Dare vita alla vita

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Livio Nonis

14 Gennaio 2022
Reading Time: 4 minutes

Don Michele Zanon

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Solidarietà in sella a una moto. Possono essere sintetizzati così l’idea prima e l’impegno poi, avviati ormai 12 anni fa, di don Michele Zanon, attuale parroco di Gonars, Bicinicco e Santa Maria la Longa, appassionato motociclista.

Il sacerdote da anni coinvolge gli appassionati delle due ruote in varie iniziative di carattere motoristico e spirituale, come le “Motobenedizioni”, i pellegrinaggi (ad Assisi sulla tomba del patrono d’Italia San Francesco, a Roma, oppure in vari santuari del Friuli), senza scordare il grande raduno annuale a Tricesimo dove “truppe” di motociclisti si ritrovano per portare le proprie donazioni a sostegno di numerose associazioni del territorio.

Ma don Michele ha sempre pensato in grande, con l’obiettivo di donare un aiuto cospicuo alle persone povere del mondo. Da qui l’idea di aiutare le Suore della Provvidenza, fondate dall’udinese San Luigi Scrosoppi che così scriveva a proposito dell’opera di carità in cui era coinvolto: “La Provvidenza di Dio, che dispone gli animi e piega i cuori a favorire le opere sue, fu l’unica fonte dell’esistenza di questo Istituto… quella amorosa Provvidenza che non lascia confondere chi confida in lei”.

In Togo, nell’Africa occidentale, l’iniziativa delle suore è “Dare vita alla Vita – Ogni mamma desidera una vita sana per il proprio figlio: tu puoi aiutare”.

Il progetto è nato per limitare la trasmissione del virus H.I.V. (Human Immunodeficiency Virus) dalla madre al bambino. Grazie a un preciso percorso di assistenza e cura, dalla gravidanza al parto, molte donne sieropositive hanno potuto così sorridere abbracciando il proprio figlio appena nato, sapendo di avergli dato una vita senza AIDS.

Il Centro sanitario delle Suore della Provvidenza si dedica anche ad attività di sostegno per garantire l’accompagnamento e la cura dei bambini nati sieropositivi, combattere la malnutrizione e accogliere gli ammalati poveri della vasta regione africana.

Per questo motivo ha preso piede il progetto per la realizzazione di un grande centro di recupero e di formazione di ragazzi sieropositivi. Ci volevano soldi, molti soldi, e nonostante le donazioni dei motociclisti fossero considerevoli, non erano sufficienti a raggiungere l’obiettivo.

Così don Michele, grande appassionato di moto, quattro anni fa ha cercato di coinvolgere la Yamaha. La risposta della casa motociclistica giapponese, attraverso la sua filiale italiana, è stata pressoché istantanea, consentendo di iniziare a rendere “vero” e tangibile il progetto, ora quasi ultimato. Una volta completato garantirà un centro per ragazzi sieropositivi, con molteplici funzioni, per aiutarli a condividere e ad affrontare la propria condizione.

I farmaci antiretrovirali per il trattamento dell’infezione da Hiv sono medicine che vanno somministrate ogni giorno, per tutta la vita, ma non sempre vengono percepite come salvavita, tanto da venire usate anche come merce di scambio per poter acquistare cibo e sopravvivere. Questi ragazzi, inoltre, nel periodo della loro permanenza nel centro vengono aiutati a capire il loro problema e vengono alimentati: i più, infatti, quando vi arrivano sono denutriti.

Hanno anche la possibilità di imparare un mestiere, lavorando nella vicina piantagione e nell’allevamento di polli, il tutto per cercare di fornire loro una preparazione, un modo per affrontare la vita diversamente da come l’hanno vissuta in precedenza.

Il motto delle suore della provvidenza “dare vita alla vita”, grazie anche alla solidarietà dei motociclisti, continua ad aiutare questi ragazzi sfortunati ma con tanta voglia di vivere. Anche se il centro non è ancora completamente terminato, le suore lo stanno facendo funzionare ugualmente: i ragazzi hanno iniziato a fare le prime esperienze. Tuttavia per terminare il centro e portare a compimento il progetto, si devono arredare le stanze con letti, armadi, cucina…

Anche per questo sarà organizzata un mega lotteria con Yamaha Italia, che metterà in palio uno scooter come primo premio: l’estrazione avverrà nel periodo natalizio.

Come ha fatto don Michele a coinvolgere i motociclisti che, grazie alla loro sensibilità, hanno saputo “creare tantissimo”?

«Gli amici e colleghi motociclisti – confida il sacerdote – hanno personalità diversissime, però tutte sono persone di azione, parlano poco e agiscono molto; quando c’è da mobilitarsi per aiutare qualcuno non si risparmiano, se il progetto sta avendo buon fine è grazie a questa loro perseveranza».

Un senso di solidarietà in grado di andare spesso oltre ogni aspettativa: «Ricordo – confida don Michele – che una coppia di motociclisti, che io ho sposato, non ha voluto la solita lista di nozze, optando che tutte le offerte fossero destinate al progetto per il Togo. Ma gli esempi possono essere molteplici: dopo la chiusura della propria attività – per citarne un altro – arrivò un esercente – motociclista con un contenitore pieno di monetine che consegnai in diretta alle Suore della Provvidenza. Questi sono solo un paio di esempi, ma potrei citarne tantissimi: la solidarietà e la sensibilità dei motociclisti è una cosa risaputa e anche il nostro gruppo non si sottrae».

Ricordando sempre il lavoro infaticabile sul campo delle Suore della Provvidenza in Togo.

«La situazione in quella parte di Africa – conclude il presbitero – è veramente drammatica: la vita per un bambino è dura. Molti di loro non arrivano neppure al quarto anno di vita. Le Sorelle sono là, impavide, non demordono. Vivono per questi giovani, infondendo loro speranza e coraggio. Io ho toccato con mano quelle realtà e so quanto sia difficile. Ma so anche quanto sono forti le suore: per questo è d’obbligo dare una mano, siamo noi che non dobbiamo mollare. Loro di certo non molleranno mai”.

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