Il risveglio della natura

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redazione

21 Marzo 2018
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Fiori e primavera

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L’etimologia di una parola ci apre spesso una finestra su un mondo che dovremo imparare a guardare con altri occhi, quelli del cuore, un po’ come facevano le antiche donne di guarigione tanto tempo fa.

“Primavera”: dal latino primo (inizio) ver, da una radice indoeuropea col senso di ardente, splendente. L’etimologia ci rivela quindi che la primavera è inizio splendente per l’intero regno della natura: tutto si risveglia, si rigenera, torna a nuova vita dopo il sonno dell’inverno. Sembra di sentire nell’aria il sussurro “si ricomincia!”: la luce aumenta, l’aria si profuma, i fiori sbocciano, i prati e le siepi si colorano di tinte pastello, gli alberi si stiracchiano, una musica meravigliosa, una vibrazione che entra nel cuore: è armonia, è risveglio di antiche memorie. Ogni volta che sento parlare di armonia e fiori il mio pensiero va subito ai libri sacri, alla Genesi, in particolare al terzo giorno quando “Iddio disse: produca la terra verdura, erba, che faccia seme ed alberi, che portino frutto ciascuno secondo la sua specie”.

Semi, una precisa richiesta di continuità alla quale la Terra è chiamata a rispondere: ogni seme porta in sé la riproduzione della sua specie, si trasforma, fiorisce, diventa frutto e attraverso il seme ritorna alla terra per dare seguito alla sua specie. Con ordine e armonia, nascita e rinascita.

Lo scienziato Drunvalo Melchizedek, nel suo libro L’antico segreto del Fiore della Vita, racconta che ogni movimento nella Genesi produce una vasta conoscenza e forma uno schema ben preciso composto da un insieme di cerchi. Lo schema della Genesi altro non è che un fiore a sei petali conosciuto anche come Fiore della Vita.

Quando ho aperto gli occhi sul Fiore della Vita mi sono ricordata di un gioco che facevo da bambina con il compasso: lo facevate anche voi questo meraviglioso fiore che arrivava direttamente dai ricordi della vostra anima?

Il Fiore della Vita, chiamato anche Sesto giorno della Genesi, si ottiene dalla rotazione di sei cerchi, corrispondenti ognuno a un giorno della Creazione e rappresenta tutto il Creato; è un simbolo che è stato ritrovato nell’architettura e nella cultura di popoli antichissimi, dagli Egiziani agli Etruschi, agli Ebrei, ai Celti o ancora sulle cattedrali gotiche di tutta Europa. Simbolo potente di guarigione e protezione, porta in sé la  magia: nella sua struttura completa viene riconosciuto uno dei canoni principali più antichi del concetto matematico di bellezza e armonia, la presenza del numero aureo (PHI 1,618), esotericamente considerato sacro e presente nella natura.

Dunque quando parlo di primavera parlo di un risveglio potente della magia e dell’energia che si esprimono attraverso la forma, il colore e il profumo di fiori e foglie: parlo di bellezza, una bellezza delicata naturalmente, ma che ci fa stare bene, ci fa sentire in pace con noi stessi e con il resto del mondo.

Sant’Agostino diceva: “Gli occhi si dilettano con le cose che hanno le corrette proporzioni”. I fiori, gli arbusti, gli alberi sono perfettamente in proporzione per forma e per colore e, per la precisa richiesta che fu fatta alla Terra tanto tempo fa, devono riprodursi, devono attrarre gli insetti per dare il via al processo di continuità della specie. Avete mai osservato bene le api e i fiori? I fiori si fanno affascinanti e misteriosi per le api, le richiamano con il colore, il portamento, la forma e il profumo: è un gioco che fanno anche gli innamorati.

E l’essere umano perché è tanto attratto dai fiori? In tutti gli esseri viventi esiste un’innata capacità di valutare ciò che è in grado di restituire energia e benessere: i fiori “lavorano” con noi come se fossimo grandi insetti, ci attraggono e con la loro energia risanatrice, fatta di colore-forma-profumo, vanno a toccare positivamente il nostro stato d’animo mettendolo in equilibrio.

Dunque è importante per l’uomo ri-tornare al suo posto nel regno naturale, ri-prendere il suo dialogo con i fiori considerandoli come esseri fisici e non solo come strumento di pura decorazione. Diamo il benvenuto ad alcuni di essi guardandoli con altri occhi.

Buona armonia

 

Bucaneve: il suo nome botanico è Galanthus nivalis, fiore color latte della neve. Porta l’energia del coraggio, della forza e della speranza per affrontare al meglio i cambiamenti della vita. I sottili steli eretti portano un singolo fiore bianco a campanula formato da tre petali esterni allungati e tre interni meno visibili, segnati da una maculatura verde: il numero magico dell’armonia 3 + 3.

Pratolina: l’origine del suo nome secondo le ipotesi moderne deriva da bellus (bello, grazioso), mentre il nome perennis fa riferimento al ciclo biologico di questa specie. Il suo capolino porta in sé la spirale aurea, il numero dei suoi petali corrisponde a uno dei numeri magici di Fibonacci. Con la sua energia la pratolina ci accoglie nei campi in primavera, allontanando le situazioni drammatiche e stressanti, semplificando la vita e favorendo il rilassamento e la cura di sé.

Narciso: originario dell’Europa, il suo nome deriva dalla parola greca narkào (stordisco) e fa riferimento al profumo inebriante dei fiori di alcune specie; per la sua forma viene associato al Fiore della Vita: è simbolo di rinascita, rigenerazione, gioia e speranza. Spesso, contenendo in sé il numero 6, viene anche associato alla Ruota della Vita celtica, un’antichissima forma di calendario che segna il ciclo delle stagioni durante l’anno. Con la sua energia apre i canali della comunicazione, aiuta a scrivere, fare discorsi, consente di portare a termine i progetti.

Viola: è il colore dei fiore che ha dato il nome a queste piccola pianta conosciuta fin dai tempi più antichi nel bacino del Mediterraneo. L’armonia è presente con il numero 5 di Fibonacci e il colore complementare di petali e foglie. Con la sua energia la viola migliora la chiaroveggenza aprendo il chakra del terzo occhio e guarisce dal dolore.

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