Dal Friuli lavoro e nuova vita per le donne fragili

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redazione

23 Febbraio 2021
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Progetto “Ridoprìn Lab”

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Sulle orme di don Giuseppe Lozer e delle donne del borgo, che qui esattamente 100 anni fa fondarono la Cooperativa dell’Ago, a Torre di Pordenone nasce il “Ridoprìn Lab”, laboratorio di recupero tessuti e oggetti della cooperativa sociale Karpόs.

Un nome che richiama il verbo friulano Tornìn a doprâ cioè riusiamo, per dare occupazione alle donne più fragili contribuendo allo stesso tempo allo sviluppo dell’economia circolare, amica dell’ambiente, in cui si dà nuova vita a oggetti vecchi invece di gettarli nei rifiuti. Per questo il primo passo è l’appello a chiunque – aziende, negozi o privati – voglia donare del materiale di merceria o qualsiasi tipo di materiale tessile (anche confezionato) che non utilizza più.

Infatti questo nuovo progetto della cooperativa sociale Karpόs di Porcia punta a recuperare e riutilizzare senza sprechi vestiti e tessuti di qualità attraverso la tradizione della creazione sartoriale e il reimpiego occupazionale di donne in condizione di fragilità. Il nuovo laboratorio sartoriale nasce a distanza di un secolo dalla fondazione della Cooperativa dell’Ago ad opera del prete di don Giuseppe Lozer, una delle figure più importanti della cooperazione del Friuli occidentale, che negli anni ’20, ’30 e ’40 del Novecento, fu artefice di molte cooperative in aiuto alla popolazione locale a Torre di Pordenone. 

“Abbiamo affittato dei locali in centro a Torre per partire col nostro nuovo progetto – ha spiegato Paola Marano, presidente di Karpόs – ed essi sono ubicati proprio nei pressi della piazza dedicata a don Lozer. Abbiamo pensato non fosse una casualità, infatti nel 1921, cioè esattamente 100 anni fa, il prete fondò proprio a Torre la Cooperativa dell’Ago, una cooperativa al femminile nata per dare occupazione alle donne che non avevano trovato impiego nel vicino cotonificio. E anche il nostro progetto è dedicato a tutte quelle donne in situazione di fragilità: giovani madri sole con figli a carico, donne che a lungo si sono impegnate in lavori usuranti come possono essere quelli assistenziali o di pulizia, come anche le donne in età vicina alla pensione ma che non l’hanno ancora raggiunta e che faticano a trovare occupazione”.

Nell’ottica dell’economia circolare che chiede di produrre meno rifiuti e di recuperare oggetti usati dandogli nuova vita, la cooperativa sociale Karpόs di Porcia ha partorito questo nuovo progetto incentrato su sostenibilità ambientale e creazione di nuove opportunità lavorative per il reinserimento occupazionale di persone svantaggiate o ricomprese nelle fasce deboli.

“L’idea è quella – ha precisato Marano – di dare vita a un laboratorio creativo in cui gli accessori, i capi e i complementi d’arredo vengono rinnovati o realizzati in maniera artigianale e poi venduti. Una sorta di laboratorio del riuso sartoriale, per aiutare le persone a rinnovare il guardaroba in modo sostenibile. Si produrranno capi artigianali con tessuti usati. Si effettueranno piccole manutenzioni sartoriali su commessa. Verrà anche prodotta oggettistica con materiale di recupero ed effettuata la vendita di indumenti usati di qualità e di accessori moda. Un atelier vintage che piacerà a chi non ama “sprecare”, ai più giovani in cerca di abiti usati “con carattere” o a chi cerca un capo unico, realizzato con cura sartoriale”.

In questo momento di avvio del progetto, la cooperativa Karpόs lancia un appello a tutte quelle mercerie, tappezzerie, negozi di scampoli e tessuti, aziende tessili affinché donino a favore di questo progetto quei tessuti, filati, bottoni, lana che non utilizzano più, sempre nell'ottica del riuso e quindi nel pieno rispetto per l'ambiente.

“Per poter partire – ha detto Marano – abbiamo bisogno di molto materiale: scampoli, tessuti, filati, ma anche lana, filo e simili. Al momento, al progetto stanno lavorando una nostra socia e una lavoratrice in borsa lavoro tirocinio inclusivo ma contiamo di avviare la produzione di una collezione e quindi pensiamo di poter assumere nuove lavoratrici, ma abbiamo bisogno di aiuto, chiediamo materiali a chi magari non servono più. Per questo, ci appelliamo ai titolari di mercerie dismesse, negozi di scampoli o aziende di tessuti. Da loro attendiamo un aiuto concreto per un progetto a sostegno delle donne e del territorio. Siamo certi che “Ridoprìn Lab” diventerà un luogo di scambio e d'incontro, un volano per altre attività commerciali presenti a Torre”.

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