Grandi nomi e autentiche promesse del cinema contemporaneo: al Magazzino delle Idee del capoluogo giuliano, il Trieste Film Festival si è presentato con un programma ricchissimo e di sicuro interesse. Ha aperto la conferenza stampa la Presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat, che ha garantito il sostegno della Giunta all'iniziativa, «ormai diventata un evento culturale di prim'ordine in una città che da sempre è ponte fra Est e Ovest»: non a caso, il Festival triestino è diventato «un punto di riferimento internazionale per la conoscenza del cinema dell'Est europeo». Sostegno è arrivato anche da Antonella Grim, assessore all'Educazione, Scuola e Università e Ricerca del Comune di Trieste, che ha annunciato di voler promuovere una convenzione triennale fra l'amministrazione e il Film Festival: «Il momento di crisi impone alle Giunte di fare delle scelte: puntare su questa manifestazione è appunto una scelta consapevole, un riconoscimento della strada compiuta finora e un incentivo a continuare questo percorso». Ha preso quindi la parola l'ungherese Erik Csernovitz, presidente della fondazione CEI (Central European Initiative) che da anni sostiene il Festival proprio in virtù del suo sguardo puntato verso l'Europa centro-orientale: un breve intervento per sottolineare il valore di una manifestazione che, con i suoi venticinque anni di storia, continua a dimostrare una vitalità propompente.
Terminati i saluti delle autorità, gli interventi dei direttori artistici Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli si sono focalizzati sul programma di queste sei giornate (17-22 gennaio), una in meno rispetto alle scorse edizioni «per motivi di crisi». La rassegna si svilupperà in varie sezioni:
Lungometraggi: in concorso 10 film prodotti fra Lituania, Romania, Ungheria, Germania, Russia, Polonia e Kazakhistan. Apre l'evento, in anteprima italiana, il vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino: Epizoda u životu berača željeza ("Un episodio di un raccoglitore di ferro") di Danis Tanović, premio Oscar nel 2001 per il celebre Non Man's Land. La chiusura è invece affidata a un grande maestro del cinema polacco: il Premio Oscar Andrzej Wajda, che porta a Trieste Wałesa, Człowiek Z Nadzie ("Walesa. L'uomo della speranza), biopic dedicato al leader di Solidaność.
Cortometraggi: 16 opere che promettono grandi emozioni. Ben tre le anteprime mondiali: Aral-Tour International di Elena Chmelevkaja, storia di due ragazze kazake in fuga dalla loro terra con il sogno di rifarsi una vita in Europa; Lehring, del ceco Aurelio Buchwalder, che narra la vicenda di un apprendista falegname alla ricerca di se stesso; Zima, del tedesco Marcus Hepp, dramma familiare sullo sfondo della guerra in ex Jugoslavia.
Documentari: fra i 12 in concorso, ben 11 sono anteprime italiane. Attesissimo Mama Europa, di Petra Seliškar, uno sguardo sull'Europa attraverso gli occhi di Terra, bimba di sei anni nata nei Balcani e cresciuta come cittadina del mondo. Grande interesse suscita anche The Special Need - L'amore secondo Enea, del friulano Carlo Zoratti, che conferma come il 2013 sia stato, per la nostra regione, un anno di grazia (si pensi al successo di Zoran e alla vittoria di TIR, diretto da Alberto fasulo, al Festival di Roma). Fuori concorso sarà proiettato il documentario che ha conquistato il Festival di Torino: Parole Povere, di Francesca Archibugi, dedicato al grandissimo poeta friulano Pierluigi Cappello.
Animazione: 15 opere da tutta Europa. Segnaliamo in particolare Danse Macabre, di Małgorzata Rżanek, film notturno su un carosello della morte che colpisce tutti... come in un affresco medievale.
Ai confini del suono: appuntamento con il cinema dedicato alla musica. 3 pellicole in concorso, fra cui Pussy Riot: A Punk Prayer, di Mike Lerner e Maxim Pozdorovkin, film di denuncia sulla incredibile vicenda della band femminile russa incarcerata dal regime di Vladmir Putin.
Sorprese di genere: seguitissima sezione dedicata al cinema "popolare" esteuropeo, con 4 film campioni di incassi nei paesi di provenienza. Fra questi, Svećenikova Djeca, di Vinko Brešan, il più grande successo di pubblico nella storia del cinema croato.
Omaggio a Sergej Paradžanov: un tributo a un grande maestro del cinema sovietico, morto nel 1990, che a Trieste ebbe i primi riscontri in Italia grazie all'operato di Tullio Kezich. In programma Sayat Nova ("Il colore del melograno"), capolavoro del regista di Tblisi, il documentario di Levon Grigorjan Vospominanija O "Sayat Nova", che propone mezzora di immagini inedite del film Sayat Nova, e il biopic dedicato al regista Paradjanov, diretto da Serge Avedikian e Olena Fetisova.
Eventi speciali: oltre a 4 film fuori concorso, la rassegna presenta una sezione intitolata Grandi maestri e Trieste, dove spiccano Doc Portrait: Franco Giraldi, dedicato al più grande dei registri triestini, e Omaggio al Alberto, montaggio realizzato da Tatti Sanguineti, di materiali televisi come omaggio ad Alberto Farassino, indimenticato docente di cinema all'Università di Trieste. Molto interessante si preannuncia anche la sezione Trieste FF Arthouse, che propone, in collaborazione con Sky Arte, tre documentari esteuropei su fatti e personaggi dell'arte contemporanea. Le proiezioni di La Grande Guerra di Mario Monicelli e del documentario sullo stesso film diretto da Gloria De Antoni (I Sentieri della Gloria) sono invece pensati all'interno delle celebrazioni per i cento anni della Prima Guerra Mondiale.
Eventi collaterali: con Italian Screenings, il Trieste Film Festival propone 4 pellicole nazionali di produzione indipendente caratterizzate dall'incontro fra Est e Ovest; segnaliamo Piccola patria, di Andrea Rossetto, ambientanto nel Nord Est italiano. Giunge invece alla quarta edizione il Premio Corso Salani, dedicato al cineasta scomparso nel 2010: la giura dovrà scegliere fra 5 film, tutti italiani.
In programma anche gli incontri con gli autori e i registi al Caffè San Marco, la tavola rotonda Qualcosa (di nuovo) nell'aria. Le eccellenze del cinema "Made in FVG" con Matteo Oleotto, regista di Zoran, e Alberto Fasulo, trionfatore a Roma con TIR, gli incontri internazionali di coproduzione targati When East Meets West, il laboratorio internazionale di sceneggiatura Eastweek, conferenze e dibattiti, nonché una passeggiata nei luoghi della città che hanno segnato la storia del cinema: Trieste al cinema. Da "Corriere diplomatico" a "Diana".
Per vedere il programma completo, cliccare questo collegamento:
Commenta per primo