Pubblici esercizi e cultura di genere, Gorizia capofila in Italia

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redazione

28 Luglio 2021
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La campagna #sicurezzaVera entra nel vivo

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Ha fatto tappa a Gorizia il quinto appuntamento di #Sicurezzavera, progetto promosso dalla Fipe, Gruppo Donne Imprenditrici FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi e Polizia di Stato, che mette i pubblici esercizi al centro di una rete capillare a presidio di legalità e sicurezza, per incrementare i livelli di sicurezza delle donne.

La road map ha già toccato nei giorni precedenti Pisa, Matera, Latina, Rimini.

All’incontro odierno sono intervenuti Gianluca Madriz, presidente Confcommercio Gorizia, Roberto Calugi, direttore generale FIPE Confcommercio Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Antonino Gulletta, vice prefetto vicario di Gorizia, Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia, Anna Limpido, consigliera di parità Regione FVG, Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe-Confcommercio, Claudio Culot, vice questore Polizia di Stato – Dirigente Squadra Mobile Questura Gorizia, Laura Francescutto, Rete Nazionale Istituti Alberghieri RE.NA.I.A, Francesca Vuaran, presidente SOS Rosa, Antonella Muto, imprenditrice e responsabile per il progetto di FIPE-Confcommercio Gorizia.

L’obiettivo del progetto è quello di incrementare i livelli di sicurezza delle persone e degli stessi esercizi, nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi, connessi a forme di violenza di genere.

“Troppo spesso – ha sottolineato Valentina Picca Bianchi – i pubblici esercizi vengono dipinti come luoghi pericolosi, nel quale si pensa sia lecito fare avances spinte alle ragazze che servono ai tavoli, o nei quali un sorriso in più fatto da una donna che lavora dietro a un bancone viene subito male interpretato. Luoghi in cui si lavora fino a notte fonda e, spesso le donne, titolari o dipendenti che siano, chiudono le saracinesche rimanendo sole nelle città ormai quasi deserte. Noi vogliamo ribaltare questo stereotipo e rafforzare i nostri locali in presidi di sicurezza e legalità, nonché creare una rete per promuovere e diffondere la cultura di genere. E il primo passo per prevenire la violenza è riconoscere i segnali di pericolo. Grazie al supporto della Polizia di Stato insegneremo sia alle donne sia agli uomini a riconoscere questi segnali e insegneremo loro come reagire”.

La fase sperimentale, nel suo complesso, arriverà a interessare 20 città entro il 2021, dopodiché il modello verrà esteso a tutti gli esercizi pubblici.

“Questo protocollo – ha dichiarato Anna Limpido – affronta il tema della sicurezza delle lavoratrici dei pubblici esercizi scoperchiando il problema della fatica che le donne ancora fanno nell’autodeterminarsi e nell’essere rispettate per questo.

Conservare il diritto al proprio lavoro non può e non deve passare dalla violazione dei diritti di una lavoratrice e, in primis, del suo diritto di autodeterminarsi. Io purtroppo, nella mia veste di Consigliera Regionale di Parità, sono custode di testimonianze di donne licenziate perché ingrassate, perché meno gradevoli o perché non disponibili come da loro ci si attendeva. Donne che nel denunciare l’accaduto spesso accusano il sistema di omertà e complicità, e qui l’aggravante, nutrito dalle altre donne che anziché unirsi e fare squadra, per paura o per opportunità, tradiscono quel forte desiderio di emancipazione che è fortunatamente dilagante. Questo protocollo si prefigge di “ribaltare gli stereotipi” che accompagnano le donne che lavorano nei locali affinché questi posti, frequentati da tutti noi, possano essere per noi e per chi ci lavora dei presidi di sicurezza e legalità”.

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