Il Cavaliere della collettività

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Andrea Doncovio

7 Luglio 2023
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Negli anni cinquanta fu tra i primi in Italia a usufruire di una legge ad hoc in favore dell’occupazione. Un’intuizione che offrì nuove prospettive ai lavoratori della Bassa friulana

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CERVIGNANO DEL FRIULI – Il 27 dicembre 1984 gli allora presidenti della Repubblica (Sandro Pertini) e del Consiglio (Bettino Craxi) nominarono Giordano Tomasin Cavaliere della Repubblica”.

A quarant’anni di distanza, anche la “sua” Cervignano del Friuli si è ricordata di lui, dedicandogli una targa nel restaurato edificio che, in via San Francesco, oggi ospita la sede dell’Auser. Proprio quell’edificio è uno dei testimoni principali della storia di un uomo tanto riservato quanto innovatore, capace come pochi di intravvedere prima e raggiungere con tenacia poi opportunità per il prossimo e per la collettività.

Negli anni cinquanta del secolo scorso via San Francesco non esisteva. In quell’area scorreva un canale e a Cervignano – come nel resto della Bassa friulana – galoppava la disoccupazione. Solo un visionario come Giordano Tomasin, all’epoca capo sezione dell’Ufficio provinciale del lavoro (che sovrintendeva 34 uffici di collocamento del mandamento e oltre) avrebbe potuto mettere insieme pezzi all’apparenza sconnessi tra loro e trasformarli in un mosaico virtuoso.

La prima intuizione fu quella di partecipare a un bando del Ministero per il lavoro e la previdenza sociale che, grazie alla Legge 264 del 29 aprile 1949, consentiva di istituire un cantiere di scuola-lavoro dove venivano collocati operai disoccupati che, oltre a tornare a lavorare, provvedevano così a istruire nuovi aspiranti muratori. Con l’obiettivo di creare la nuova sede cittadina dell’Ufficio di collocamento.

In questo modo in un solo colpo si dava occupazione a lavoratori competenti, si avviavano nuove persone nel mondo del lavoro e si realizzava un’opera di interesse collettivo in un’area da riqualificare.

Per chiudere il cerchio perfetto, tuttavia, serviva il coinvolgimento dell’Amministrazione comunale. Detto, fatto. Ma per nulla scontato: il democristiano Giordano Tomasin (fu tra i promotori della ricostituzione della Democrazia Cristiana a Cervignano) e il sindaco comunista Alfredo Lazzaro collaborano insieme in un’antesignana progettualità “bipartisan” che ebbe subito successo.

Ottenuto l’accesso al bando e il relativo finanziamento ministeriale, tombato il canale e creata “via San Francesco”, nel 1956 si avviò il cantiere scuola-lavoro che si concluse nell’estate dell’anno seguente con la visita in città dell’allora ministro del Lavoro, Ezio Vigorelli. Quella voluta da Tomasin, infatti, fu la prima opera realizzata in Italia grazie ai benefici della legge 264/49.

Oltre all’attenzione per le tematiche del lavoro, Tomasin e il ministro Vigorelli condividevano anche la militanza partigiana. Dopo l’8 settembre del 1943, Tomasin aveva infatti operato nelle formazioni partigiane Osoppo, quale Intendente della Divisione Sud.

Vedere soluzioni dove altri non le trovavano. Una qualità che tastò con mano anche il suo amico monsignor Luigi Cocco, all’epoca parroco di Cervignano. Durante i lavori di costruzione del nuovo duomo cittadino, negli anni sessanta, la situazione economica parrocchiale era grave, con molte richieste dei fornitori e costante mancanza di fondi. Servivano soldi. Tomasin, ancora una volta, trasformò il problema in opportunità. Assieme ad alcuni amici inventò e organizzò i “Festeggiamenti settembrini” che da un lato vivacizzarono la comunità attirando in città visitatori da tutta la regione, dall’altro – grazie anche alla “pesca di beneficenza” – contribuirono a raccogliere fondi per finanziare il completamento dei lavori del duomo.

Nel 1965 Tomasin fu anche promotore e fondatore del Gruppo Alpini di Cervignano, impegnandosi da subito in prima persona per la realizzazione di un altro monumento simbolo della città, quello dedicato all’Alpino e costruito su un’area donata da Luciano Bortolotto-Sarcinelli, alla cui inaugurazione, nel 1968, presenziarono oltre 10mila persone, con ministri, sottosegretari, alti generali e vescovi.

Grazie alle sue qualità di “tessitore”, Giordano Tomasin ottenne inoltre dall’Esercito la disponibilità di una parte della Caserma Terza Armata, in co-uso con i militari, per la costituzione del Circolo Alpini che, negli anni, ha realizzato numerosi interventi di recupero di aree e monumenti cittadini.

Anche da pensionato, Tomasin seppe essere precursore per il bene degli altri. Mise infatti a disposizione dei cittadini le proprie conoscenze e competenze, attivando un ufficio di consulenze gratuite, anticipando quello che, di fatto, sarebbe diventato il “Difensore civico”.

Le parole della moglie Elisa e dei figli Carlo, Francesca, Paola e Stefania a margine della cerimonia di scoprimento della targa a lui dedicata, sintetizzano nel modo più efficace il ricordo di un uomo del fare e non dell’apparire: «Ha sempre cercato di aiutare le persone in difficoltà mettendo a disposizione di tutti le sue  capacità e conoscenze, ponendo al centro del suo agire il rispetto e l’onestà».

 

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