Nasce il sito web in friulano per bambini e genitori

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redazione

17 Marzo 2021
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A guidarli il riccio “Ghiti”

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È on line il nuovo sito bilingue “Ghiti” (solletico), nato dalla collaborazione fra ARLeF, l’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana, ed Ensoul, azienda udinese specializzata in siti internet.

Il progetto (www.ghiti.it), che prevede anche la creazione delle pagine social dedicate, è stato pensato con una particolare attenzione a inclusione e accessibilità, e destinato ai bambini dai 3 ai 10 anni, ma anche ai loro genitori.

Si rivolge non solo a chi già conosce la marilenghe, ma anche a coloro che non parlano friulano. Per loro è stata implementata la “modalità esplorazione” che permette di navigare in friulano, ma vedendo al contempo la traduzione italiana.

«Siamo particolarmente orgogliosi di presentare la prima piattaforma in friulano dedicata completamente ai più piccoli e ai loro genitori. Con Ghiti è stato creato un vero e proprio “mondo” a misura di bambino, non solo in termini grafici, ma anche di fruizione. Uno strumento, fatto di cartoni animati, video, giochi interattivi, letture e altri contenuti educativi, che sapranno divertirli e appassionarli al friulano», ha sottolineato il presidente dell’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana, Eros Cisilino, in occasione della videoconferenza di presentazione del progetto, alla quale hanno partecipato anche l’Assessore regionale all’istruzione, Alessia Rosolen, e Fulvio Romanin, titolare di Ensoul.

«La ricerca scientifica – ha aggiunto Cisilino – ci dice che un’educazione plurilingue offre importanti vantaggi cognitivi, sociali e culturali. Per esempio c’è una maggiore capacità di apprendere le lingue straniere, una grande attenzione selettiva e più facilità nel passare da un compito all’altro. Questo sito vuole anche spronare i genitori friulani a fare tesoro di queste opportunità offerte dal bilinguismo».

«L'Amministrazione regionale – ha spiegato l'assessore Rosolen – prosegue con gli interventi a sostegno della lingua friulana, consapevole che essa è parte del nostro patrimonio culturale. In questo periodo difficile, mettere a disposizione dei più piccoli uno strumento come quello presentato oggi, rappresenta un'opportunità per scoprire qualcosa di nuovo non solo per chi parla friulano».

Rosolen ha voluto inserire l'iniziativa all'interno del contesto pandemico: «In tutte queste situazioni, il sito diventa uno strumento complementare di supporto per i docenti, per la famiglia e per i bambini i quali possono scoprire e apprezzare le opportunità positive del sistema digitale».

Ghiti non è solo il nome del sito, ma anche il protagonista del progetto: un animaletto che assomiglia a un riccio i cui aculei non pungono, ma fanno solletico! Indiscusso “Cicerone” della navigazione, è circondato da amici (Crot, Ruie, Ors, Acuile, Pufe, Bolp, Surîs, Sghirate, Cocâl, Sarpint e Stele, una bimba) che accompagnano nella navigazione, caratterizzano le aree tematiche e aiutano i più piccoli a orientarsi.

Capitolo a parte è quello dell'accessibilità: il portale è stato sviluppato secondo linee guida cromatiche e tipografiche inclusive (il menù, ad esempio, può essere spostato per facilitare i mancini); è accessibile a utenti portatori di disabilità quali daltonismo e dislessia (c’è la funzione per l’alto contrasto e per modificare il testo in Biancoenero©, font ad alta leggibilità che ha superato i test di accessibilità); in più è dotato di audio. Importante sottolineare, poi, che lo scopo di questo progetto non è mantenere i bambini davanti allo schermo il più a lungo possibile. Al contrario, è lo stesso sito a interromperne la fruizione, ogni 30 minuti.

Utilizza le tecnologie mobile first, pensate innanzitutto per cellulare e tablet, prima ancora che per desktop.

«Questo sito – ha concluso Romanin – è il primo passo di un percorso che immagino lungo e virtuoso e che spero possa più in là coinvolgere le scuole. Abbiamo lavorato con molta attenzione sugli aspetti pedagogici, dandogli un taglio moderno e fuori dagli schermi. Questo per sottolineare, una volta in più, che dobbiamo vivere il friulano come lingua del futuro, non solo del passato. Ritengo infatti che crescere bilingui sia un privilegio di cui essere grati e, allo stesso modo, formare un bambino all’utilizzo di più lingue, significa regalargli un’apertura mentale e culturale importanti».

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