Davide Beraldo: il giovane cantautore

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Elisa si è pubblicamente complimentata con lui. Ermal Meta lo ha chiamato a cantare al suo fianco. A 14 anni resta con i piedi per terra. Ma le idee sono chiare: «Ho un sogno fin da quando ho iniziato a scrivere canzoni. E non è cambiato»

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Davide Beraldo mentre canta con Ermal Meta (ph. Graziano Marrella)

CERVIGNANO DEL FRIULI – Ci sono doti e talenti naturali che, in ogni campo – artistico, sportivo, scientifico –, possono fare di un individuo un predestinato.

Certo le variabili sono infinite e il cervignanese Davide Beraldo, di anni 14, ha già avuto modo di scoprirlo nel suo recente passato.

Per lui, fortunatamente, la musica è pura passione. Possibilmente da condividere con gli amici. Anche i concorsi dove ottiene continuamente vittorie e menzioni speciali rappresentano più un momento di gioia che di competizione. Ecco perché l’augurio che ci sentiamo di fargli prima di questa intervista è di rimanere sempre se stesso.

Davide, partiamo dalla fine: cos’ha significato per te essere scelto per aprire il concerto di una star del calibro di Ermal Meta?

«Tutto è successo in modo inaspettato. Ermal ha indetto un bando (Palco Aperto): io ero un po’ titubante e non sapevo se iscrivermi, perchè, inconsciamente, avevo paura di ricevere una delusione. In questo periodo, infatti, sto facendo la muta della voce che quindi non è al top».

Invece…

«Quando ho scoperto di essere stato scelto da Ermal stesso mi sono emozionato. È stata una grande iniezione di fiducia che mi ha dato una fortissima carica. Anche se poi la delusione è arrivata comunque. Nel giorno tanto atteso il concerto, che doveva svolgersi a Palazzolo dello Stella, è stato annullato causa maltempo, compresa la mia esibizione. È stato veramente un brutto colpo».

Finché un giorno…

«Ero a Vicenza per un’altra data del tour estivo di Ermal Meta. A un certo punto mi ha chiamato sul palco a cantare insieme a lui la sua canzone “Buona Fortuna”: è stato un momento che non scorderò mai. Così come non dimenticherò il post concerto, dove ho avuto la possibilità di parlare e confrontarmi con Ermal, chiedendogli consigli importantissimi per la mia crescita musicale e personale».

A proposito di star: anche Elisa si è pubblicamente complimentata con te dopo aver visto un tuo video. Cos’hai provato a leggere il suo commento?

«Mi ha fatto un enorme piacere perché anche lei è una grande artista e una persona sensibile».

Davide Beraldo (ph. Graziano Marrella)

C’è un artista a cui ti ispiri?

«Credo che ogni canzone debba essere personale, unica e diversa da qualsiasi altra, anche se non tutte le canzoni possono venire completamente da te. Ispirarsi a qualcun altro, soprattutto per i ragazzi come me, può essere un ottimo modo per crescere a livello di scrittura».

Che cos’è per te la musica?

«Un modo per esprimermi. È un linguaggio universale, speciale perché ciascuna persona che ascolta può dare il significato che vuole a ogni strofa. Proprio questo è il bello della musica: ognuno può far diventare una canzone “sua” perché può interpretarla in qualsiasi modo».

Com’è nata la passione per la musica?

«Ascoltando proprio Ermal Meta quando avevo 6 anni. La sua musica mi ha portato a iniziare a prendere lezioni di chitarra e poi di canto, e anche a scrivere canzoni. Questo valorizza ancora di più il duetto che abbiamo fatto a Vicenza; mi ci è voluto un po’ per realizzare che stavo cantando sul palco con il mio idolo».

L’abbraccio tra Davide Beraldo e Ermal Meta sul palco a Vicenza (ph. Graziano Marrella)

Ti sei formato nella Supersonic Music School di Cervignano diretta da Francesco Contadini: questo percorso quanto è stato determinante nella tua crescita musicale e umana?

«Questo percorso per me è stato veramente importante. A livello musicale è stato determinante per la mia crescita aver trovato persone super preparate e brave che mi hanno insegnato la musica. È anche grazie a loro se sono arrivato a questo punto. Alla Supersonic, poi, ho trovato anche un bellissimo ambiente e in questi anni ho stretto amicizie con altri allievi della scuola».

Canti, suoni la chitarra e componi anche i testi delle tue canzoni. Da dove trai l’ispirazione per creare i tuoi brani?

«Mi ispiro a fatti della mia vita, ma la maggior parte delle volte le mie canzoni parlano di storie inventate, pur raccontando cose realistiche che possono capitare a ognuno, anche perché non so se riuscirei a scrivere canzoni con storie surreali. Mi capita invece raramente di dedicare una canzone a qualcuno, però a volte scrivo pensando a qualcuno».

Hai vinto per due volte il concorso canoro giovanile Mosaico di Voci, ottenendo una menzione speciale nell’ultima edizione con Jo Squillo presidente di giuria. Esibirti assieme a tuoi coetanei che sensazioni ti dà?

«Mi piace molto, sarà forse perché adoro mettermi in gioco, soprattutto in concorsi come Mosaico di Voci».

Dedicarsi alla musica richiede tempo, talvolta anche a discapito di altri divertimenti. Tu quanto tempo dedichi a questa passione?

«Diciamo che ci dedico il “giusto”: né troppo poco né troppo».

Con l’ingresso alle superiori, da quest’anno l’impegno scolastico sarà più intenso. Come concili scuola e musica?

«Avendo iniziato le superiori da poco non so ancora bene quanto tempo mi resterà nel pomeriggio ma uno spazio per la musica lo troverò sempre».

Sei un musicista solitario o ti piacerebbe suonare anche in una band?

«Fino a qualche anno fa avrei detto musicista solitario, ma il mio pensiero è cambiato da quando suono nella “Supersonic Band”, un progetto di musica d’insieme della scuola di musica, dove si impara ad ascoltare gli altri e a suonare canzoni, anche di generi diversi. Un’esperienza che mi aiuta anche nella scrittura dei brani».

La tua famiglia come ti supporta nell’impegno musicale?

«La mia famiglia mi ha supportato e mi supporta sempre. I miei genitori fanno sacrifici per pagare la scuola di musica e gli strumenti che mi servono, oltre a spronarmi costantemente».

I tuoi amici cosa dicono del Davide musicista?

«Con i miei amici non parlo molto del “me musicista”, ma ho la fortuna di avere amici musicisti con cui parlo di più. A volte mi danno anche dei consigli».

Hai altre passioni oltre alla musica?

«Il tennis».

Gianni Morandi cantava “Uno su mille ce la fa”. Sfondare nel mondo della musica è un obiettivo complesso e spesso legato a fattori diversi. Il giovane Davide Beraldo cosa sogna di fare da grande?

«Sogno di diventare un cantautore fin da quando ho iniziato a scrivere canzoni. E il mio pensiero non è cambiato».

C’è una persona a cui vorresti dedicare un tuo prossimo brano?

«Come già detto non amo dedicare le mie canzoni a qualcuno. Ma se dovessi scegliere una persona, la dedicherei probabilmente a mia nonna, che è una parte importante della mia vita. Da qualche anno purtroppo soffre di Alzheimer. Quando ero bambino trascorreva tutti i pomeriggi con me».

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