Gorizia, truffa all’INPS: sindacalista denunciata

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redazione

20 Dicembre 2016
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Operazione “Pensioni sicure”

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A conclusione di una attività investigativa coordinata dal Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Gorizia, Paolo Ancora, il Nucleo di Polizia Tributaria di Gorizia ha denunciato una dirigente di un sindacato dei lavoratori della scuola per “Truffa aggravata continuata” nei confronti dell’INPS, recuperando le somme indebitamente percepite nel tempo dalla sindacalista per circa 50.000 euro e interrompendo le future indebite maggiorazioni sulla pensione.

In particolare, nel corso dell’attività d’indagine, è emerso che la sindacalista, coadiuvata da due membri del direttivo, anch’essi indagati, abusando delle agevolazioni previste dal D.Lgs 564/1996 (c.d. Legge Treu) legate al versamento di contributi pensionistici integrativi calcolati sulla base di una retribuzione figurativa aggiuntiva afferente l’ultima annualità utile, ha ottenuto un illecito vantaggio economico, consistente nella maggiorazione della pensione.

L’attività d’indagine delle Fiamme Gialle ha permesso di accertare che la dirigente provinciale del sindacato, unitamente ad altri due membri direttivi, aveva approvato, in piena autonomia e senza coinvolgere o interpellare l’organo decisionale preposto da statuto (Consiglio Provinciale), una delibera di segreteria con la quale venivano attribuiti al Segretario provinciale (cioè a se stessa), per l’anno scolastico 2009/2010, incarichi aggiuntivi retribuiti per 30.000 euro che, invece, erano già insiti nel ruolo ricoperto. A comprova delle irregolarità riscontrate, i finanzieri hanno accertato che le somme necessarie come provvista per far maturare la maggiore pensione erano state fornite direttamente dall’indagata attraverso bonifici bancari sotto forma di “donazioni” a favore del Sindacato che, successivamente, le riversava alla stessa, mensilmente, maggiorandole la retribuzione.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria inquirente, i finanzieri isontini hanno eseguito il sequestro preventivo “per equivalente” di denaro e di un immobile nella disponibilità dell’indagata per un importo di 50.000 euro, corrispondente alla cifra indebitamente percepita dalla sindacalista.

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