Sono lì, a poche centinaia di metri di distanza uno dall’altro. Imprigionati nella dura vita di trincea. Il frastuono è forte. I colpi di mitragliatrice sono un sottofondo costante. Vi sembrerà di udirli ancora, percorrendo i camminamenti dei due schieramenti, quello italiano e quello austro-ungarico. Ovunque in Friuli Venezia Giulia sono presenti siti della Prima Guerra Mondiale. Là, il vento restituisce ancora l’eco dei discorsi tra soldati: confidenze sulla nostalgia per la fidanzata lasciata al paese, sulla sofferenza procurata da un conflitto che pareva non finire più. Ancora il confine. Qui, la guerra assumeva aspetti cruciali. Le 12 battaglie dell’Isonzo e il fronte nord in Carnia e nel Tarvisiano hanno segnato profondamente non solo la storia regionale ma dell’Italia intera. Centinaia di migliaia di soldati combatterono e morirono su queste terre: numerosi e significativi monumenti, tra cui ossari e cimiteri austro-ungarici, sono stati eretti in loro memoria. Queste pagine drammatiche della storia possono essere ripercorse seguendo i sentieri che attraversano trincee e camminamenti originali, costruiti dalle mani dei soldati. Ecco alcune indicazioni.
Alpi Carniche. Se desiderate addentrarvi in uno dei più aspri scenari della guerra, dove alla crudezza degli scontri si sommava l’asperità del territorio di montagna - ora, invece, semplice scrigno di ampi e affascinanti panorami – entrate in quella che veniva definita “Zona Carnia”. Era terra di confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Asburgico, dove le truppe dei due eserciti furono impegnate nella dura conquista, passo dopo passo, di pochi metri di territorio. Percorrendo i sentieri sulle montagne di confine sarà facile immaginare la quotidianità degli uomini coinvolti nel sanguinoso conflitto. Sul Pal Piccolo, nei pressi del Passo Monte Croce Carnico, camminerete sul crinale della montagna per scoprire trincee, camminamenti, torrette di osservazione, gallerie, fortini, postazioni per mitragliatrici e fucili; qui, coglierete l’incredibile vicinanza tra le due linee di difesa contrapposte proprio sulla cima, distanti soltanto poche centinaia di metri. Ma lassù, non troverete solo le impronte di soldati e ufficiali. I sentieri, infatti, erano percorsi anche da donne diventate eroine della storia: le portatrici carniche, che, mettendo a rischio continuamente la propria vita, tenevano i collegamenti con le trincee in prima linea, portando di nascosto, nelle gerle, viveri e munizioni ai combattenti.
Alpi Giulie. Sulle Alpi Giulie, catene montuose fatte di svettanti cime da espugnare, difendere e conquistare, la guerra sembrava non finire mai. Da Pontebba, da sempre principale luogo di scambi con l’impero asburgico e allora divisa dal confine italo-austriaco, si udivano spaventose battaglie combattute sul filo di cresta di molte cime, dove i due schieramenti si fronteggiavano con accanimento per la conquista di passaggi strategici. Sentieri, trincee, caverne, ricoveri, gallerie, resti di funivie, tracce di piccoli cimiteri in quota… Queste terre sono ricche di cicatrici belliche che scoverete attraverso itinerari speciali, ancora intrisi delle emozioni degli uomini che qui lasciarono la propria giovinezza. Percorrerete le vie degli alpini e la linea trincerata dei Plans in Val Dogna, il Sentiero Ziffer con incredibili passaggi tra gallerie, feritoie ed archi naturali, e ancora la pista del Centenario, che si snoda attraverso sistemi difensivi scavati nella roccia, immersi nel silenzio più immobile eppure così eloquente. Itinerari suggestivi che destano stupore e meraviglia, dove il ricordo si riempie di immagini vive e palpitanti.
