Gregory Biancuzzi, volando sull’acqua

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Grazie al Tecnomar Racing Team di Aquileia il FVG sta diventando punto di riferimento nel panorama della motonautica nazionale. «Per fare il pilota servono passione e voglia di imparare. Non fa male anche un po’ di follia»

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Fase di gara di fronte alla diga di Grado (ph. Nicola Oleotto)

Gregory Biancuzzi va sempre di corsa. E per uno come lui, con la passione per i motori nel sangue, è la normalità.

Presidente del Tecnomar Racing Team di Aquileia, lo scorso maggio è stato – assieme a tutti i componenti della sua società – l’organizzatore del primo Grand Prix Motonautica Aquileia – Grado, valevole come tappa del Campionato italiano. E dopo il successo dell’esordio, già si guarda all’edizione del 2025.

Ma nel frattempo la società continua a crescere (50 tesserati, 33 licenze di pilota di cui 4 per il settore giovanile sono i numeri aggiornati) e la stagione agonistica è in pieno svolgimento.

Gregory Biancuzzi (ph. Nicola Oleotto)

Presidente Biancuzzi, per diventare un pilota di motonautica quali sono le caratteristiche imprescindibili?

«Passione per la nautica e la velocità, voglia di imparare. Un team unito alle spalle è indispensabile per poter scendere in campo e un po’ di follia non fa male».

A proposito, come si diventa piloti di motonautica?

«Iscrivendosi a un’associazione affiliata alla FIM (Federazione Motonautica Italiana) si ha la possibilità di entrare nel mondo della Motonautica, provando così le prime imbarcazioni race (da gara). Pian piano, in base alle capacità e alle possibilità, ci si avvicina a diverse gare scalando così la piramide di questa disciplina».

Che tipo di imbarcazioni usate?

«Nel nostro team le imbarcazioni utilizzate nel Campionato italiano sono ti tipo carena a “V” o detta anche Monocara. Nate principalmente da cantieri che producono barche da diporto, vengono poi sottoposte ad apposite modifiche per essere assettate per le competizioni, in base anche al regolamento della FIM. Nel regolamento, oltre alle misure di sicurezza, si osservano i parametri per le categorie dove si distinguono per il fattore Peso Potenza: per esempio 3:1 sta a significare 3 kg per cavallo ed è consentito l’utilizzo di un solo motore. Diverso il discorso per la categoria giovanile».

In che senso?

«Lì invece è la federazione che mette a disposizione gommoni con 15 hp, imbarcazioni monoposto e moto d’acqua per promuovere il settore e la disciplina».

Durante la stagione agonistica com’è scandita la preparazione?

«La gran parte del tempo è dedicata alla preparazione dell’imbarcazione. Gli allenamenti sono pochi anche per la conformazione del nostro territorio che, purtroppo, non offre molte possibilità per le prove in acqua, nel rispetto della laguna e delle norme vigenti».

Come si prepara l’imbarcazione da gara?

«Si comincia più di un mese prima e, fino all’ultimo giorno, non si ha un attimo di tregua. A fine gara si ricomincia daccapo: le sollecitazioni sono molte, per la sicurezza va sempre rivisto tutto da cima a fondo».

Quali sono le vostre competizioni?

«Quest’anno siamo stati presenti alla prima gara di Campionato italiano, da noi organizzata ad Aquileia e Grado, competizione di circuito. Il raid Pavia-Venezia Endurance, gara internazionale di 413 km in acque interne sul fiume Po. Quindi le altre tre tappe del Campionato Italiano a Chioggia, San Nazzaro e sul Lago di Como».

I componenti del Tecnomar Racing Team

Come ci si prepara a gare come queste?

«Lavorando molto sull’imbarcazione, preparando la squadra di assistenza con un programma dettagliato anche perché ci si muove sempre in 20-30 componenti del gruppo. In campo gara si fanno gli ultimi controlli prima della prova e tutti assieme seguiamo ogni equipaggio del team».

Gareggiare ad alte velocità in acqua può essere pericoloso: quali accorgimenti non possono mai mancare in ambito sicurezza?

«Sicuramente come tutti gli sport motoristici il pericolo c’è, volare in acqua per noi è come per un motociclista cadere a terra, ovviamente si cerca di evitarlo ma l’imprevisto c’è. Le dotazioni di sicurezza principalmente sono giubbotto di salvataggio conforme alla disciplina, collare e casco. Fondamentale e lo stacco di sicurezza che spegne il motore in caso di fuoriuscita dell’equipaggio, in modo da arrestare l’imbarcazione».

A livello di risultati, invece, quanto conta l’imbarcazione e quale valore aggiunto può dare il pilota?

«Nella nostra categoria la scelta dell’imbarcazione è libera in quanto vige principalmente la regola peso potenza. Pertanto un’imbarcazione più lunga è preferita per stabilità e sicurezza in condizioni di mare mosso. Viceversa in condizioni di liscio la barca più grande è penalizzata per velocità. Le barche più piccole e quindi più veloci offrono maggiori prestazioni in fatto di velocità ma ci vuole un bravo pilota per poterle fare andare veramente forte».

Che tipo di gare disputate?

«Le gare che disputiamo sono 4 in circuito e 1 di durata. Le tappe fisse sono sempre state due. La prima sul lago di Como: gara storica in circuito, che si è adeguata ai regolamenti odierni; ma una volta percorrevi 100 miglia da cui anche prende il nome. La seconda è il Raid Pavia Venezia, 413 km lungo il fiume Po, gara di durata e velocità. Entrambe le competizioni vedono arrivare piloti da tutta Europa e contano circa 150 iscrizioni».

Quali sono i vostri risultati ottenuti finora?

«Vantiamo tre partecipazioni a campionati italiani (2022-2023-2024) con 2 imbarcazioni, ottenendo un primo posto e due secondi posti. Inoltre negli stessi anni abbiamo partecipato per tre volte al Raid Pavia-Venezia con 4 imbarcazioni».

La movimentazione delle imbarcazioni per le gare

Le gare a cui partecipate richiedono spesso spostamenti in diverse zone d’Italia. Farlo con persone e mezzi da gara che attenzioni logistiche richiede?

«Mettiamo a disposizione i nostri carrelli, i nostri mezzi e le energie di tutto il team. Questa parte è fondamentale per gli spostamenti fuori regione, ma anche per le gare più vicine. La logistica per lo spostamento e la preparazione dell’imbarcazione richiede sempre personale di assistenza».

Qual è il rapporto del vostro sodalizio con il territorio?

«Siamo conosciuti nei comuni limitrofi ad Aquileia e ci compiacciamo del fatto che la gente ci apprezza e ci fa i complimenti per i nostri risultati, per le iniziative e la dedizione alla nostra passione. Sicuramente è una fonte di sprone anche per migliorare. Ci sostengono molto pure i nostri sponsor, attività locali principalmente inerenti alla nautica, ma anche attività a conduzione familiare che condividono la stessa passione e vogliono contribuire per darci il loro sostegno».

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