Le gemme nascoste del FVG si schiudono al pubblico

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redazione

6 Maggio 2021
Reading Time: 7 minutes

Il 15 e 16 maggio

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Presenta la 29ª edizione delle Giornate FAI di Primavera in programma sabato 15 e domenica 16 maggio 2021. Le Giornate FAI di Primavera sono il primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown.

Saranno aperti 600 luoghi in 300 città e 19 regioni, molti dei quali poco conosciuti o accessibili in via eccezionale, visitabili in totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti.

I posti disponibili sono limitati; prenotazione obbligatoria sul sito www.giornatefai.it fino a esaurimento entro la mezzanotte del giorno precedente la visita.

Ecco alcune delle aperture più interessanti delle Giornate FAI di Primavera 2021 in Friuli Venezia Giulia.

A Trieste il Parco di San Giovanni. In occasione delle Giornate FAI il percorso proposto guiderà i visitatori alla scoperta di aspetti che non tutti conoscono: la storia della psichiatria, gli aspetti architettonici degli edifici e la riqualificazione del Parco, a opera dell'agronomo e architetto del paesaggio Vladimir Vremec. Sarà inoltre allestita all'esterno del Padiglione M una piccola mostra a cura del museo interattivo Oltre il Giardino, dedicata alla riforma psichiatrica.

Ad Aurisina verranno proposti tre differenti percorsi alla scoperta della storia, delle bellezze e delle eccellenze del borgo, il cui nome sloveno – Nabrežina – significa “paese sul ciglione”, tra Carso e mare. Il primo riguarderà la storia del borgo e la sua pietra: percorrendo sentieri tra doline e peculiarità naturalistiche e passando per il cimitero austro-ungarico e lo storico viadotto della ferrovia, si parlerà della pietra di Aurisina, famosa in tutto il mondo, e delle sue cave; si visiterà il laboratorio della Tecnomarmi snc e verranno raccontate le tecniche di lavorazione del marmo e la storia della famiglia Zandomeni, attiva da generazioni. Nel secondo itinerario, intitolato Dalle falesie alle cave, una storia lunga milioni di anni, si scopriranno i bacini marmiferi aperti già in epoca romana; si costeggerà una vecchia cava dismessa e si percorreranno gli impressionanti baratri delle cave di marmo attualmente attive e un tratto del sentiero Kugy per finire con la visita ai laboratori della pietra dei Fratelli Cortese snc e al laboratorio dello scalpellino artistico e marmista Andrea Mervic. Il terzo è un percorso sotterraneo tra straordinari fenomeni carsici della Grotta delle Torri di Slivia, profonda 100 metri e a 113 metri sul livello del mare, una delle cavità più antiche del Carso triestino e luogo di grande magia grazie alla numerosa presenza di eccentriche, vele, stalattiti e stalagmiti.

A Udine l’Area ex SAFAU è un esempio di archeologia industriale nel tessuto urbano, nonché un pezzo fondamentale della storia della città e di tanti cittadini che vi hanno lavorato. Il nucleo originario dell’azienda si formò per opera di Serafino Galotto, che raccolse l'eredità di una più antica ferriera di Udine. Nel 1942 l'azienda assunse il nome di “Società per Azioni Ferriere ed Acciaierie di Udine” e ampliò velocemente la produzione, sviluppando e migliorando gli impianti. Negli anni Settanta la produzione si sposta nel nuovo stabilimento di Cargnacco e la vecchia fabbrica precipita in una grave crisi fino alla definitiva e totale dismissione degli impianti. Il sito industriale, di proprietà dal 2009 della Rizzani de Eccher, è composto da diverse strutture in evidente stato di abbandono, come l'edificio della colata continua, vari capannoni, fra cui il laminatoio, il carroponte e la ciminiera, collegata al forno Martin-Siemens, ancora esistente.

