Gorizia, scoperte per caso due gallerie della Grande Guerra

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redazione

20 Aprile 2021
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Grazie ai volontari del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”

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Durante un’escursione nell’area del colle della Pubrida (o del Cucula) a Lucinico, alcuni soci del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” si sono imbattuti in due piccole aperture nel terreno lungo la scarpata del colle.

La curiosità e l’istinto degli speleologi goriziani ha determinato la volontà di infilarsi in quei stretti pertugi per vedere di che cosa si trattasse.

“Grande è stata la loro sorpresa – racconta il presidente del Seppenhofer, Maurizio Tavagnutti – quando, entrati strisciando negli stretti pertugi scavati nel Flysch (la roccia che localmente viene chiamata “Ponca”) si sono ritrovati in ambienti molto grandi, costituiti da gallerie con una larghezza di 2 metri per un’altezza di 2,5 metri. È stata sicuramente una grande sorpresa ritrovare queste gallerie, che senza dubbio furono scavate dal nostro esercito nel corso della Prima guerra mondiale, e poi abbandonate dopo la disfatta di Caporetto, successivamente cadute nell’oblio della memoria i cui ingressi, in seguito, furono obliterati dai lavori agricoli che si sono succeduti nel tempo su questo colle”.

Solamente ora grazie ai lavori di disboscamento e sterramento per l’impianto di una nuova vigna sono stati improvvisamente messi in luce i due ingressi.

Queste gallerie scavate nella roccia flyschoide oltre a essere una preziosa testimonianza storica della Grande Guerra e quindi un antico manufatto e come tale protetto da una specifica legge dello stato (Legge 7 marzo 2001, n. 78 – GU Serie Generale n.75 del 30-03-2001), presentano anche dei tratti riccamente concrezionati molto belli.

“Dal momento che – aggiunge Tavagnutti -, presumibilmente, le gallerie sono state scavate negli anni tra il 1916 e il 1917 e successivamente chiuse, possiamo presumere, con buona approssimazione, che siano rimaste isolate per almeno 100 anni, senza che alcuno vi fosse entrato in questo lungo spazio di tempo. L’aver trovato al loro interno delle concrezioni, anche molto belle, in un tipo di roccia che si sa non dà luogo alla formazione di grandi concrezioni stalattitiche, quelle ritrovate possono costituire un elemento di grande importanza scientifica se soggette ad uno studio specifico”.

Il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” che sta monitorando l’evolversi del fenomeno carsico nel Flysch delle valli tra Judrio e Natisone, sta già pensando di estendere le proprie ricerche anche in quest’area.

“Sarebbe pertanto auspicabile – conclude Tavagnutti – poter preservare questi storici manufatti anche per una futura valorizzazione in chiave didattico-turistica che andrebbe sicuramente a premiare un’area di grande valore paesaggistico”.

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