Il Centro Studi Rizzatti vince il bando Giuseppe Ungaretti

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Livio Nonis

10 Maggio 2024 ,
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Il progetto del sodalizio primo in graduatoria. Sarà riscoperto il poeta reduce che torna sui campi di battaglia

Ungaretti ritorna sul Carso: 1966. Da sinistra, don Italo Brandolin, Giuseppe Ungaretti, il sindaco di Gorizia Michele Martina, il giornalista Maurizio Calligaris e Celso Macor, scrittore e giornalista
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Ungaretti ritorna sul Carso: 1966. Da sinistra, don Italo Brandolin, Giuseppe Ungaretti, il sindaco di Gorizia Michele Martina, il giornalista Maurizio Calligaris e Celso Macor, scrittore e giornalista

GORIZIA – Il progetto presentato dal Centro Studi politici economici e sociali “sen. Antonio Rizzatti” di Gorizia nel bando della Regione Friuli Venezia Giulia dedicato alla figura di Giuseppe Ungaretti è risultato primo nella graduatoria dei finanziati. Con 81 punti complessivi, l’idea progettuale intitolata “Ungaretti, ritorno sul Carso: solo in mezzo a uomini soli”.

Nel 1966 il Centro ospitò il primo Incontro Culturale Mitteleuropeo, avente come oggetto la Poesia Mitteleuropea. Presidente onorario dell’Incontro fu il poeta Giuseppe Ungaretti.

Il Centro intende proporre una progettualità non incentrata sulla figura del soldato-poeta bensì il poeta-reduce che, a cinquant’anni dalle proprie esperienze, ritorna sui luoghi che lo hanno visto, sì, soldato ma anche letterato. Un poeta che fu anche viaggiatore e traduttore, lati spesso dimenticati.

Nel 1966 Ungaretti fu ospite del Convegno ma anche protagonista di un viaggio sui luoghi più noti e che lui stesso vide negli anni del conflitto, dal Monte San Michele a Redipuglia.

Nell’ottica di raccontare l’Ungaretti che “ritorna” sui luoghi della Grande Guerra, trovando un Carso che «non è più l’infermo ma il verde della speranza», come lo stesso poeta scrisse nella sua dedica a Iniziativa Isontina, rivista ancora esistente e che raccoglie i materiali di quegli anni.

Si tratta di guardare al poeta con uno sguardo contemporaneo, dando spazio anche a poeti tutt’ora viventi o da poco scomparsi del territorio locale e sloveno, portando la valenza europea e gli obiettivi storici del Centro Studi Rizzatti, attivo dal 1958, in un corpo ancor più attuale per le nuove generazioni, che saranno coinvolte nelle varie fasi di realizzazione non solo intellettuale ma anche fisica, con gruppi di giovani lettori che si immedesimeranno nel poeta e nel suo tempo ma anche uno sguardo culturale e politico diverso per comprendere le motivazioni che portarono in Gorizia le migliori voci della poesia Mitteleuropea – e, a oggi, si può ben dire europea – rendendole viva testimonianza del proprio tempo.

Il progetto vuole dare risalto al servizio culturale della politica incentrata nell’ottica del bene comune.

Nel 1966 Giuseppe Ungaretti partecipò all’Incontro Culturale Mitteleuropeo di Poesia organizzato dal Centro Studi sen. Antonio Rizzatti. Il Centro Studi, attraverso le pagine della propria rivista “Iniziativa Isontina”, raccolse quella straordinaria testimonianza.

Con la pubblicazione degli atti dell’incontro, del reportage della visita del poeta sui luoghi in cui aveva combattuto e la pubblicazione di una dedica speciale a “Iniziativa Isontina” – intitolata “Un messaggio che si rinnova” e letta da Ungaretti stesso durante il convegno tenutosi nella Sala degli Stati Provinciali di Gorizia – il Centro Studi sen. Antonio Rizzatti si è fatto custode di una testimonianza unica.

Uno degli obiettivi del progetto “Ungaretti, ritorno sul Carso: solo in mezzo ad altri uomini soli” è far riscoprire a quasi sessant’anni di distanza quella emozionante visita nella nostra Regione, presentando materiali inediti e raccogliendo le ultime testimonianze in vita.

Il racconto della visita è lo spunto di partenza per un’analisi del poeta – il più famoso e studiato poeta legato alla Prima Guerra Mondiale in Italia – non solo nella sua giovinezza, ma anche nella sua maturità, quando colui che era diventato nel frattempo un personaggio culturale e artistico di fama internazionale, ritorna da reduce e scopre che “il Carso non è più un inferno, è il verde della speranza”.

Il progetto guarderà non solo alla poesia e alle collaborazioni con la vicina Slovenia ma nell’intero territorio regionale, con uscite in alcuni luoghi significativi tra i quali Chiusaforte.

Partner progettuali l’Università degli studi di Trieste, l’Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della difesa, l’Associazione Amici di Castelnuovo, la Pro Loco Fogliano Redipuglia e il Centro per la Conservazione e valorizzazione delle tradizioni popolari di Borgo San Rocco.

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