Dall’Iran allo spazio. La storia di Sepideh

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redazione

9 Aprile 2014
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A “Le Voci dell’Inchiesta”

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Avvio ancora nel segno dell’omaggio ad Andrea Barbato per la seconda giornata del festival di Cinemazero Le Voci dell’Inchiesta in programma a Pordenone fino a domenica con incontri, workshop, tavole rotonde, lettura dei giornali e un fitto palinsesto di proiezioni, tra tesori d’archivio e novità internazionali.

A una grande personalità del nostro tempo è dedicato l’evento di punta della serata di domani, che ripercorrerà la lezione umana e civile di uno dei più grandi innovatori del Novecento, l’industriale, politico, editore, urbanista Adriano Olivetti (1901-1960), sfogliando nuovamente le pagine di quell’agenda ideale che l’intellettuale fuori dagli schemi aveva programmato. La serata (Cinemazero, ore 21) sarà aperta dalla proiezione dall’intervista che il filosofo e scrittore Emilio Garroni fece a Olivetti per la Rai nel 1959, dove l’imprenditore illustra le strategie dell’azienda e la sua visione sociale e politica, seguita dall’incontro “Il capitale umano e la grande bellezza: Adriano Olivetti, maestro d’industria” con la partecipazione di Furio Colombo, Beniamino De Liguori, Luca Zevi, Franco Bernini, Paolo Candotti, Luigi Campello e la conduzione del giornalista Gianni Barbacetto.

La serata sarà conclusa dalla proiezione del documentario inglese “The imposter”, film che ripercorre, tramite immagini di archivio e ricostruzioni, l’inquietante vicenda della scomparsa nel 1994 di Nicholas, ragazzo texano dell’età di tredici anni. Suspense e colpi di scena terranno il pubblico con il fiato sospeso fino alla fine

Il palinsesto del festival percorrerà, però, l’intera giornata: alle 10 Furio Colombo, uno degli ospiti più attesi per l’omaggio a Olivetti, sarà protagonista della lettura dei giornali Coffee&newspapers al Salotto Peratoner con la giornalista Elisa Grando.

Alle 11, ancora all’Università di Pordenone, spazio al primo appuntamento dedicato al tema della tutela del nostro patrimonio culturale: “Le opere d’arte e il paesaggio beni comuni” è il titolo dell’incontro con l’autore televisivo Nino Criscenti e il noto docente Bruno Zanardi. Il tema sarà ripreso alle 18 a Cinemazero con l’incontro “Italia, il Paese dell’articolo 9. Le lotte per la tutela”, un appassionato racconto del vero e proprio presidio di resistenza per la tutela del nostro patrimonio culturale portate avanti, contro tutto e contro tutti, proprio dall’autore televisivo Nino Criscenti e da Bruno Zanardi, affiancati qui dal giornalista Tomaso Montanari e dalla scrittrice Antonella Tarpino

 

Sempre nella mattinata (ore 11) in programma anche il primo documentario della giornata, con la proiezione di Sepideh. Reaching for the stars dell’antropologa Berit Madsen, una coproduzione internazionale che narra la personale rivoluzione della ragazza iraniana Spideh, che ha il sogno di diventare astronauta, aspirazione in contrasto con la società che la circonda, in particolare con le aspettative della sua famiglia.

Atteso nel pomeriggio il seminario di Elisabetta TolaDatajournalism: numeri che raccontano storie” un viaggio tra le inchieste che stanno cambiando il giornalismo (anche in Italia). La giornalista e divulgatrice scientifica coordina progetti che sperimentano strumenti e linguaggi cross mediali per la comunicazione tra scienziati, gruppi di interesse e la società civile. Dal 2005 è una delle voci del quotidiano di scienza Radio 3 Scienza su Radio Rai

Alle 16.30 il festival apre uno spazio su Carlo Mazzacurati, il regista recentemente scomparso a cui si è voluto dedicare questa ottava edizione: in sala la proiezione di Sei Venezia, del 2010. “La presunzione e la segreta speranza di questo lavoro era quella di cercare una chiave che aprisse le porte più segrete e invisibili della città, e raccontarla., spiegava lo stesso Mazzacurati. “Per me, veneto di terra e di provincia, un viaggio alla scoperta di un territorio sconosciuto”.

Particolarmente intensa al festival la giornata di venerdì che si aprirà alle 9 proseguendo il viaggio nell’esperienza professionale e di vita di Adriano Olivetti: in programma la prima parte del documentario che il regista Michele Fasano (presente in sala) gli ha dedicato “In me non c’è che futuro. Uomini e lavoro alla Olivetti. I parte: alle origini di un modello”. C’è stato un momento, a metà degli anni 70, in cui un’azienda italiana ebbe l’occasione di guidare la rivoluzione informatica mondiale, dieci anni prima dei ragazzi della Silicon Valley.

La proiezione sarà seguita dall’incontro “Raccontare Olivetti”, con Beniamino De Liguori, Franco Bernini e lo stesso Michele Fasano.

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