L’arte del Padovanino illumina Trieste

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redazione

10 Dicembre 2020
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Terza edizione di “Un tesoro sconosciuto”

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“La pandemia da Covid-19 ancora in corso non ha cancellato la terza edizione di “Un tesoro sconosciuto” perché la cultura non si può e non si deve fermare. Se pur quest’anno non sarà possibile visitare il palazzo della Regione, abbiamo deciso comunque di non rinunciare a proporre uno dei tesori del nostro territorio proseguendo a portare avanti l’iniziativa corale nata con la collaborazione fra Soprintendenza, Fondazioni bancarie e istituzioni”.

Lo ha affermato l’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, in occasione della videopresentazione dell’opera “la Madonna con bambino fra la Giustizia e San Marco”, di Antonio Varotari, detto il Padovanino, che sarà proiettata su uno schermo posto accanto all’ingresso principale del palazzo della Regione, in piazza Unità d’Italia a Trieste, da oggi al 6 gennaio prossimo.

Si tratta dell’iniziativa “Un tesoro sconosciuto” giunta al terzo anno che vede esposta un’opera importante sul tema della Natività a Trieste, nel palazzo della Regione, durante le festività natalizie. 

“La Madonna con bambino fra la Giustizia e San Marco” è stata messa a disposizione dal Museo Civico d’Arte di Pordenone e selezionata, tra tutte le opere segnalate dai Comuni, dalle Gallerie e Musei pubblici e privati del territorio regionale, da una commissione di valutazione presieduta dalla Soprintendente per l’Archeologia, le Belle arti e il Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e composta dai presidenti delle Fondazioni: CRTrieste,  Cassa di Risparmio di Gorizia,  Friuli di Udine.

Gibelli ha evidenziato l’importanza della collaborazione fra istituzioni che “ha permesso di concretizzare al meglio la realizzazione delle idee” e ringraziato la Commissione che “con grande competenza e professionalità, ha scelto l’opera di quest’anno, il Comune di Pordenone, proprietario del dipinto, il Comune di Trieste, la Soprintendenza e il Fai Fvg per la preziosa collaborazione, nonché tutti gli Uffici della Regione e di Erpac che hanno contribuito alla sua realizzazione”.

Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, intervenuto in videoconferenza si è detto orgoglioso di ospitare l’opera che arricchisce: “una piazza che si presenta in un modo speciale e che sarà resa ancora più bella da quest’opera d’arte che susciterà grande interesse” 

Simonetta Bonomi, soprintendente per l’Archeologia, le belle arti e il paesaggio del Fvg ha rimarcato il valore dell’evento: “L’appuntamento contribuisce a far conoscere il patrimonio culturale della regione e deve continuare ad essere portato avanti così da documentare ancora altre opere artistiche; sebbene non sia ancora stata scelta quella per il prossimo anno, la provenienza sarà dal Goriziano”.

Presenti anche l’assessore comunale di Pordenone Pietro Tropeano e Tiziana Sandrinelli presidente Fai Fvg. 

“Anche quest’anno – ha sottolineato Gibelli – l’iniziativa si avvarrà della preziosa disponibilità dei giovani Ciceroni del Fai Friuli Venezia Giulia e del museo Civico di Pordenone, impegnati nella divulgazione dei valori artistici dell’opera selezionata al pubblico”. 

I video verranno pubblicati on line sui canali istituzionali e social a cura della Regione e di Erpac e potranno essere visibili tramite il qrcode posizionato sull’installazione in piazza Unità. In questo modo tutti gli interessati potranno fare delle “visite guidate” virtuali dell’esposizione e scoprire tutte le peculiarità del dipinto.

Soddisfazione e ringraziamenti per aver mantenuto l’appuntamento sono giunti anche  da Roberta Demartin della Fondazione Carigo “L’attività culturale ha scontato diverse sospensioni ed è quindi particolarmente importante, per la coesione dei nostri territorio aver proseguito con l’edizione anche quest’anno”,  e da Giuseppe Morandini presidente della Fondazione Friuli “è un’iniziativa a cui si si affeziona, caratterizzata da una semplicità straordinaria e coinvolgente che richiama al senso di intimità proprio perché stiamo esponendo un bene che fa parte del patrimonio culturale della nostra regione ed è stato importante riproporla in un questo periodo difficile”. 

Gibelli ha ricordato infine lo strumento dell’Art Bonus Fvg che per il 2021 sarà esteso anche alle Fondazioni bancarie “così che anche questi soggetti potranno continuare ad investire sulla cultura, mantenendo le posizioni degli anni scorsi”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel dettaglio l’opera esposta venne realizzata su committenza del consiglio comunale di Pordenone nel 1623, allo scopo di adornare la sala delle Adunanze della città. Ricordata per la prima volta dal conte Fabio di Maniago (1823) nel volume “Storia delle Belle Arti Friulane”, ed. Mattiuzzi 1823, la tela raffigura la Vergine con il Bambino in braccio: alla destra la Giustizia, riconoscibile dai tradizionali attributi della spada e della bilancia, mentre alla sinistra è visibile San Marco nella duplice veste di Santo patrono della città ed emblema del Dominio Veneto.  

La scelta di questa iconografia era in sintonia con la volontà espressa nel 1623 dal Consiglio comunale di Pordenone di avere sopra la Loggia, dove era solito radunarsi, un’immagine che proteggesse e suffragasse le decisioni prese a favore della città. Allo scopo, la scelta dell’autore doveva cadere su di “un pittore di grande stima”, che venne individuato nella figura di Alessandro Varotari detto il Padovanino dal nome della città natale. Quest’ultimo, infatti, in quegli anni, aveva avuto un notevole successo per la realizzazione della tela raffigurante Le nozze di Cana per il convento padovano di San Giovanni in Verdara, ora a Venezia.  Sull’onda di questa fama, l’artista fu chiamato a Pordenone a dipingere “La Madonna col Bambino tra la Giustizia e San Marco” dove a detta della critica, fonde la lezione di Tiziano con il classicismo di impronta romana di cui aveva fatto esperienza in occasione di un viaggio a Roma nel 1616. 

La pala, ora conservata presso il Museo Civico d’Arte di Pordenone, è una delle più importanti della sua collezione, perché rappresenta, oltre che una pregevole testimonianza dal punto di vista storico-artistico, anche l’attestazione della prima committenza civica di Pordenone.

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