Teodora Kapinkovska: suonando la vita

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La pianista macedone risiede a Trieste da oltre dieci anni: «Non la scambierei con nessun’altra città». La musica è diventata la sua vita, per ora. «Desidero profondamente realizzarmi anche come donna e madre in futuro»

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Teodora Kapinkovska

TRIESTE – A 25 anni ha già vinto numerosi premi. Dalle prime esperienze musicali nella su Bitola, in Macedonia, Teodora Kapinkovska (donna copertina di iMagazine) ne ha fatta di strada.

Ma il tragitto è pronto a riservare nuove sfide.

Dopo un decennio a Trieste con il suo entusiasmante percorso all’interno del Conservatorio Tartini, la talentuosa pianista macedone è ormai un astro luminoso del panorama musicale.

Come dimostrano i successi ottenuti in diversi concorsi del nostro territorio. Ma, come anticipa in questa intervista esclusiva, il suo percorso di crescita prosegue lungo direttrici internazionali.

Teodora, come è nata la sua passione per la musica?

«La musica, in tutte le sue forme, è sempre stata parte integrante della mia vita. Questo amore è nato grazie a mia mamma, che fin da piccola mi portava ai concerti e agli spettacoli dei festival per bambini. Se mi addormentavo durante la prima esibizione, mi riportava a vedere la seconda. Quando finalmente mi sono iscritta alla scuola di musica, l’approccio è stato del tutto naturale. Se oggi faccio quello che faccio, lo devo ai miei genitori e al loro sostegno incondizionato».

Quando è giunta a Trieste?

«Nel 2011 ho avuto la fortuna di incontrare una delle persone più importanti per la mia vita e il mio percorso musicale: la professoressa Teresa Trevisan. Era venuta nella mia città natale, Bitola, come membro della giuria di un concorso pianistico, dove mi è stato assegnato il primo premio assoluto e una borsa di studio in onore di suo fratello Filippo. Sin dal primo momento si è creata una connessione speciale, e due anni dopo mi sono trovata davanti alle porte del Conservatorio Tartini per la prima volta».

Come si trova a Trieste?

«Trieste è per me una casa lontana da casa. È una città meravigliosa che mi ha dato tanto, non solo per le sue bellezze, ma anche per la sua posizione strategica, che mi permette di essere in contatto con i principali centri musicali europei. Dopo ore e ore di studio, le passeggiate lungo il mare, respirando la sua aria fresca, sono davvero preziose. Non la scambierei con nessun’altra città».

Quali sono i luoghi della città che più le piacciono?

«Sono particolarmente legata alle passeggiate sul lungomare di Barcola. Mi trasmettono un senso di calma e lucidità, permettendomi di staccare dalla frenesia quotidiana e ritrovare la serenità interiore».

Teodora Kapinkovska al pianoforte

Quanto tempo dedica ogni giorno alla musica?

«È meraviglioso poter trasformare la propria passione in un lavoro, ma questo significa anche non avere mai orari fissi. La musica non rimane confinata al “luogo di lavoro”, ma ci segue ovunque, anche a casa. È il mio primo obiettivo al mattino e l’ultimo pensiero prima di andare a dormire. Il tempo che dedico allo studio varia in base agli impegni e al punto in cui mi trovo con il programma. Ad esempio, affrontare un nuovo pezzo per la prima volta richiede più attenzione e tempo rispetto a quando il programma è già ben consolidato. In ogni caso, la ricerca non finisce mai».

Cosa prova quando suona?

«La bellezza della musica sta nel fatto che ogni volta che la suoniamo o la ascoltiamo viviamo un’esperienza diversa. La musica che eseguiamo è lo specchio della nostra anima. I veri musicisti non eseguono mai un brano nello stesso modo due volte: ogni interpretazione riflette il momento presente, le emozioni che stiamo vivendo, siano esse amore, felicità o tristezza. E lo strumento, in risposta, sa sempre come dialogare con noi nel modo giusto».

È stata allieva di importanti musicisti. A chi è particolarmente legata?

«Ogni insegnante che ho avuto è stato prezioso per la mia formazione. Ciò che sono oggi e il mio bagaglio musicale lo devo a tutti i maestri che mi hanno accompagnato. Detto questo, ci sono due persone che sono state davvero cruciali per il mio percorso. La mia prima insegnante, Margarita Tatarcevska, mi ha insegnato l’importanza della costanza e della disciplina, trasmettendomi anche l’amore per ciò che faccio. La seconda è la professoressa Teresa Trevisan, che è tuttora la mia insegnante, ma non solo. È una persona straordinaria: un esempio umano, una mentore che mi guida e mi ricorda di non arrendermi mai, e un’amica per la vita».

Qual è l’insegnamento che si è rivelato per lei più importante?

«Il lavoro, lo studio e il tempo dedicato alla ricerca non sono mai sprecati. È fondamentale rimanere sempre fedeli a se stessi, mantenere i piedi per terra e continuare a riprovare, senza mai rinunciare».

