La memoria che riaffiora

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Margherita Reguitti

10 Marzo 2014
Reading Time: 3 minutes
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Carlo Michelstaedter

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Sono apparsi sul mercato librario antiquario all’improvviso; nessuno ne conosceva l’esistenza e, grazie alla provvidenziale amicizia fra il direttore della Biblioteca statale di Gorizia Marco Menato e il libraio triestino Simone Volpato, è stato possibile per la storica istituzione acquisirli. Sono i libri della biblioteca di Carlo Michelstaedter (1887-1910), filosofo goriziano ritenuto uno dei geni del secolo scorso, e del padre Alberto. Sono stati ritrovati a Trieste nella casa di Cesare Pagnini, avvocato, intellettuale e politico, sindaco giuliano fra il 1943 e il 1945.

Direttore Menato, come è avvenuta la scoperta e quanti sono i volumi?

«La scoperta è avvenuta per caso. Dopo aver comprato la biblioteca di Pagnini, Simone Volpato ha esaminato uno ad uno tutti i volumi e così un po’ alla volta sono riemersi libri, opuscoli e riviste che riportavano firme e sigle inequivocabili, tutte riconducibili alla famiglia Michelstaedter. In totale si tratta di 269 “pezzi”».

Quali sono gli autori che Carlo amava?

«Ci sono le Rime e i Trionfi di Petrarca, l’Ortis di Foscolo, i Promessi Sposi, opuscoli di storia locale e istriana e otto numeri de La Voce (1909-1910). Mancano però gli scrittori russi e gli autori della grecità classica, che Carlo amava e studiava».

Avete trovato qualche prezioso cammeo?

«In tre esemplari ci sono dei disegni, piuttosto abbozzati, che in qualche modo richiamano temi grafi ci in seguito sviluppati da Carlo. La proprietà è certa perché i volumi sono firmati o siglati. Interessanti anche le sottolineature, mentre non sono emerse, almeno fi no ad ora, postille. A breve tutto il materiale sarà disponibile per la consultazione e sul nostro sito verranno inserite le scansioni dei frontespizi».

In tempo di crisi come avete potuto acquistarli?

Chiedendo al Ministero dei Beni culturali un apposito stanziamento di 17mila euro, dopo che il Comune di Gorizia non  aveva manifestato interesse».

A Gorizia ogni anno arrivano studiosi italiani e stranieri per studiare il fondo: come spiega questo interesse per un ragazzo morto oltre 100 anni fa?

«Certamente la fi ne tragica è stato inizialmente un potente mezzo di promozione (morì suicida a 23 anni, ndr), ma anche la possibilità di avere sottomano tutto quello che può riguardare Carlo è ora un invito alla conoscenza e all’approfondimento. La scoperta di oggi, che ha qualcosa di magico essa stessa, sembra quasi chiudere il cerchio e consegnarci l’immagine completa di un giovane geniale, che non è riuscito “retoricamente” ad invecchiare e a diventare uguale agli altri. Ma la sua unica opera La persuasione e la rettorica senza dubbio affronta tutti i grandi temi filosofici dell’essere».

Quali sono i vostri progetti per valorizzare e far conoscere ancora di più questo grande concittadino e la sua opera?

«Stiamo procedendo alla catalogazione approfondita dei manoscritti e della biblioteca. Questo lavoro sarà pubblicato in un unico volume che diventerà quindi fondamentale per la conoscenza di Carlo. Allo stesso tempo procediamo con  l’aggiornamento dei dati presenti nel sito www.michelstaedter.it».

 

Fondo: Carlo Michelstaedter, costituito nel 1973, di proprietà del Comune di Gorizia.

Si trova: Biblioteca statale isontina, via Mameli 12, Gorizia, www.isontina.beniculturali.it.

Cosa contiene: una prima sezione di documenti originali come manoscritti, dipinti, disegni, album e taccuini. Una seconda denominata “Fondo vivo” in ontinuo aggiornamento con le edizioni delle opere di Michelstaedter e gli studi a lui dedicati.

Come si può consultare: contattando la responsabile del fondo Antonella Gallarotti (antonella.gallarotti@beniculturali.it). La consultazione e gratuita previo appuntamento.

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