Palazzo Caiselli, sul soffitto torna il Tiepolo. In digitale

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redazione

7 Giugno 2021
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Nella sede del Dium

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Grazie alle più avanzate tecniche digitali, sul soffitto del salone d’onore di Palazzo Caiselli a Udine, sede del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale (Dium) dell’Università di Udine, torna il capolavoro di Giambattista Tiepolo: la fedele riproduzione de “La Virtù e la Nobiltà che scacciano l’Ignoranza” è stata realizzata e collocata nel punto esatto in cui si trovava l’originale, oggi conservato ai Civici Musei di Udine.

Il vuoto sul soffitto è stato colmato grazie a un lavoro che ha coinvolto numerosi operatori, ognuno specializzato in un ambito specifico, con il coordinamento scientifico e operativo di Linda Borean e Vittorio Foramitti del Dium.

Portato a termine con successo anche grazie alla preziosa collaborazione dei Musei Civici di Udine, si tratta di un intervento che si colloca nel solco di analoghe esperienze di digitalizzazione di opere d’arte di formato monumentale, dei quali uno dei primi e più noti esempi sono le “Nozze di Cana” di Paolo Veronese per il refettorio benedettino del complesso architettonico progettato da Andrea Palladio sull'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.

“Si tratta di un intervento di grande importanza per diversi motivi – ha evidenziato il rettore Roberto Pinton – da un lato rende possibile la fruizione di un’opera magistrale del Tiepolo, seppure in copia, nel suo luogo d’origine, dall’altro dimostra come la tecnologia e l’innovazione applicata ai beni culturali offrano possibilità di valorizzazione dei beni artistici in passato inimmaginabili, ampliando in questo modo anche le competenze e le opportunità per i laureati nelle discipline umanistiche”.

“Collocare la copia del Tiepolo nel suo luogo d'origine ha un doppio significato – sottolinea Andrea Zannini, direttore del Dium –. Culturale, nel senso di un'operazione rispettosa della storia del dipinto, e didattico, perché studiare in una sede, Palazzo Caiselli, bella in senso artistico e architettonico è un valore in sé”.

Il dipinto del Tiepolo era collocato sul soffitto del salone oggi denominato “del Tiepolo” all’interno di una cornice di forma complessa ed asimmetrica realizzata in stucco a marmorino. La prima operazione necessaria è stata il rilievo geometrico del soffitto con l’utilizzo del laser scanner da parte di Domenico Visintini del Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura dell’ateneo friulano in modo da individuare esattamente la forma e lo spessore della cornice. Sulla base del rilievo e attraverso il confronto con l’originale, è stato disegnato e realizzato il telaio in abete lamellare, collocato in opera tramite sei barre filettate ancorate al solaio soprastante: Angelo Pizzolongo e Silvio Liva si sono occupati rispettivamente del disegno del telaio e della sua realizzazione. Anche la riproduzione fotografica, eseguita da Cesare Genuzio, fotografo che ha realizzato la riproduzione del Padovanino a Pordenone, si è rivelata particolarmente delicata nella corretta definizione del tono, della saturazione e della luminosità dei colori.

Il montaggio della riproduzione sul telaio ha richiesto diverse prove: all’inizio con una copia su carta e poi con la stampa definitiva, in modo da centrare esattamente la tela nello spazio disponibile. La fase finale ha visto la realizzazione e posa in opera della cornice in legno dorata a missione con foglia metallica patinata da parte di Mario Del Maschio. Tutte le fasi del progetto e della realizzazione sono state costantemente monitorate dai funzionari e dai restauratori della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. La messa in opera è stata realizzata dalla ditta Esedra restauro e conservazione di Udine.

Il dipinto “La Virtù e la Nobiltà che scacciano l’Ignoranza” viene commissionato a Giambattista Tiepolo (1696-1770) da Carlo Caiselli a metà del Settecento. L’occasione potrebbe essere – nel 1743 – quella del matrimonio del figlio Bernardino con Pisana Brandolini, oppure quello della nomina a consigliere nobile dell’altro figlio Francesco. Con l’importante incarico al maestro veneziano, allora all’apice del successo, i Caiselli aggiungono di fatto un nuovo capitolo alla decorazione del palazzo di famiglia. Raffinata ed elegante residenza costruita un secolo prima, a partire dal 1655, il palazzo dei conti Caiselli doveva raccogliere infatti una significativa collezione di pittura, smembrata nel corso del Novecento.

Il tema della vittoria della virtù e della nobiltà sull’ignoranza è frequente nei soffitti realizzati da Tiepolo per le dimore patrizie in particolare appunto negli anni quaranta del Settecento. Si tratta di un’immagine congeniale all’aristocrazia della Serenissima, tanto della capitale quanto della terraferma, che di vecchia o recente istituzione è comunque desiderosa di glorificare i propri traguardi, culturali ed economici e di mostrare come la virtù civica si conquisti con la cultura e la liberalità. I Manin, per esempio, seguirono i Caiselli e nel 1748, in occasione delle nozze di Ludovico, ultimo doge della Serenissima, ingaggiarono Tiepolo per la trasposizione pittorica del trionfo delle loro virtù, celebrate in un grande dipinto già alloggiato nella residenza veneziana e, dal 1972, esposto al Norton Simon Museum. Il soffitto Caiselli, notificato come opera di pubblico interesse dalla Soprintendenza di Venezia, ebbe una storia travagliata, a causa dei tentativi di vendita di contrabbando da parte del conte Franco Caiselli, uno degli eredi del casato. Dopo il tentativo di vendita del 1929, la tela venne incamerata dallo Stato che, nel 1935, la affida ai Civici Musei di Udine, dove ancora oggi si trova. 

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