Franco Pin: “La pittura? Una maratona”

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Veneto di nascita ma friulano di adozione. Le opere dell’artista di Bagnaria Arsa sono esposte presso enti pubblici e collezionisti privati in Italia e all’estero. «Costanza e dedizione sono fondamentali: dipingere non è come correre i 100 metri»

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Franco Pin nel suo studio (ph. Claudio Pizzin)

Franco Pin è un artista autodidatta presente nel panorama pittorico da più di quarant’anni.

Nato nel 1946 a Lughignano di Casale sul Sile, a 11 anni va lavorare in albergo come garzone tuttofare in una Treviso dove sono ancora profondi i segni dei bombardamenti aerei del secondo conflitto mondiale.

Nel 1961 raggiunge il fratello emigrato a Torino trovando lavoro come cameriere. Durante il servizio militare a Palmanova incontra la ragazza che al termine della leva diverrà sua moglie.

Rientrato nel capoluogo piemontese per lavorare in una ditta metalmeccanica, nel 1973 si trasferisce con la consorte in Friuli, dove inizia il suo percorso artistico.

Ha partecipato a oltre cinquanta tra mostre collettive e vernici personali.

Vive e opera a Bagnaria Arsa. Numerose sue opere sono esposte presso enti pubblici e collezionisti privati in Italia e all’estero.

Franco Pin, come si è avvicinato al mondo dell’arte?

«Amavo disegnare sin da piccolo alla fioca luce dell’unica lampadina della cucina. Poi, dall’età di undici anni, la vita mi ha portato a lavorare lontano da casa, prima a Treviso e poi a Torino. Attorno ai trent’anni ho riscoperto a passione per l’arte».

Lei è un autodidatta: da dove ha preso i primi spunti per le opere d’esordio?

«Provai a imparare a utilizzare i colori a olio riproducendo un pittore americano del primo Novecento, George Foster. Fu in questo modo che le mie prime opere videro la luce».

C’è un artista in particolare a cui si ispira?

«Più che un artista singolo trovo ispirazione nell’Espressionismo».

Quali messaggi desidera trasmettere attraverso le sue opere?

«Non tanto trasmettere messaggi quanto in realtà raccontare storie che attingono sia nel mio passato sia nella contemporaneità».

In quarant’anni di attività come si è evoluta la sua pittura?

«Sono sempre stato attratto dal lato figurativo ed è sicuramente su questo aspetto che ritengo aver compiuto il percorso più significativo, passando da una iniziale ricerca di aderenza alla realtà a una sua interpretazione».

Un’opera di Franco Pin (ph. Claudio Pizzin)

Qual è il rapporto con gli altri artisti del territorio?

«Il rapporto artistico e umano è nella maggior parte dei casi ottimo».

A proposito di territorio: lei è nato in provincia di Treviso e risiede in comune di Bagnaria Arsa. Si sente più veneto o friulano?

«Direi italiano».

Quali sono le prossime opere sulle quali sta lavorando?

«Ora sto compiendo degli approfondimenti sul tema del corpo umano e sto sperimentando un percorso sull’astratto».

A un giovane che vorrebbe intraprendere il percorso artistico quali consigli darebbe?

«Direi di affrontare la pittura con costanza e dedizione: dipingere non sono i 100 metri piani ma una maratona».

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