Grandi Terme di Aquileia: scoperta abside monumentale

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Con ampiezza di 30 metri. Gli archeologi dell’Università di Udine hanno anche anticipato all’inizio del IV secolo d.C. la costruzione del maestoso complesso termale

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L’Abside con frigidarium

AQUILEIA – Un’abside (ambiente semicircolare) monumentale di circa 30 metri di ampiezza, una decina di parti di statue di divinità e di imperatori, o alti dignitari, e frammenti di colonne, tra cui una colossale del cosiddetto marmo africano (l’odierna Turchia).

Sono le principali scoperte fatte nell’area delle Grandi Terme di Aquileia dagli archeologi dell’Università di Udine nell’ultima campagna di scavi.

Gli studiosi dell’Ateneo friulano hanno inoltre scoperto che la costruzione del complesso è iniziata intorno al 300 d.C., cioè almeno un decennio prima di quanto finora ipotizzato.

E questo grazie all’analisi radiocarbonica di un palo di ontano utilizzato dai romani per la bonifica dell’area al momento della costruzione dell’edificio e portato alla luce durante gli scavi.

La missione è condotta su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione scientifica e il supporto finanziario della Fondazione Aquileia.

Le ricerche sono condotte da un team di archeologi del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine guidato da Matteo Cadario, insieme a Marina Rubinich e Antonio Dell’Acqua, e con la collaborazione scientifica della Fondazione Aquileia e del suo direttore, Cristiano Tiussi.

Agli scavi hanno partecipato anche 35 studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale dell’Ateneo e della Scuola di specializzazione in beni archeologici.

«Le novità portate alla luce sono di valore straordinario sia per lo stato di conservazione delle strutture che per il significato dei reperti rinvenuti per la ricostruzione della funzione dell’edificio», sottolinea il direttore degli scavi Matteo Cadario.

Nel corso dei 23 anni di scavo dell’area, iniziato nel 2002, l’Ateneo friulano sta progressivamente mettendo in luce la grandiosità e lo sfarzo delle Grandi Terme, confermando anche l’importanza strategica di Aquileia durante l’impero romano.

La Soprintendenza

«Le evidenze emerse e i nuovi dati acquisiti grazie agli scavi dell’Università di Udine – dichiara la Soprintendente, Valentina Minosi – dimostrano l’importanza della collaborazione proficua che si è da anni instaurata fra Università e Soprintendenza e che si esplicita attraverso l’affidamento in concessione delle attività di scavo da parte del Ministero della cultura e attraverso il costante confronto fra le Istituzioni sulle indagini conoscitive svolte e per assicurare le attività di tutela».

La grande abside del frigidarium

La scoperta dell’abside di 30 metri, muri compresi, è avvenuta nell’area del percorso balneare delle terme. Era infatti aperta sulla grande aula del frigidarium (la zona destinata ai bagni in acqua fredda). Pavimentata in lastre di marmo e di calcare, l’abside chiude a est l’asse centrale delle terme.

Trova una perfetta corrispondenza nella più piccola abside del caldarium (la zona destinata ai bagni in acqua calda), larga 15 metri, situata sul lato opposto e messa in luce tra il 2021 e il 2023.

Le fondazioni dei muri dell’abside, larghe più di 5 metri, dovevano sostenere un imponente alzato a più piani che doveva contenere nicchie per statue e serviva anche da facciata monumentale delle terme verso la città di Aquileia.

«È una novità eccezionale – spiega il professor Cadario – che conferma ulteriormente lo splendore e la maestosità dell’edificio e consente di comprenderne meglio la pianta. Come si comprende dai confronti con le terme Erculee di Milano e con le Kaiserthermen di Trier, il modello è caratteristico delle terme imperiali di età tetrarchica, ossia costruite tra il 293 e il 305 d.C., quando l’impero fu governato da quattro imperatori».

Le statue e la colonna

Nel corso dello scavo è stata scoperta anche una decina di frammenti di statue di epoche diverse. Le statue furono riunite all’inizio del IV secolo d.C. per ornare adeguatamente il frigidarium, che si presentava quindi come la sala più splendida dell’edificio.

Spiccano due parti di statue maschili in toga, una in origine colossale, e una statua con indosso la corazza di dimensioni pari al vero, probabilmente raffiguranti in origine imperatori o alti dignitari.

Ma sono stati trovati anche alcuni frammenti di statue di divinità, tra cui la parte inferiore di un Esculapio, dio della medicina, e una probabile statuetta di Giove con egida (la pelle della capra Amaltea che il dio usava come mantello).

Sono stati portati alla luce anche diversi elementi dell’architettura dell’edificio, che spesso dovevano essere stati recuperati da edifici più antichi per essere riusati.

«Il frigidarium doveva ospitare colonne colossali di marmo africano – commenta Antonio Dell’Acqua – e basi riccamente decorate, simili a quelle impiegate nelle terme inaugurate da Caracalla a Roma nel 216 d.C.»

Dalla stessa zona proviene anche la statua di Diomede scoperta dagli archeologi dell’Ateneo friulano nel 2003 a conferma della ricchezza dell’arredo scultoreo che contribuiva a trasformare le terme imperiali tardoantiche in “musei”.

