Archeologia, scoperta udinese nella top 5 mondiale

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redazione

4 Giugno 2020
Reading Time: 5 minutes

In lizza per il premio intitolato a Khaled al-Asaad

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La scoperta archeologica di dieci imponenti rilievi rupestri dell’VIII sec. a.C. raffiguranti il sovrano e i grandi dei d’Assiria nel sito archeologico di Faida (20 km a sud della città di Duhok e 50 km da Mosul, Kurdistan iracheno settentrionale), nell’ambito del Kurdish-Italian Faida Archaeological Project, condotto dall’Università di Udine e dalla Direzione delle Antichità di Duhok, è stata inserita fra le 5 candidature che concorreranno all’assegnazione della 6a edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2020, che verrà consegnato il 20 novembre prossimo a Paestum, in occasione della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, intitolato all’archeologo siriano che nel 2015 ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale del sito di Palmira, è l’unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio. Il premio è assegnato in collaborazione con le testate giornalistiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia); dal 2020 anche con British Archaeology (Regno Unito).

Il progetto Kurdish-Italian Faida Archaeological Project-KIFAP è diretto da Daniele Morandi Bonacossi e da Hasan Ahmed Qasim, rispettivamente per l’Università di Udine e la Direzione delle Antichità di Duhok. Si svolge in una terra, la Mesopotamia del nord, cruciale per la storia rimasta inesplorata per decenni a causa della complessa situazione politica che l’ha caratterizzata fino ad anni recenti. Ricerca, tutela, restauri, valorizzazione, formazione e cooperazione internazionale sono i cardini del progetto, che è sostenuto da: Governo Regionale del Kurdistan – Iraq, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli, ArcheoCrowd e Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

«Per l’Università degli Studi di Udine – dice il rettore, Roberto Pinton – è motivo di grande orgoglio e soddisfazione che i risultati della nostra missione archeologica in Mesopotamia del Nord siano stati inseriti fra le 5 candidature che concorreranno all’assegnazione della 6a edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2020, di fatto l’unico premio internazionale di archeologia. Sono diversi anni che il nostro ateneo opera in quelle zone grazie all’impegno del team di lavoro guidato dal professor Daniele Morandi Bonacossi. Questo risultato è anche il frutto del continuo e determinato supporto dell’Università di Udine e di tutti i rettori che si sono succeduti, del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale e, aspetto di assoluto rilievo, di un intero sistema regionale».

«La candidatura – sottolinea l’assessore regionale all’Università, Alessia Rosolen – conferisce ulteriore prestigio all’Università e gratifica la Regione che ha sostenuto con convinzione questo progetto. Concorriamo al premio assieme ad altre bellissime scoperte archeologiche fatte in Cambogia, Israele e Italia. A settembre sarà reso noto il progetto vincitore. A prescindere dal risultato finale, si tratta di un riconoscimento di spessore internazionale che costituisce un altro, piccolo, significativo tassello al rafforzamento della dimensione internazionale dei nostri atenei».

«L’inserimento della scoperta dei rilievi assiri di Faida nella rosa delle candidature al premio intitolato a Khaled Al-Asaad – sottolinea Daniele Morandi Bonacossi – è un traguardo molto importante per il nostro progetto, frutto di una stretta collaborazione con i colleghi e le autorità del Kurdistan iracheno e di una sinergia sistemica fra il nostro Ateneo, il Ministero degli Affari Esteri, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Fondazione Friuli ed ArcheoCrowd nella convinzione condivisa che l’Università di Udine, sede del primo dipartimento in Italia dedicato alla storia e tutela dei beni culturali, possa e debba competere con le più importanti istituzioni scientifiche internazionali nella protezione e valorizzazione del patrimonio culturale dell’umanità».

«La Fondazione Friuli, che dal 2005 è a fianco del nostro Ateneo a sostegno dei suoi progetti di ricerca archeologica prima in Siria e poi in Iraq – afferma il presidente Giuseppe Morandini – è orgogliosa dell’inserimento dei rilievi assiri di Faida nella cinquina delle maggiori scoperte archeologiche del 2019. Questo successo testimonia come l’Università di Udine, fermamente voluta dalla popolazione e dalle istituzioni del Friuli nel 1978, abbia saputo crescere partendo dall'alta formazione, dalla conoscenza e dai giovani e, con il sostegno dell’intero sistema regionale, sia riuscita a proiettarsi ai vertici della ricerca scientifica e della cooperazione internazionale».

«Il percorso di valorizzazione dei rilievi rupestri di Faida – spiega Francesco Zorgno, presidente di ArcheoCrowd – è una delle sfide più importanti della ricerca archeologica degli ultimi anni. Questo progetto è diventato un punto di riferimento anche per le modalità di finanziamento, che hanno visto pubblico e privato fianco a fianco nel supporto dell'iniziativa. ArcheoCrowd è orgogliosa di avere dato il suo contributo».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I rilievi rupestri di Faida

Nei mesi di settembre e ottobre 2019, la missione congiunta italo-curda ha individuato presso il sito archeologico di Faida dieci imponenti rilievi rupestri di epoca assira (VIII-VII secolo a.C.) scolpiti nella roccia lungo un antico canale d’irrigazione di quasi 7 km di lunghezza. Il canale di Faida, alimentato da un sistema di risorgenti carsiche, fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon II (721-705 a.C.) alla base di una collina. Oggi, il canale, che ha una larghezza media di 4 metri, è quasi completamente sepolto sotto spessi strati di terra depositati dall’erosione del fianco della collina. Dal canale principale si diramavano canali più piccoli, che consentivano di irrigare i campi circostanti e di aumentare la produzione agricola della campagna ubicata nell’entroterra di Ninive, la capitale dell’impero.

I pannelli rinvenuti sono imponenti, lunghi 5 metri e alti 2. La mitologia assira raffigurata sulla roccia è un campionario significativo di divinità e animali sacri. Le figure divine rappresentano il dio Assur, la principale divinità del pantheon assiro, su un dragone e un leone con corna, sua moglie Mullissu, seduta su un elaborato trono sorretto da un leone, il dio della Luna, Sin, anch’egli su un leone con corna, il dio della Sapienza, Nabu, su un dragone, il dio del Sole, Shamash, su un cavallo, il dio della Tempesta, Adad, su un leone con corna e un toro e Ishtar, la dea dell’Amore e della Guerra su un leone.

Con i rilievi di Faida, le altre quattro scoperte archeologiche del 2019 candidate per la vittoria della 6a edizione del Premio sono: Cambogia, la città perduta di Mahendraparvata capitale dell’impero Khmer nella foresta sulle colline di Phnom Kulen a nord-est di Angkor; Israele, a Motza a 5 km a nord-ovest di Gerusalemme una metropoli neolitica di 9.000 anni fa; Italia, a Roma la Domus Aurea svela un nuovo tesoro, la Sala della Sfinge; Italia, nell’antica città di Vulci una statua di origine etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C. A novembre, oltre all’International Archaeological Discovery Award sarà attribuito anche uno “Special Award” alla scoperta archeologica che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico attraverso la pagina Facebook della Borsa, dal 1 giugno al 30 settembre 2020.

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