Friuli Venezia Giulia il set ideale

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redazione

18 Dicembre 2018
Reading Time: 6 minutes

I dati della Film Commission

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Se fino a qualche anno fa Trieste era protagonista indiscussa, aggiudicandosi la quasi totalità delle produzioni cinematografiche e televisive portate in Friuli Venezia Giulia dalla FVG Film Commission, il 2018 verrà ricordato come l’anno che vede salire alla ribalta con pari importanza tutte le location della regione.

Quello che si sta per concludere è stato un anno record sia come numero di produzioni che come indotto economico, un anno che ha anche e definitivamente consacrato sul grande e piccolo schermo quei luoghi che fino ad oggi erano rimasti lontani dai riflettori. Dal mare alla montagna, passando per i borghi e le città d’arte, i set aperti in regione sono stati un leit motiv da gennaio fino a dicembre. “Rocco Schiavone” e “Il Commissario Montalbano”, due delle fiction più di successo della storia della tv italiana, hanno fatto tappa in Friuli ambientando le riprese tra Cividale e Venzone e portando i panorami più belli del territorio friulano in casa di milioni di telespettatori non solo in Italia ma, considerando che sono più di 60 i Paesi in cui vengono trasmesse, in tutto il mondo.

Dalla televisione al cinema, le montagne del Friuli faranno da sfondo a tre pellicole in uscita l’anno prossimo. La prima è “L’indesiderato” con Aldo Baglio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo nel suo primo ruolo da 'solista', affiancato da Angela Finocchiaro. Nella pellicola – diretta da Enrico Lando e girata tra luglio e agosto nei dintorni di Tarvisio – Aldo interpreta Michele, in una commedia degli equivoci sull'attualissimo tema dell'immigrazione. Attesissimo anche “Paradise – Tutta un’altra vita” di Davide Del Degan che – reduce dal successo a Cannes con il documentario “L’ultima spiaggia” – ha scelto Sauris per ambientare il suo film d’esordio, girato tra ottobre e novembre.

Contemporaneamente, ma sulle montagne di Piancavallo, il regista Dalibor Matanic ha girato “Alba”, secondo capitolo della trilogia iniziata con “Sole Alto”, film che vinse il gran premio della giuria nella sezione Un certain regard al festival di Cannes nel 2015.

Il 2018 è stato anche un anno di ritorni, quello de “La porta rossa” in primis. La prima serie, scritta da Carlo Lucarelli e diretta da Carmine Elia, è diventata un caso grazie alla media di oltre 3 milioni di telespettatori a puntata, numeri che permisero a Rai Due di diventare la prima rete nazionale proprio per gli ascolti ottenuti durante le serate in cui venivano trasmessi gli episodi. Le avventure del Commissario Cagliostro sono state trasmesse ovunque, dagli Stati Uniti al Sud America, dal Sud Africa alla Nuova Zelanda, arrivando persino in Iran. L’immagine di una Trieste affascinante e al tempo stesso misteriosa ha fatto il giro del mondo. Questo straordinario successo ha spinto la Rai a mettere in cantiere la seconda stagione, confermando i protagonisti: Lino Guanciale, Gabriella Pession e Valentina Romani. Le riprese de “La porta rossa 2” sono iniziate a maggio e sono proseguite fino a ottobre per un totale di 122 giornate di riprese che hanno impiegato nella troupe 30 maestranze e tecnici regionali, a conferma dell’elevato livello di professionalità raggiunto in questi anni dai “cinematografari” locali.

6.100 sono state invece le notti in albergo per l’alloggio della troupe romana. Numeri che evidenziano l’indotto economico che un set genera sul territorio che ne ospita le riprese, ancor prima che il pubblico ne determini l’eventuale successo. Per realizzare “La porta rossa 2” la società di produzione Vela Film, tra la preparazione e le riprese, ha speso in FVG più di 3.600.000 euro. Confrontandolo con il contributo erogato dalla Film Commission – che in questo caso è stato di 280.000 euro – si evidenzia un rapporto tra il contributo erogato e la spesa sul territorio di quasi 13 a 1.

Anche Gabriele Salvatores è tornato in FVG, a Trieste, per girare “Se ti abbraccio non aver paura”, un road movie tra Trieste e le strade deserte dei Balcani, molto liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Fulvio Ervas, che racconta l’avventura di un padre e un figlio autistico e il loro rapporto tenero, divertente, problematico e fuori dagli schemi. Nel cast Claudio Santamaria, Valeria Golino e Diego Abatantuono. Le riprese si sono svolte a Trieste per 27 giorni (generando una spesa diretta in città di oltre 750.000 euro), proseguendo poi in Slovenia e Croazia. Impiegati 23 professionisti locali nella troupe, molti dei quali divenuti in questi anni dei fidati collaboratori del regista, e 1.080 i pernottamenti in città. Il film sarà uno dei titoli di punta della proposta cinematografica del prossimo anno e sarà distribuito da 01 Distribution.