Sempre a Udine il Museo della farmacia storica Antonio Colutta, in piazza Garibaldi, è un piccolo scrigno di cultura e tradizione che racconta le origini della farmacia, dagli speziali per arrivare ai giorni nostri, attraverso arredi e numerosi oggetti. In origine, l'edificio sede della Farmacia Colutta era costituito da due fabbricati, ciascuno dotato di un proprio ingresso. Il Museo occupa il locale un tempo adibito a sala di rappresentanza. La sala è divisa dal locale-laboratorio in cui operava il farmacista per mezzo di una porta a due battenti, che appare incastonata tra due pareti di scaffali ricolmi di medicinali.

Villa Ottelio Savorgnan a Rivignano Teor è luogo simbolo della storia di Romeo e Giulietta. La villa è sorta probabilmente nel XVII secolo dalla trasformazione di un preesistente castello duecentesco, diventato intorno al 1339 proprietà del casato dei Savorgnan, potenti signori di Udine che detenevano, per conto della Serenissima, il monopolio di sale, tabacco e altre merci. L’edificio mescolava funzioni economiche e di delizia, tanto che fu dotato di un giardino terrazzato all’italiana tra la facciata e il fiume, oggi purtroppo scomparso, mentre esiste ancora un ampio parco all’inglese. Nel 1885 la proprietà passò agli Ottelio e nel 1986 fu acquistata dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Dal 2015 è proprietà del Comune di Rivignano Teor. Uno studioso inglese ha recentemente ipotizzato che la vicenda storica trasformata da Shakespeare in Romeo e Giulietta si sia svolta a Villa Ottelio, tra due cugini della famiglia Savorgnan: Lucina e Luigi. Il bene è stato il più votato in Friuli Venezia Giulia in occasione del censimento del FAI “I Luoghi del Cuore” 2020; durante le Giornate di Primavera sarà possibile ammirare gli esterni della villa e visitare il parco, scoprendone così storia, curiosità e aneddoti.

A Cividale del Friuli lo Studio Vellum Opificium Civitas Austriae si trova nel cuore della città ed è un centro studi dove vengono proposti una serie di corsi inerenti a studi di laboratorio medievale. Un luogo unico in Italia, dove il tempo, tra pergamene, miniature e colori, sembra essersi fermato. Frutto della passione del maestro miniaturista Massimo Saccon, con 40 anni di esperienza, il sito è stato inaugurato nell’estate del 2020 e vede operare un gruppo di lavoro che comprende due restauratori di libri antichi, due rilegatori, un miniaturista, una calligrafa e altri professionisti, uniti dalla passione per l'antichità. In occasione delle Giornate FAI si potranno osservare pergamene, lievi interventi di restauro e di rilegatura di libri, lavori dedicati alla Divina Commedia e alcune miniature realizzate con colori preziosi e scoprire le fasi più importanti delle varie lavorazioni, come ad esempio quella della doratura o della brunitura.

Sempre a Cividale il Complesso monastico di San Giorgio in Vado, a Rualis, è situato in prossimità di un antico vado guado del fiume Natisone. Il complesso oggi conserva la chiesa conventuale e parte degli edifici monastici che nel corso dei secoli sono stati rimaneggiati e suddivisi tra varie proprietà. Il convento fu definitivamente chiuso nel 1769 e divenne proprietà privata; sotto la guida di Lorenzo Favìa e Germana Coceani oggi è diventato un'azienda agricola con attività di fattoria didattica, fattoria sociale e alloggio agrituristico. Interessanti la visita alla Chiesa di San Giorgio, con affreschi importanti realizzati tra il XIII ed il XVII secolo, e alla stanza con ricostruzioni della vita monastica, i percorsi botanici tra orti e giardini che percorrono le epoche storiche da Carlo Magno a Cristoforo Colombo fino a giungere all'orto robotico, pensato come supporto per persone con disabilità. Inoltre nei giardini si sta realizzando un percorso tematico dal titolo “Le piante della Divina Commedia”.