Le Valli. Un tratto della seconda e terza linea difensiva dell’esercito italiano correva lungo le Valli del Natisone, luoghi tragicamente segnati dai combattimenti del primo conflitto mondiale. Nei pressi del Passo Solarie, nel comune di Drenchia, attraverserete trincee e tunnel scavati nella roccia, ammirerete le rovine di fortificazioni e costruzioni militari, camminerete sugli stessi sentieri percorsi dal futuro generale tedesco Rommel che, sul Monte Matajur, ottenne le sue prime vittorie. A parlare delle importanti operazioni belliche dell’area del Monte Kolovrat, saranno invece trincee e postazioni per i cannoni, che costituiscono un vero e proprio museo all’aperto. Forse non tutti sanno che proprio su questo monte morì il primo soldato italiano.
Friuli collinare. Eccoci nella Capitale della Guerra. Le sorti del fronte orientale italiano si decidevano a Udine, che nel periodo del primo conflitto mondiale si trasformò da cittadina di provincia a sede dell’alto comando militare.
E una capitale che si rispetti deve essere protetta. Perciò, il territorio circostante, negli anni precedenti la Grande Guerra, venne potentemente fortificato dall’esercito italiano. Potete ancora osservare le tracce di quest’operazione nell’ampia Valle del Tagliamento, disseminata di fortini ed ex strutture militari, poi utilizzate come depositi o ricoveri. Un microcosmo in cui i segni del conflitto sono fitti e tangibili è il Forte di Osoppo, antica postazione difensiva utilizzata dagli eserciti in epoche diverse, che può essere definita un vero e proprio monumento naturale. Percorrendo l’affascinante forte sotterraneo, vi imbatterete in polveriere, batterie, gallerie e strade in trincea.
Carso Isontino. Giuseppe Ungaretti fece qui il soldato. Nelle trincee, nei camminamenti e negli anfratti scoprirete nel Carso Isontino i luoghi ispiratori delle sue poesie di guerra. Sempre il Carso, poi, rappresenta lo scenario di una delle più cruente battaglie che siano mai avvenute in Europa. Tuttora, sul territorio, rivivrete le emozioni di allora attraverso i numerosi segni del conflitto: i crateri lasciati dalle granate e dalle bombe, le grotte usate come ricoveri o come depositi dell’artiglieria, ma soprattutto le trincee e i camminamenti costruiti dalle mani dei soldati. Sul Monte Sei Busi le postazioni degli schieramenti di entrambi gli eserciti sono evidenti: camminerete lungo la linea italiana e, guardando attraverso le fessure da cui venivano puntati i fucili e le mitragliatrici, vedrete il reticolato del filo spinato e la trincea nemica, a volte molto vicina, separata soltanto dalla cosiddetta “terra di nessuno”. Testimonianza fondamentale è la Dolina dei Bersaglieri, conosciuta anche come Dolina dei Cinquecento perché vi furono ritrovati 500 soldati che oggi riposano nel Sacrario di Redipuglia, suggestivo monumento, meta di pellegrinaggi, alla memoria dei caduti. Da non perdere, inoltre, la salita al Monte San Michele: dalla sommità godrete di un panorama particolarmente affascinante sugli scenari dove venne combattuta la Grande Guerra sul fronte dell’Isonzo.
Monfalcone: parco tematico. Un articolato sistema di trincee, scavato sulle alture circostanti la cittadina di Monfalcone, rappresenta oggi un autentico Parco Tematico della Grande Guerra: un museo all’aperto in cui troverete, oltre alle postazioni di guerra, anche messaggi di speranza e di pace. Scritte ed incisioni toccanti, lasciate da mani incerte, si leggono ancora oggi lungo quegli itinerari. Camminare in questi luoghi è come camminare indietro nel tempo, fino a immedesimarsi nei pensieri, nei sentimenti, nelle sensazioni di pericolo di chi viveva in trincea.
Trieste. Trieste, città dai mille volti, importante centro portuale ed industriale dell’Impero asburgico, dopo la guerra, con la sua annessione al Regno d’Italia, divenne il principale simbolo delle conquiste italiane. Dal Colle di San Giusto, circondato dal Parco della Rimembranza, con numerosi monumenti dedicati ai caduti triestini nel corso delle dure battaglie della Grande Guerra, godrete di un suggestivo ed impareggiabile panorama su una città dal visibile fascino mitteleuropeo. Emozionante la vista del Molo Audace da Piazza dell’Unità d’Italia, dove il 3 novembre 1918 attraccò la prima nave italiana, simbolo dell’annessione all’Italia.
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