La Settimana Santa spiegata in un presepe

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Livio Nonis

23 Marzo 2021
Reading Time: 3 minutes
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Realizzato con la tecnica del diorama

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Il presepe pasquale è una cosa inusuale per le nostre comunità, raffigurare episodi della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo è un’usanza tipica del Centro-Sud Italia.

Ora è arrivata anche in Friuli: l'unica rappresentazione presepiale della Pasqua la troviamo nel duomo di Cervignano. In sei stazioni, anche se in futuro il “Gruppo Presepisti del Duomo” ha intenzione di ampliare questa raffigurazione (la via Cricis consta di 14 stazioni), è spiegata la Settimana Santa. Il presepe è collocato sotto il pannello dell'immensa opera realizzata dal professor Paolo Orlando, dov'è raffigurato il Battesimo di Gesù Cristo e la Pentecoste.

Nella prima stazione troviamo Gesù che entra a Gerusalemme, evento ricordato nella Domenica delle Palme che dà ufficialmente inizio alla Settimana Santa. In questa raffigurazione si ricorda l'entrata trionfale di Gesù in città per andare incontro alla morte, si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione. In occasione della sua ultima Pasqua, Gesù entrò a Gerusalemme seduto su un asino e accompagnato da una folla festante, che agitava rami di palma, stendeva a terra fronde e mantelli, e lo acclamava gridando “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Quindi si ascolterà il brano tratto dal Vangelo di Marco (11, 1-7).

Si spengono le luci ed ecco apparire l'Ultima Cena, nome con il quale nella religione cristiana si indica la cena di Gesù con gli apostoli durante la Pasqua ebraica. Si tenne nel luogo detto Cenacolo. Cristo è al centro della scena, nella sera precedente al giorno in cui sapeva che sarebbe morto e già conosceva le intenzioni degli apostoli; soprattutto di Giuda, che lo avrebbe tradito per pochi denari, e di Pietro, che lo avrebbe rinnegato per tre volte. Gesù in quell'occasione istituì l'eucarestia, spezzando il pane e consacrando il vino. Seguirà il Vangelo di Matteo (26, 20-28).

Dopo l'Ultima Cena, Gesù e i discepoli andarono al Getsemani e là Gesù ordinò ai dodici di accamparsi; quindi si ritirò in un luogo più appartato con Pietro, Giacomo e Giovanni. Quest'ultimo scrive che il maestro “uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cedron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli“. Si comprende che Gesù si diresse nella zona del Monte degli Ulivi, come confermato dai vangeli sinottici, i quali riferiscono che il giardino si chiamava gath shemanim, che significa precisamente “torchio d'olio“, presupponendo la presenza di un oliveto (Mt 26, 36-46).

Seguirà il momento più solenne e triste di questa rappresentazione, quello della Crocifissione, che ebbe luogo su una piccola altura a settentrione di Gerusalemme, denominata Calvario in latino e Golgota in aramaico, vicino a una delle porte di ingresso della città. L’episodio è considerato dai cristiani l'evento culminante della storia della Salvezza, ottenuta tramite il sacrificio di Cristo. Rappresenta per i cristiani il paradigma ermeneutico, cioè la chiave di lettura dell'intera Bibbia. La croce è il simbolo principale della religione cristiana a partire fin dai primi secoli (Mt 27, 33-38 e Mt 27, 45-52).

La penultima stazione narra la deposizione di Gesù: è l'episodio finale della Passione. Si tratta di un evento che ha avuto numerose raffigurazioni artistiche nel corso dei secoli. Sulla deposizione e sepoltura di Gesù, i vangeli canonici concordano tutti su tre particolari: la sepoltura fu curata da Giuseppe di Arimatea; la salma venne tumulata in una tomba scavata nella roccia; il corpo fu avvolto in un lenzuolo (Mt 27, 57-65).

L'ultima stazione parla della Resurrezione; vent'anni dopo questi eventi San Paolo, l'apostolo dei gentili, con l'antica modernità del suo linguaggio, scrisse nella Prima Lettera ai Corinzi: “Se Cristo non fosse risorto, la nostra predicazione sarebbe senza fondamento e vana sarebbe la vostra fede” (15,14).

Un lavoro immane, fatto con passione, in modo certosino senza tralasciare nessun piccolo particolare. La passione e la grande fede dei Gruppo Presepisti del Duomo che ha realizzato un qualcosa di veramente stupendo e unico.

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