La Tenuta di Angoris a Cormòns è famosa per i vini imbottigliati già nel periodo austroungarico. Tra Sette e Ottocento diventa centro di sperimentazioni agricole poi, durante la Prima Guerra Mondiale, ospedale militare italiano. Cambiano i proprietari fino all'arrivo dei Miani nel 1939, protagonisti della “dolce vita” romana e allevatori di cavalli da corsa, anche se il vino rimane al centro dell'attenzione. Nel 1968 rileva la tenuta il cavalier Giulio Locatelli, che aumenta i possedimenti acquistando altri terreni vitati in località Rocca Bernarda e continuando la tradizione di Angoris di fiore all'occhiello della viticoltura friulana. In occasione delle Giornate FAI sarà possibile scegliere tra tre proposte: la visita alla settecentesca Villa Locatelli, oggi edificio privato utilizzato per cerimonie e manifestazioni culturali, che permetterà di scoprirne gli ambienti principali, riscoprendo e assaporando le atmosfere del secolo scorso, la visita alle cantine (riservata agli iscritti FAI) e uno speciale itinerario ciclabile che, partendo dalla tenuta di Angoris raggiungerà il vicino borgo agricolo di Borgnano.

L’Essiccatoio Bozzoli a San Vito al Tagliamento è un manufatto di archeologia industriale di grande valore architettonico e identitario, elemento importante del patrimonio edilizio sanvitese, che racconta un’attività un tempo centrale per l’economia del luogo. A partire dal Quattrocento nei territori a lei soggetti la Serenissima favorì la diffusione della bachicoltura, e quindi della gelsicoltura, tanto che nell'Ottocento il settore produttivo più sviluppato fu proprio quello della lavorazione della seta. L'Essicatoio, recentemente restaurato, ospita oggi gli uffici del Servizio Sociale dei Comuni-UTI Tagliamento, il Centro di Aggregazione Giovanile del Comune di San Vito e, al terzo piano, la collezione delle opere di arte contemporanea di proprietà del Comune. In occasione delle Giornate FAI sarà per la prima volta possibile visitare il pianoterra, dove il recente restauro ha mantenuto intatti il vano con le stufe che producevano il calore per l'essiccamento dei bozzoli e l'ampio spazio con le vasche in cui i bozzoli venivano collocati per l'essiccazione.

Sempre a San Vito Palazzo Altan è uno degli edifici più prestigiosi per storia e per interesse architettonico e artistico. Eretto agli inizi del Seicento, è normalmente chiuso al pubblico tranne in casi di eventi particolari. Ora di proprietà della Regione, l'interno è privo di arredi, ma conserva intatto il fascino del palazzo nobiliare nella biblioteca del pianoterra, nelle pareti finemente decorate, negli specchi del primo piano, nel significativo ciclo di affreschi della fine del XVII secolo sul soffitto della camera che fu di Leandra Altan, attribuito a Lucillo Candido e raffigurante alcuni episodi della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Molto elegante il giardino all'italiana retrostante, delimitato da un'esedra su cui si ammirano tracce di pittura seicentesca attribuibili al pittore tedesco Anton Joseph. Sul lato sud ed est del complesso, circondate dalle antiche fosse dell'insediamento urbano sanvitese, si ergono le mura e una torre circolare risalente all'espansione urbanistica del patriarca Marino Grimani.

Il mulino di Prodolone si trova invece nell'omonimo borgo rurale, poco distante da San Vito al Tagliamento. Costruito poco fuori le pertinenze dell'antico castello, il mulino è alimentato dalla roggia Mussa, la più importante del sanvitese. Le visite proposte in occasione delle Giornate FAI sono un'occasione rara per vedere gli interni funzionanti di questo pezzo di storia contadina e scoprirne segreti e curiosità. Il mulino, infatti, dopo esser stato vincolato dal Comune di San Vito al Tagliamento e restaurato nel 2015 dalla Regione Friuli Venezia Giulia, è rimasto generalmente chiuso, ma è stato mantenuto e curato con passione dal geometra Eligio Mauro.

Per scoprire l’elenco completo dei beni FAI parti in Friuli Venezia Giulia clicca qui.

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