. Fra ospitalità e accoglienza si tratta dunque di inventare una terza parola, ancora sconosciuta, che sappia tener conto della globalizzazione, della crisi economica mondiale e dell’esigenza di cum-prendere, prendere con favore, il dramma dei rifugiati, delle persone che fuggono dai propri Paesi incendiati dalla guerra.

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