Lei ha vinto diversi premi in numerosi concorsi: suonare di fronte al pubblico che emozioni le dà?

«Essere sotto i riflettori ed esprimere attraverso la musica ciò che le parole spesso non riescono a spiegare è una delle emozioni più uniche. Ogni volta è emozionante come la precedente. Ogni pubblico è diverso e trasmette un’energia differente. Parlare con le persone dopo i concerti e vedere nei loro occhi che sono riuscita a comunicare il mio amore per ciò che faccio è qualcosa di prezioso. Il pianoforte è il mio spazio sacro: mi fa sentire al sicuro, un luogo dove posso essere veramente me stessa, vivere pienamente l’attimo e sentire ogni emozione amplificata al massimo».

Com’è stato il suo primo concerto?

«Quando si è piccoli, la responsabilità è minore e il divertimento è maggiore. Prima del concerto d’esordio, mentre camminavo verso la sala con la mia insegnante, passammo vicino a un condotto scoperto, dove si stavano facendo dei lavori, e finii per cadere. Mi ricordo ancora come lei mi sollevò mentre avevo la gamba sanguinante. La cosa che mi chiese fu: “Come sono le mani?” L’adrenalina superava il dolore. Una volta suonato, il primo applauso del pubblico, la nostra prima comunicazione non verbale, mi fece capire che quella sensazione la volevo rivivere, ancora e ancora, nel mio futuro».

Teodora Kapinkovska

Lei suona brani di grandi interpreti: qual è l’autore che più le piace suonare?

«Ogni genere ha la sua bellezza. Mi diverto tanto a suonare brani del Classicismo e mi emoziono con quelli del Romanticismo. Se dovessi però scegliere un compositore a cui sono particolarmente legata, sarebbe Rachmaninoff. Le sue armonie e polifonie non mancano mai di suscitare forti emozioni. Lui stesso è stato uno dei più grandi pianisti del suo tempo, e la sua scrittura, estremamente pianistica, offre una grande soddisfazione quando viene eseguita».

Grazie al suo percorso al Conservatorio Tartini è stata accettata presso il Royal College di Londra, dove proseguirà il suo percorso di studi. Emozionata per il futuro nella capitale inglese?

«Cambiare aria fa sempre bene, soprattutto in ambienti come quello, dove si ha l’opportunità di confrontarsi con musicisti di livello mondiale. Londra è una città meravigliosa che offre tantissime opportunità. Sono entusiasta di scoprire cosa mi riserverà il futuro».

Trieste è solo una tappa di passaggio nella sua carriera o le piacerebbe viverci stabilmente?

«Con il passare degli anni è diventata sempre di più il mio luogo di stabilità. Non è troppo grande, ma ha tutto ciò di cui ho bisogno: il mare, le montagne. L’unica cosa che aggiungerei sarebbe un aeroporto più grande, per muoverci con maggiore flessibilità ovunque».

Le manca la Macedonia?

«Lì c’è la mia famiglia e la Macedonia rimarrà sempre il mio paese. Negli ultimi anni non ho avuto molte opportunità di tornare a causa degli impegni. Quest’anno, però, mi sento particolarmente nostalgica e ho cercato di costruire qualcosa che mi permetta di tornare più spesso a casa e trascorrere più tempo con la mia famiglia. Spero di riuscire a realizzare il mio primo festival pianistico, che si concentrerà sulla sinestesia tra il pianoforte mondiale e altre forme di arte locale. Sarebbe un modo speciale per contribuire alla cultura macedone, utilizzando la mia esperienza all’estero, e allo stesso tempo promuovere le bellezze che la mia terra ha da offrire».

Le donne – nella musica come in altre professioni – sono talvolta costrette a scegliere tra la carriera e la famiglia. Qual è la sua visione a riguardo?

«Nonostante le ambizioni e gli impegni, la vita non si riduce solo a questo. Desidero profondamente realizzarmi anche come donna e madre in futuro. Sebbene non sia facile conciliare tutto, con il giusto equilibrio è possibile gestire ogni aspetto. Realizzarsi sia a livello professionale che personale si sostiene reciprocamente, e ogni traguardo in uno di questi ambiti contribuisce a rafforzare l’altro».

Oltre alla musica quali sono le altre passioni di Teodora Kapinkovska?

«La mia passione, al di là della musica, è lo snowboard. Fino a un paio di anni fa partecipavo anche alle gare. Con il tempo e le crescenti responsabilità, però, ho capito che la mia professione non si sposa perfettamente con il mio hobby».

Tra i suoi sogni quale vorrebbe si realizzasse prima degli altri?

«Per ora, la mia priorità rimane la musica e il pianoforte. Spero che il mio festival si realizzi e porti frutti positivi. Desidero anche continuare a crescere come pianista, per poi potermi concentrare sugli altri aspetti che la vita ha da offrire».

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