Patrimonio Unesco e Isonzo Valley, le nuove sfide del Collio

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redazione

1 Febbraio 2021
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Nuovi sviluppi per la candidatura

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“Coinvolgere realtà giovani e dinamiche è uno degli obiettivi che ci siamo posti per proseguire efficacemente con il percorso di candidatura Unesco. La BrdaCollioCuei Unesco è un progetto che unisce e valorizza sia dal punto di vista culturale e territoriale che economico. Il Goriziano ha potenzialità enormi da esprimere nel terziario avanzato ed Ermetris e Fidev sono realtà pioniere che, assieme ad altre società e aziende di assoluta eccellenza, potranno essere il valore aggiunto della nostra proposta”.

Lo dichiara il consigliere regionale Diego Bernardis, promotore dell’iniziativa per portare la BrdaCollioCuei a far parte della Tentative list e ambire così successivamente al riconoscimento del titolo di Patrimonio mondiale Unesco.

“Ho incontrato con molto piacere – spiega Bernardis – gli AD di Ermetris e di Fidev, Claudio Borrello e Pamela Campoblanco, per suggellare quello che potrebbe essere definito un patto per il Collio. Oltre all’importantissimo lavoro dell’Associazione Temporanea di Scopo, di cui la Camera di Commercio della Venezia Giulia è preziosa capofila, al fondamentale contributo e coordinamento della Regione Friuli Venezia Giulia, in particolare dell’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, e dei diversi sindaci dei Comuni italiani e sloveni interessati, ritengo la volontà sia anche quella di far esprimere le migliori energie di cui disponiamo sul territorio per un’azione coordinata e conseguentemente per dare spazio e visibilità a tutte le nostre peculiarità”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La tutela e la valorizzazione delle eccellenze vitivinicole, gastronomiche, paesaggistiche, identitarie, storiche e culturali, dovrebbero andare di pari passo con l’attrattività di nuove startup, giovani e intraprendenti, che possano contaminare il territorio con idee e visioni nuove. Il progetto BrdaCollioCuei – conclude il consigliere regionale – potrebbe essere precursore per quello che in un futuro non troppo lontano potremmo chiamare ‘Isonzo Valley’, ovvero un distretto tecnologico in cui cultura, identità e alta specializzazione saranno protagoniste”.

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