Le indagini proseguiranno anche nel settore dove sorgeva il caldarium e nel settore corrispondente a una serie di ambienti di più fasi adiacenti il corpo centrale nella zona nord est dell’edificio.

Retrodatato l’inizio della costruzione

Gli archeologi dell’Università di Udine hanno anche scoperto che i lavori di costruzione delle Grandi Terme sono iniziati probabilmente all’inizio del IV secolo d.C. anziché diversi decenni più tardi.

«Abbiamo fatto analizzare al carbonio 14 – racconta Marina Rubinich – un palo di ontano che abbiamo scoperto effettuando un carotaggio nell’area dell’abside del frigidarium, e che era stato utilizzato dai romani per bonificare la zona prima di costruire il muro».

La costruzione dell’edificio iniziò quindi al tempo di Massimiano e Diocleziano, i due Augusti che abdicarono nel 305 d.C. Costantino, che conquistò Aquileia nel 312 d.C., potrebbe quindi aver solo completato l’opera, prima del 325, appropriandosi però del merito e intestandosi le terme.

La collaborazione con Fondazione Aquileia

«L’area delle Grandi Terme non smette di rivelare nuovi e importanti tasselli della sua affascinante storia grazie all’impegno congiunto dell’Università di Udine e della Fondazione Aquileia sancito da un accordo di collaborazione scientifica ed economica» affermano il presidente Roberto Corciulo e il direttore Cristiano Tiussi.

«La prosecuzione e l’ampliamento delle ricerche archeologiche nelle aree conferite dal Ministero della cultura rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza e costituiscono perciò una delle linee strategiche fondamentali della Fondazione Aquileia verso la costituzione del Parco Archeologico», spiegano Corciulo e Tiussi.

«Così come per lo scavo del vicino teatro, la collaborazione con l’Università di Udine – sottolineano infine Corciulo e Tiussi – pone anche le basi per pensare concretamente alla futura valorizzazione del complesso termale, di cui nel progetto scientifico allegato all’accordo di programma si è inteso prima di tutto determinare le considerevoli dimensioni. L’emozionante scoperta dei numerosi frammenti di statue avvenuta quest’anno, oltre a quella già nota dei bellissimi mosaici, rendono la sfida ancor più affascinante».

L’Università di Udine ad Aquileia

La presenza dell’Ateneo friulano alle Grandi Terme è ormai consolidata da oltre due decenni.

Le prime ricerche infatti risalgono al 2002. Nelle campagne di scavo annuali, in concessione ministeriale, si sono formati oltre 700 studenti di archeologia che hanno potuto acquisire i crediti di tirocinio previsti dal loro percorso di studio.

Dal 2016, anno della prima concessione di scavo dal Ministero, allora dei beni e delle attività culturali, fu avviata una nuova e proficua collaborazione con la Soprintendenza e con la Fondazione Aquileia, che aveva appena acquisito l’area in gestione, e che partecipa attivamente alla progettazione dei nuovi interventi di scavo e alla loro valorizzazione.

Il contesto storico

Le Grandi Terme di Aquileia, o Thermae felices Constantinianae, come sono chiamate nell’iscrizione di una base di statua di Costantino rinvenuta nell’area, erano state realizzate in una città che era uno dei porti principali del Mediterraneo e una delle nuove residenze imperiali.

In età tetrarchica l’impero era stato infatti suddiviso tra quattro imperatori, due Augusti e due Cesari. Gli imperatori cessarono di abitare a Roma, scegliendo altre città, tra cui Aquileia, come loro sedi e dotandole degli edifici adeguati al prestigio di una “capitale”.

«La collocazione delle terme nello spazio dell’ampliamento della città protetto dalle nuove mura tardoantiche prova inoltre – sottolinea Cadario – la volontà imperiale di beneficare l’otium della popolazione aquileiese, dotandola di una magnifica struttura termale, come avvenne anche a Milano, Trier, Arles, Antiochia e poi Costantinopoli».

Le caratteristiche

Gli scavi dell’Università di Udine, ricollegandosi a quelli condotti dalla locale Soprintendenza archeologica nel corso del ‘900, hanno permesso di ricostruire un edificio “fuori scala” anche per una città importante come Aquileia.

Un complesso con elevati superiori a 10 metri e un corpo centrale di circa 10000 metri quadrati di estensione e un fronte di ben 138 metri, paragonabile quindi solo alle grandi terme imperiali costruite a Roma e nelle altre nuove “capitali”.

Come di norma nelle terme imperiali, l’edificio era organizzato intorno a un asse centrale di più di 90 metri di lunghezza, formato dalle sale che offrivano bagni in acque di temperature diverse (caldarium, tepidarium e frigidarium) secondo il modello di pratica balneare tipico del mondo romano.

Il fulcro dell’edificio era l’enorme frigidarium pavimentato in lastre di marmi colorati, affiancato da due grandi spogliatoi (apodyteria), a nord e a sud, con raffinati pavimenti musivi.

In particolare, dall’aula nord provengono gli splendidi mosaici opera di maestranze greco-orientali, oggi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, e raffiguranti soggetti marini e atletici.

  • La scoperta di tre statue

 

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