Dalla gravidanza al purperio: una app a sostegno delle mamme

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redazione

1 Dicembre 2022
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Nata dalla collaborazione tra Burlo Garofolo e Area Science Park. Dedicata in questa prima fase alle famiglie dei bambini sottoposti a tonsillectomia

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Partita a Trieste la sperimentazione di una App medicale che vede protagonisti l’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” e Area Science Park.

Il progetto nasce nell’ambito di una convenzione siglata tra Burlo e Area Science Park che lo finanzia su fondi del progetto “Sistema Argo”, oggetto del protocollo di intesa tra Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Fvg.

Obiettivo della collaborazione è la creazione di un Ecosistema digitale utile al rafforzamento dell’offerta di servizi a sostegno della collaborazione tra professionisti e dell’interazione tra professionisti e cittadini. Lo strumento è rivolto alla salute della donna, del bambino e dell’adolescente che afferiscono all’Ircss, ma ha già le caratteristiche utili per essere successivamente impiegato in contesti più ampi di riorganizzazione sanitaria regionale.

Il lavoro è partito con uno studio – pubblicato sulla rivista Journal of Medical internet Research e condotto da un team multidisciplinare di professionisti del Burlo, dell’ateneo triestino e di Area Science Park – sulle principali applicazioni disponibili in Italia che ha dimostrato come il delicato periodo della gravidanza e del post partum renda i genitori bisognosi di informazioni chiare, semplici e rassicuranti che spieghino cosa sia meglio fare per tutelare mamma e bambino. Inoltre, è emerso che molto di frequente gli strumenti digitali risultano generalmente incompleti e poco affidabili, rischiando di fuorviare il corretto comportamento su tematiche importanti per la salute di future mamme e neonati.

«La creazione dell’App medicale evidenzia il processo di transizione digitale previsto dal Pnrr a dimostrazione che la Regione Friuli Venezia Giulia investe molto sulla digitalizzazione e l’innovazione della Pubblica Amministrazione. Oltre a essere uno strumento all’avanguardia – afferma il vicepresidente della Regione Fvg, Riccardo Riccardi – questa tecnologia consentirà di agevolare il rapporto tra i cittadini e il Sistema Sanitario, permettendo ai cittadini di accedere alle proprie informazioni in qualunque momento. Se la pandemia ci ha resi consapevoli dell’importanza della digitalizzazione, i fondi del Pnrr diventano lo strumento per concretizzarla».

«Abbiamo analizzato 22 delle numerose applicazioni disponibili in Italia, escludendo quelle a pagamento, commerciali o contenenti esclusivamente giochi, foto e video – spiega Laura Brunelli, primo autore dello studio e studentessa del dottorato di ricerca in Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo dell’Università di Trieste, svolto presso l’Irccs “Burlo Garofolo”, sotto la guida della professoressa Tamara Stampalija – prendendo in considerazione vari aspetti come linguaggio, affidabilità, completezza delle informazioni e dei temi trattati. Nessuna delle applicazioni appare certificata come dispositivo medico, ponendo in dubbio la sicurezza dello strumento stesso; inoltre, spesso sono assenti i riferimenti alle fonti e ai responsabili scientifici, il che non rassicura sull’accuratezza dei contenuti».

«La scelta di monitorare le applicazioni disponibili sul mercato digitale è nata dall’esigenza di comprendere le necessità e le migliori modalità alla base dello sviluppo di strumenti digitali completi ed efficaci; in questo modo è stato possibile costruire un modello di strumento digitale per veicolare informazioni certificate e rivolto verso l’interattività: questo il valore aggiunto dell’innovazione tecnologica che ha un ruolo di facilitatore e abilitatore di tecnologie» dichiarano Sara Zanchiello e Anja Starec tecnologi di Area Science Park, che aggiungono: «La forza del progetto sta nella multidisciplinarietà del gruppo di lavoro messo in campo dai due enti: conoscenze organizzative, di processo, clinico-assistenziali, abilità ingegneristiche e rigore metodologico e scientifico si sono fuse  per dare vita a un vero e proprio laboratorio digitale».

Numerosi professionisti dei due Enti hanno lavorato assieme per realizzare l’app denominata “AreaBurlo” la cui sperimentazione è cominciata negli scorsi giorni e sta coinvolgendo 270 soggetti che ne valuteranno le funzionalità e l’efficacia. Il progetto infatti vedrà coinvolte nella sperimentazione 360 persone per il percorso nascita e 180 persone a supporto della presa in carico della famiglia nel percorso peri-operatorio pediatrico (bambini e ragazzi sottoposti a intervento di tonsillectomia o adenotonsillectomia con o senza applicazione di drenaggio timpanico).

«Considerato che oggi si riscontra come il cittadino spesso autogestisca la ricerca di informazione/educazione sanitaria ricorrendo alla ricerca in internet e condividendo informazioni sui social media, ricavandone dati da fonti spesso senza nessuna garanzia di qualità e scientificità relativamente ai contenuti presentati, quindi potenzialmente pericolose, obiettivo della sperimentazione dell’App – spiegano il dottor Andrea Cassone e la dottoressa Raffaella Dobrina – è offrire e testare lo sviluppo di una piattaforma digitale che offre informazioni certificate e attendibili a supporto della popolazione in ambito socio-sanitario. Inoltre, con la piattaforma digitale miriamo a: potenziare processo di crescita e consapevolezza del cittadino nei confronti della offerta sanitaria;  migliorare gli scambi di conoscenza tra i professionisti; agevolare la consapevolezza e la condivisione della conoscenza biomedica a favore dei processi di cura, ma anche di previsione, analisi epidemiologica e statistica; perseguire il raggiungimento di obiettivi funzionali (maggior efficienza), emozionali (il paziente e la famiglia devono sentirsi sicuri) e sociali; proporre un nuovo modello di gestione in ambito sociosanitario;  convalidare un modello di sostenibilità e collaborazione tra enti pubblici ed enti pubblici e privati»

«Si parla tanto oggi di comunicazione in sanità – dichiara il direttore generale dell’Irccs, Stefano Dorbolò –, molte volte a sproposito. Per comunicare è importante avere due cose: innanzitutto dei contenuti da condividere e poi trovare il modo giusto per soddisfare le esigenze dei nostri utenti. Questa app raccoglie il lavoro sinergico multidisciplinare che insieme ad Area Science Park ci ha visti impegnati in questi ultimi tre anni e vuole essere una risposta concreta ai bisogni delle donne e delle famiglie dei nostri piccoli pazienti. Informare in modo corretto l’utenza, ottimizzare la collaborazione tra professionisti e garantire l’interazione fiduciaria tra professionisti e cittadini per riuscire a garantire la maggiore sicurezza possibile del paziente e della famiglia. Ringrazio i professionisti del nostro Istituto e quelli di Area Science Park che hanno dimostrato ancora una volta l’importanza del lavoro integrato e sinergico in rete, mettendo in comune competenze e conoscenze al servizio della collettività con la finalità di creare valore aggiunto al nostro Sistema sanitario».

La soluzione in fase di sperimentazione insiste su una piattaforma informatica accessibile online e certificata medicale secondo le normative europee.

 

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