Trieste, un caffè per aiutare le famiglie dei bambini chirurgici del Burlo

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redazione

30 Novembre 2022
Reading Time: 4 minutes
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Oltre 90 attività cittadine hanno aderito all’iniziativa di raccolta fondi

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Torna la campagna “Offri un caffè buonissimo”, ideata da A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo insieme a Confcommercio e Fipe Trieste.

A Trieste il caffè è simbolo della cultura cittadina e con A.B.C. torna a farsi portatore di solidarietà. Tutti i cittadini sono invitati a lasciare in dono il valore di un caffè per sostenere i progetti di A.B.C. Ad accogliere le donazioni saranno le cassettine in legno, riconoscibili dalla immagine della campagna e ospitate negli esercizi pubblici e commerciali che aderiscono all’iniziativa e che oggi sono oltre 90.

Esercenti, imprenditori, negozianti che volessero aderire alla campagna, possono ancora farlo scrivendo a FIPE Trieste. La campagna proseguirà fino ai primi mesi del 2023.

Chi, tra i cittadini, volesse trovare il luogo più vicino per offrire il suo caffè, può andare sul sito di A.B.C.

Al fianco dell’Associazione, una rete che vede capofila Confcommercio e Fipe Trieste, che anche quest’anno hanno dato concreto supporto per il coinvolgimento del tessuto commerciale cittadino. Ad essi si aggiunge il sostegno di Associazione Caffè Trieste e Solidarietà Trieste.

Con l’hashtag #uncaffexABC è possibile condividere foto e pensieri intorno alla campagna e contribuire alla sua diffusione.

La campagna viene lanciata per sostenere i progetti dell’Associazione, che da diciassette anni accompagna e supporta i bambini che devono affrontare lunghi e ripetuti interventi chirurgici all’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste e le loro famiglie. Nella fattispecie il raccolto di questa edizione di “Offri un Caffè buonissimo” sarà destinato all’accoglienza delle famiglie nelle Case A.B.C.

In questi ultimi anni, a causa delle incertezze sociali ed economiche, molte famiglie vivono condizioni di crescente fragilità e le richieste di aiuto si sono fatte più numerose e articolate in nuovi bisogni. Bisogni ai quali l’associazione risponde quotidianamente con le sue progettualità (accoglienza nelle case A.B.C., sostegno economico, supporto psicologico ed emotivo anche a distanza, ricerca e sostegno all’ospedale) che, insieme, si configurano come un vero e proprio modello di azione a 360 gradi: prericovero, ospedalizzazione e post ricovero.

I progetti che A.B.C. garantisce non intervengono solamente nel qui e ora, ma cercano di prevenire eventuali traumi o difficoltà che possono intervenire anche sul lungo periodo. I dati di letteratura e la storia clinica, forniscono evidenza del fatto che la mancata rielaborazione del vissuto chirurgico potrebbe incidere negativamente sul percorso di crescita del bambino e più in generale sulla vita dei componenti di tutta la famiglia. 

Nel 2022 sono state 169 le famiglie accolte e 180 le accoglienze svolte (molte famiglie, infatti devono tornare più volte per i lunghi percorsi con i loro piccoli). Oltre 1.000 sono stati i giorni di accoglienza nelle 5 case A.B.C. finora nel 2022. Dall’inizio dell’anno 165 famiglie sono state invece coinvolte nel sostegno emotivo in reparto e 122 famiglie sono state seguite fin dalla diagnosi prenatale e lungo tutto il percorso di cura.

Grazie al supporto della campagna “Offri un caffè buonissimo”, A.B.C. potrà accogliere e sostenere 35 famiglie in una delle cinque case nel 2023, con un impatto su oltre 100 persone (se si considera mediamente che si spostano famiglie di tre persone): e le 100 persone potranno essere anche di più, se le famiglie decideranno di farsi accompagnare altri familiari (figli o fratelli e genitori a supporto), che saranno anch’essi accolti nelle case, così che la famiglia possa rimanere unita.

“Una campagna da duplice valore, sia per la solidarietà che mette in campo, sia per l’importante rete di istituzioni che mette insieme. Ringraziamo in particolare Confcommercio Trieste Fipe Trieste – e naturalmente tutti i partner coinvolti – ma anche gli esercenti, sempre numerosissimi, per aver garantito la continuità del progetto. Queste conferme che si rinnovano di anno in anno consentono di progettare meglio il futuro dei progetti di A.B.C. e di conseguenza anche di poter meglio rispondere ai bisogni delle famiglie di cui A.B.C. si prende cura”, il commento di Giusy Battain, direttrice di A.B.C.

Sono convinto – ha affermato Antonio Paoletti, presidente di Confcommercio Trieste – che le imprese del terziario risponderanno con la consueta generosità e partecipazione a questa proposta di solidarietà, ribadendo in tal modo il loro capillare legame con il territorio e la loro disponibilità a contribuire a una causa di grande rilevanza. L’adesione a “Offri un caffè buonissimo” rientra peraltro in quel contesto di attenzione per il sociale che l’associazione di categoria concretizza nell’arco dell’anno anche attraverso altre iniziative, alcune delle quali poste in essere a fronte di situazioni emergenziali com’è stato il caso dell’arrivo a Trieste dei cittadini ucraini in fuga dalla guerra”.

“Crediamo inoltre – ha sottolineato Elena Pellaschiar, vicepresidente dell’associazione di categoria – che, specie nell’attuale momento di difficoltà, ciascuno, in base alle proprie possibilità, debba spendersi a favore della collettività, sostenendo azioni e progetti forieri di benefici e opportunità per il territorio e atti pure a consolidarne la sua coesione sociale”.     

Con un piccolo gesto dei singoli, la comunità può dare un sostegno importante a famiglie che già devono fare i conti con la fragilità di un bambino, e si trovano ad affrontare anche il problema logistico. Ci ha fatto piacere vedere crescere in questi anni le soluzioni abitative che A.B.C riesce a garantire; e ci onora aver contribuito almeno in parte a questo risultato”, ha dichiarato Federica Suban, presidente Fipe-Trieste.

Non posso che unirmi ai ringraziamenti ad A.B.C., a Confcommercio e agli esercenti che hanno aderito a questa campagna. Non verrà mai sottolineata abbastanza l’importanza che queste iniziative hanno, non solo per l’aspetto economico, sicuramente fondamentale, ma anche e soprattutto per il valore che hanno i sentimenti di solidarietà e di partecipazione dai quali sono supportate. Il Burlo si “nutre” di questi sentimenti, che si manifestano con gesti quotidiani anche piccoli come quelli di cui parliamo oggi, ma che riescono a fare la differenza per molti pazienti e per le loro famiglie” ha dichiarato Paola Toscani, direttore sanitario del Burlo.

Alla presentazione dell’iniziativa ha presenziato Felice Fulio Bragoni, presidente di Solidarietà Trieste.

 

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