In primavera del prossimo anno, ma questa volta in tv – su Canale 5 – sarà trasmessa anche una nuova serie interamente girata in regione: “Il silenzio dell’acqua” per la regia di Pier Belloni. La serie, che andrà in onda in quattro prime serate, racconta la vita di un piccolo borgo costiero Castel Marciano (un mix tra Muggia e Duino) sconvolto dalla scomparsa di una ragazza di 16 anni. Le indagini vengono condotte da Luisa Ferrari (Ambra Angiolini) della Omicidi di Trieste e da Andrea Baldini (Giorgio Pasotti), il vice questore locale. I due, partendo da un approccio diametralmente opposto, saranno invece costretti a collaborare per scoprire i segreti che il paese custodisce e risolvere insieme il mistero che si cela dietro alla scomparsa di un’adolescente. Anche per “Il silenzio dell’acqua” numeri davvero considerevoli: 85 giorni di riprese, quasi un milione e mezzo di spesa diretta, 4.250 pernottamenti per attori e troupe e 25 professionisti del FVG impiegati sul set.

Chiaramente non tutti i progetti possono avere un tale impatto sul territorio, sia in termini economici che di visibilità, ma è proprio grazie a queste produzioni mainstream che la FVG Film Commission può finanziare anche lavori con budget minori e prospettive di mercato meno garantite. Come ad esempio “Rosa Tempesta” di Katja Colja, film di cui è protagonista Lunetta Savino, nel cast assieme a Boris Cavazza, Simonetta Solder e Anita Kravos. È la storia di una donna che dopo un enorme dolore riesce a trovare una nuova e miracolosa forza per prendersi cura di se stessa e di chi ama. Produzioni che talvolta nascono proprio in FVG, sviluppate e sostenute grazie anche al lavoro del Fondo Regionale per l’Audiovisivo e che pur partendo in sordina arrivano ai maggiori festival del cinema, come dimostra “Menocchio” di Alberto Fasulo, prodotto dalla friulana Nefertiti Film, che ha convinto pubblico e critica al recente Festival di Locarno e che continua la sua programmazione nelle sale italiane.

E proprio un regista friulano – quel Matteo Oleotto che con “Zoran, il mio nipote scemo” aveva sorpreso tutti – è il regista di una nuova serie tv per Rai Due in 12 puntate, dal titolo “Volevo fare la rockstar”. La trama si sviluppa attorno alla storia di una giovane ragazza, Olivia (Valentina Bellè) che sognava per se stessa un glorioso futuro da rockstar, ma che si ritrova invece madre di due gemelle. Questo imprevisto manderà all’aria molti dei suoi sogni, che la ragazza dovrà cercare di riadattare alla realtà della piccola cittadina in cui vive. Il protagonista maschile è un altro friulano, Giuseppe Battiston, a suo agio a Caselonghe, cittadina immaginaria risultato di un mix tra Gorizia, Cormòns e gli angoli più caratteristici di tutto il Collio. Le riprese iniziate a settembre si concluderanno a febbraio dell’anno prossimo, facendo diventare “Volevo fare la rockstar” la produzione di più lunga permanenza in FVG. La serie sarà trasmessa in tv la prossima primavera in prima serata.

“Il 2018 è stato davvero un anno eccezionale, per la quantità dei progetti ospitati ma anche per l’altissima qualità degli stessi: il FVG è ormai riconosciuto a livello europeo come una regione guida per le politiche di sostegno all’industria audiovisiva” dichiara il Presidente di FVG Film Commission Federico Poillucci, che assieme a Gianluca Novel e Guido Cassano gestisce l’ufficio cinema regionale. “Ora l’obiettivo è far diventare norma questa eccezionalità: siamo certi che la Regione continuerà a credere nel nostro lavoro e a sostenere un comparto d’eccellenza che genera sul territorio effetti virtuosi così rilevanti”.

 

Dati di indotto economico 2018

Dotazione Film Fund 1.410.000 €

Spese di funzionamento 290.000 €

Totale produzioni 38

Giornate di lavorazione 874

Giornate di ripresa 633

Pernottamenti alberghieri 22.145

Professionalità locali impiegate 351

Spesa sul territorio regionale 9.429.000 €

Indotto economico complessivo 16.972.200 €

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