Ronchi, ecco come sarà il Parco botanico di Dobbia

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redazione

9 Settembre 2020
Reading Time: 5 minutes

Natura da vivere

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“Se oggi c’è qualcuno seduto all’ombra è perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”. Questa citazione dell’economista statunitense Warren Buffett, riportata all’interno della presentazione ufficiale, sintetizza in maniera efficace il progetto del nuovo Parco Botanico del Lago di Dobbia, in comune di Ronchi dei Legionari.  

Una superficie da oltre 31 mila metri quadrati, che verrà suddivisa in 4 aree tematiche offrendo percorsi camminabili per oltre un chilometro. Al suo interno, sorgerà un giardino botanico intitolato all’abate Leonardo Brumati, con 150 piante messe a dimora tra alberi e arbusti suddivisi in 40 specie diverse.

Autrice di questo progetto è l’architetto Francesca Maio, che in questa intervista ci svela in anteprima tutte le peculiarità della nuova area verde.

Architetto Maio, in cosa consiste il progetto del Parco Botanico del Lago di Dobbia?

«Nell’ottica di recuperare un parco pubblico poco frequentato presso il Lago di Dobbia attribuendogli nuove funzioni per rivitalizzarlo e farlo diventare un’area attrattiva, in una sua porzione si è data forma a un’area dedicata alla conoscenza delle piante del territorio. Il giardino è sviluppato come fosse un museo all’aperto dove le teche che custodiscono gli oggetti sono qui le aiuole che accolgono le varie essenze. Per il progetto architettonico mi sono ispirata alla morfologia delle foglie: osservando una foglia si possono distinguere le nervature e gli stomi che ho trasportato nel progetto per dare forma ai percorsi su cui si innestano le aiuole».

Quante sono le realtà coinvolte nell’iniziativa?

«La riqualificazione del parco è nata dalla volontà dell’associazione onlus La Fenice di Ronchi dei Legionari che mi ha chiesto di sviluppare un progetto generale per l’intera area per poi focalizzare l’attenzione nello studio del giardino botanico. Il progetto ha incontrato l’apprezzamento di diversi enti e realtà locali».

E anche della popolazione.

«Negli anni sono state organizzate nel parco, con il sostegno del Corpo Forestale, alcune feste degli alberi con i bambini delle elementari per sensibilizzarli alla conoscenza e al rispetto delle piante del nostro territorio e dell’ambiente in generale. In questa occasione le piccole piante messe a dimora sono state i primi passi verso la rinascita di un angolo della città a lungo dimenticato».

Quali sono gli interventi previsti dal progetto?

«La realizzazione del giardino botanico prevede dei percorsi in terra stabilizzata lungo i quali si incontreranno delle aiuole rialzate di diverse altezze, dove saranno piantati alberi e arbusti prevalentemente autoctoni; ci si potrà anche sedere a osservare le piante su panchine appositamente pensate; ci sarà un’area un po’ più ampia pensata come aula all’aperto dove tenere delle lezioni per scolaresche o incontri e seminari tematici, oltre alla presenza di tabelle illustrative attentamente studiate per fornire le informazioni principali sulle singole piante».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Turismo, arte, divertimento e cultura sono i capisaldi del progetto: come cambierà l’area una volta completati i lavori?

«Partendo dall’obiettivo primario di riqualificazione dell’area, per lo sviluppo del progetto del giardino botanico sono stati tenuti in considerazione i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile individuati dalle Nazioni Unite. Il giardino botanico didattico è pensato per promuovere il benessere di tutti a tutte le età, implica aspetti fondamentali di conoscenza della catena alimentare partendo dall’impollinazione delle piante, passando attraverso il loro uso consapevole sia nell’alimentazione che, ad esempio, per scopi tintori. Deve diventare un luogo di incontri, scambi culturali di esperienze e saperi. La conoscenza dell’ambiente porta alla sua salvaguardia, al rallentamento della perdita della biodiversità. La visita al giardino sarà supportata dai pannelli illustrativi dove vengono evidenziate le principali caratteristiche delle piante, ma ulteriori contenuti, approfondimenti e curiosità si troveranno nell’applicazione multimediale che sarà dedicata all’area botanica “L. Brumati”». 

Quali saranno le caratteristiche principali del giardino botanico ospitato nel parco?

«I percorsi del giardino botanico si dirameranno all’interno di un esteso campo di prato naturale fiorito e saranno punteggiati da aiuole che accoglieranno alberi e arbusti del territorio: 20 specie di alberi, 20 specie di arbusti oltre a di verse essenze erbacee. Si distinguono due percorsi tematici: uno dedicato alle essenze tintorie e l’altro alle piante eduli. Alcuni elementi distintivi e caratteristici di questo giardino botanico didattico sono il filare di gelsi per raccontare il legame del nostro territorio con la bachicoltura, le installazioni per approfondire l’importanza degli insetti impollinatori, le loro abitudini e habitat, l’approfondimento sul ciclo di vita delle piante e sul loro accrescimento. Un’aiuola sarà dedicata a un’esperienza sensoriale per entrare in contatto con la natura in maniera inusuale, camminando ai piedi nudi su materiali diversi».

Il giardino botanico sarà intitolato a Leonardo Brumati, come mai questa scelta?

«L’abate, agronomo ed esperto di botanica Leonardo Brumati visse nel nostro territorio nell’800. Egli catalogò in un erbario le piante dell’intero territorio del monfalconese e di parte della regione, insegnò ai Vermeglianesi la conoscenza e le proprietà delle erbe medicinali e tintorie del nostro territorio e proprio a Vermegliano aveva realizzato un orto botanico che fu meta di prestigiosi studiosi italiani e stranieri».

Tutti i percorsi del parco saranno accessibili e fruibili anche per le persone con disabilità motoria e visiva. In che modo?

«Questo sarà un giardino botanico accessibile a tutti dove i percorsi saranno prevalentemente pianeggianti, privi di ostacoli, i bordi rialzati con una lamina per segnare il percorso per i non vedenti per i quali si prevede l’integrazione del supporto alla visita con un sistema brevettato proprio in Friuli Venezia Giulia, chiamato Letismart, nostro partner di progetto, una guida acustica per un percorso guidato studiato. Anche le tabelle illustrative progettate appositamente avranno l’altezza corretta per essere consultate anche dai fruitori in carrozzina, le scritte saranno in una font ad alta leggibilità per agevolare tutti nella lettura dei contenuti riportarti anche in Braille. Questo vuole essere un parco per tutti».

Una volta completato, da chi sarà gestito il nuovo parco?

«Attualmente l’area è gestita dall’associazione onlus La Fenice, amici dei laghi di Dobbia che ha fortemente voluto e creduto  in questo progetto».

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