Hotel Madridda

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Il romanzo breve ma potente di Grazia Verasani. Un libro che ghermisce in uno stato di negazione della libertà

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Romanzo breve ma potente. Sono123 pagine intense, nelle quali la trama è intessuta di temi fondanti, mai abbastanza espressi e analizzati, quelli che Grazia Verasani dissemina nella narrazione di “Hotel Madridda” (Masilio, pagg. 123 euro15).

I TEMI

La forza della gioventù e il valore degli ideali, la volontà di stare assieme per sconfiggere la potenza del male, la difficoltà di crescere e il peso dei sensi di colpa. Il mistero della bellezza della natura e dell’arte.

Il richiamo della vita, l’istinto di sopravvivenza più forte di qualunque insuccesso, il fascino della morte come gesto estremo di protesta, la magia dell’incontro, il fascino della bellezza delle donne e la loro fragilità di fronte alla violenza, il valore della scrittura quale rifugio salvifico.

UN LIBRO CHE GHERMISCE

Un libro che non aspetta, dalla prima pagina ghermisce il lettore, visivo, olfattivo, tattile nella sua capacità di raccontare azioni semplici ma importanti, essenziali, che si svolgono nell’arco di una manciata di giorni.

Un conteso futuro, ma forse presente o anche passato; uno stato di negazione della libertà, il potere è Deima, un nome senza storia, senza volto, che segrega artisti, scrittori, giornalisti, uomini e donne che vorrebbero non smettere di pensare.

Che si oppongono a una dittatura brutale che tutto nega e regala droghe e alcool per inebetire. Pochi personaggi dalla profonda e intensa personalità, definiti in modo netto, senza incertezze di azione e ruolo.

LA PROTAGONISTA

La protagonista è Selma, una donna vecchia, dal passato combattivo, fedele a ideali e libera, convinta che la vera utopia è la giustizia.

La sua colpa aver osato scrivere un articolo di critica al potere, e dunque è stata deportata, con tanti altri nella Balanskaja di fronte all’Hotel Madridda.

Granitica nella sua lucidità di tenere a bada la paura che distorce la realtà. Un paesaggio grigio, freddo, senza colori e luce dominato da un possente edificio di 10 piani, un tempo luogo di festa e spettacolo, residenza di artisti e oggi scheletro vuoto e saccheggiato.

Con la sua mole ammorba la prigione a cielo aperto suddiviso in Zone dove Selma conduce una vita che è “una continua ondata di nausea”. Sono in molti i vecchi e le vecchie senza speranza come lei.

L’IMPREVISTO TINO

L’imprevisto arrivo di Tino, un ventenne minuto e timido, rifugiatosi nel suo loculo- appartamento per sfuggire alle guardie, cambia i suoi giorni e riaccende sentimenti che lei pensava morti.

E in qualche modo anche la visione di altre persone che conducono vite da fossili, sue vicine di casa, che ritrovano, pur nella paura si essere scoperti, l’ardore di stare assieme, parlarsi, scambiarsi parole e idee.

UN ROMANZO CHE INQUIETA

Un romanzo che inquieta come un film scritto da un bravo sceneggiatore e realizzato da un altrettanto valente regista: non per niente da uno dei primi romanzi di Grazia Verasani “Quo vadis baby” nel 2005 è stato tratto l’omonimo film di Gabriele Salvatores. E altri ne sono seguiti.

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