I timidi segnali di luce per l’economia del Friuli Venezia Giulia, rilevati nelle precedenti indagini congiunturali Unioncamere Fvg, cominciano a prendere corpo nell’ultima analisi, presentata oggi a Pordenone, a palazzo Montereale Mantica.
L’indagine tiene conto delle risposte sui risultati del 3° trimestre e le aspettative per il 4° date da un campione di 1.374 imprese di tutta la regione. «Per alcuni settori – ha commentato il presidente Unioncamere Fvg Giovanni Da Pozzo – registriamo la tanto attesa inversione di tendenza, con dati finalmente positivi. In particolare nell’industria manifatturiera, in cui il segno, pur di poco, è di nuovo un “più”, dopo tanto tempo, sia per la produzione (+0,6% tendenziale, ossia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) sia per il fatturato (+2,6%, con una punta di +5,2% per il fatturato estero), soprattutto per le province di Udine e Pordenone e soprattutto per le imprese che internazionalizzano».
Se «ovviamente continuano a preoccuparci le tante crisi industriali che si stanno verificando sul nostro territorio, dobbiamo anche guardare con fiducia e cauto ottimismo questi primi segnali – ha detto il presidente –, che ci riavvicinano ai risultati delle altre regioni del Nord. Sono sempre le piccole imprese a soffrire di più in termini occupazionali, ma restando al manifatturiero registriamo una sostanziale tenuta dell’occupazione, con un +0,4%, migliore nel “sottosettore” della meccanica, meno per il legno mobilio – ha aggiunto Da Pozzo –. Importante anche il fatto che gli imprenditori del comparto si siano dichiarati più fiduciosi: si attendono ulteriori miglioramenti nel quarto trimestre».
I dati della congiuntura, dopo l’introduzione del “padrone di casa” Giovanni Pavan (presente anche il nuovo presidente della Cciaa di Gorizia Gianluca Madriz), sono stati poi approfonditi da Nicola Ianuale, presidente di Questlab, società che realizza la rilevazione per conto dell’Unioncamere Fvg. Ianuale ha evidenziato come, in generale, questa indagine abbia registrato anche altri elementi che si presentano meno negativi delle passate rilevazioni. Per esempio, nel commercio, rallenta il calo delle vendite (-0,5% tendenziale), pur con criticità per l’occupazione(-2,4% gli addetti, anche se si segnalano i -3,2%, -2,5%, -2,7%, -2,4% nei trimestri precedenti). Analogo discorso per le costruzioni, negli ultimi anni il settore più critico: ora invece rallenta la diminuzione degli addetti (-4,6% tendenziale, ma era -8,3%, -6,6%, -4,8%, -5,9% nei trimestri precedenti) e rallenta pure il calo del fatturato (-1,9% tendenziale, ma era -9,1%,-13,4%, -17,5%, -12,1% nei trimestri precedenti).
Resta positiva la situazione delle imprese del vitivinicolo sia per chi esporta sia, anche se in misura minore, per chi opera solo sul mercato interno, mentre al contrario l’ospitalità resta ancora in zona negativa, con un pesante calo degli addetti (-7,3% tendenziale, rispetto ai -4,0%, -3,5%, -6,4%, -5,4% dei trimestri precedenti), dato però certamente influenzato dalla stagionalità che caratterizza il comparto.
L’indagine congiunturale ha realizzato questa volta anche un focus « per analizzare quali sono le ricadute del turismo sull’attività delle imprese – ha detto Da Pozzo –. Il turismo, infatti, se messo nelle condizioni di essere efficiente, può garantire un importante recupero di punti di Pil, ma ciò significa creare politiche turistiche serie e fortemente ancorate a un percorso regionale di efficacia anche del sistema pubblico che ne sta alla base». Secondo l’indagine, il 35,9% delle aziende si sente coinvolta nei flussi turistici, direttamente o indirettamente, e ne trae vantaggi. Ben il 50,1% di quelle non coinvolte, ritiene che però potrebbe trarre vantaggi per la sua attività se riuscisse a rientrare nei flussi turistici. Il vitivinicolo è il comparto che si ritiene maggiormente coinvolto direttamente nel flusso turistico, mentre nel commercio solo il 17,1% si ritiene coinvolto.
Secondo le imprese intervistate, le caratteristiche del Fvg in grado di soddisfare le esigenze di un turista sono in particolare la tipicità del territorio, l’offerta enogastronomica, le strutture ricettive, come anche il rapporto qualità-prezzo e le variabili ambientali. Criticità all’attrazione di turisti sono invece percepite per i trasporti pubblici e per le informazioni in loco. Tra le strategie per migliorare i servizi accoglienza nel 2014, le priorità espresse dalle imprese sono il controllo dei costi gestione, azioni singole o congiunte di promozione, il miglioramento dell’informatizzazione.
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